“Si tratta di un’iniziativa irresponsbile e diseducativa. Questa protesta non danneggia il Governo, ma i bambini che dovrebbero vivere il rientro a scuola con serenità e gioia e non come un evento luttuoso” ha commentato Giovanni Donzelli, consigliere comunale e componente dell’esecutivo nazionale di Alleanza Nazionale-Pdl.
“In molte parti d’Italia – ha aggiunto l’esponente del centrodestra – la protesta contro il Ministro Gelmini si è limitata ad una fascia al braccio, a Firenze l’ottusità estremista di alcuni sindacati ha spinto le maestre a vestirsi completamente di nero, traumatizzando i bambini nel loro primo giorno di scuola”.
“La protesta – secondo Donzelli – è animata da un pregiudizio politico. Non c’è alcun pericolo per il tempo pieno e il ritorno al maestro unico nelle scuole elementari garantisce serenità ai bambini. Proprio quella serenità turbata oggi invece dalla sceneggiata funerea di alcune maestre irresponsabili e diseducative”.
Vestiti di bianco, invece, gli insegnati delle scuole elementari dell’Isolotto, Montagnola e Petrarca. Via delle finestre le bandiere della pace che saranno sostituite con dei drappi neri.
A fine settembre si terrà nel parco di villa Vogel la festa della scuola statale pubblica, con tanto di banchetti informativi, performance teatrali, musica e giochi. Il 25 settembre, invece, l’istituto Marco Polo ospiterà la mega assemblea a cui parteciperanno tutti i sindacati e gli insegnanti di Firenze e provincia.
D’accordo con gli insegnati il segretario del Partito socialista Riccardo Nencini: ”La scuola elementare e’ un punto unificante per tutte le famiglie italiane, se torna il maestro unico saranno penalizzati i piu’ bisognosi che non avranno la possibilita’ di una istruzione complementare a quella elementare e saranno penalizzate le scuole nei piccoli comuni”.
Nencini ha ricordato che oggi i socialisti hanno dato vita ad un’ora di ”disubbidienza civile” davanti alle scuole a difesa del livello qualitativo della scuola pubblica, contro i tagli al personale docente e contro l’istituzione del maestro unico. Secondo il segretario ”le scuole nei piccoli comuni sono la salvezza di quei luoghi che senza una scuola rischierebbero di chiudere”.
Per Nencini e’ necessaria una scuola che ”si fondi sul merito, sul senso del dovere e sulla responsabilita”’. Quanto al maestro unico, il segretario del Ps ha ricordato come ”oggi le classi sono composte di bambini di diverse nazionalita’ e se c’e’ un solo maestro o insegna l’italiano agli alunni stranieri o segue gli italiani nel programma quotidiano”.
“I provvedimenti decisi dal Governo – ha esordito l’assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri in occasione dell’augurio di inizio anno scolastico – rischiano di riportare la scuola indietro e di far saltare la qualità che invece ha acquisito fino ad oggi”. “Il ritorno del maestro unico – ha proseguito l’assessore Lastri – significa togliere il tempo pieno nelle scuole, proprio in un momento in cui sono cresciute le iscrizioni, e verrebbero meno anche tanti progetti educativi che sono parte integrante dell’attività didattica nelle nostre scuole fiorentine. Inoltre i preannunciati tagli di risorse agli enti locali mettono in ginocchio i comuni.
“Firenze – sottolinea l’assessore Lastri – nonostante la difficile situazione economico-finanziaria si è impegnata a garantire tutti i servizi fino ad ora erogati alla scuola, senza alcuna riduzione né qualitativa e né quantitativa rispetto al passato. Infatti da domani, come di consueto, saranno attivati tutti i servizi scolastici comunali: mense, trasporto, pre e post scuole, assistenza e trasporto ai disabili, centri di alfabetizzazione e i progetti educativi”.
Questa mattina l’assesore Lastri si è recata in visita proprio nelle scuole in cui gli insegnanti hanno manifestato. La prima tappa dell’assessore, per il saluto agli alunni di inizio anno scolastico è stata la scuola Giotto, dove tanti alunni si sono presentati con il grembiule, “qui viene usato da tempo – è stato detto dalla dirigente scolastica Silvia Signorini – e non è certo una novità come invece vuol far passare il ministro Gelmini”. “Anche questo è un provvedimento inutile – ha incalzato l’assessore Lastri – che vuole dare l’idea di creare una certa disciplina all’interno della scuola, ma che invece non apporta niente di nuovo alla scuola. Da tempo le scuole propongono ai genitori di far portare ai propri figli il grembiule, e quindi questo provvedimento è solo fumo negli occhi per offuscare i problemi che si creeranno con la nuova riforma”.
La visita è proseguita alla scuola Andrea del Sarto dove alcuni bambini ascoltavano la maestra sul tema ambientale e del riciclo di vari materiali. Altri invece già facevano una piccola lezione di musica e altri ancora di educazione artistica. “Percorsi educativi importanti per i bambini – ha sottolineato l’assessore Lastri – che sarà difficile proporre dal prossimo anno”.
La visita si è conclusa alla scuola media Carducci, che ospita un’alta percentuale di alunni stranieri, il 20%, contro il 17% dello scorso anno. “Per questi bambini sono importanti i centri di alfabetizzazione – ha sottolineato l’assessore Lastri – ma anche questi sono servizi di primaria importanza che rischiano però di scomparire insieme a tutto il patrimonio progettuale portato avanti dalle scuole in questi anni”.
“Abbiamo investito molto nella scuola in questi ultimi dieci anni – ha proseguito l’assessore Lastri – non solo in termini di qualità ma anche in lavori di messa a norma, per un totale di oltre 110 milioni di euro, e contiamo di arrivare a concludere tutti i lavori, per oltre il 95% degli istituti entro un anno”. Ma l’intervento che caratterizzerà i prossimi anni è la realizzazione del nuovo complesso di Santa Maria a Coverciano che ospiterà asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, auditorium e palestra, per una spesa complessiva, spalmata in tre anni, di 11.500.000 euro”.
Anche la regione ha ricordato l’inizio dell’anno scolastico. L’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini è intervenenuto oggi alla manifestazione organizzata da Uncem, Anci e Lagambiente nel complesso scolastico di Carmignanello, una frazione di Cantagallo, comune montano della Provincia di Prato. Una scelta precisa, quella di inaugurare l’anno scolastico in una scuola di montagna, che si lega strettamente al giudizio negativo, che l’assessore ha ribadito, sui tagli ipotizzati dal ministro Gelmini per le scuole con meno di 500 alunni.
“Una scelta che compromette il diritto all’istruzione di bambini e bambine e rischia di produrre un ulteriore danno sociale, favorendo lo spopolamento dei territori montani e rurali – sostiene l’assessore – una tendenza che la regione sta combattendo da anni”. Va in questa direzione anche il ricorso alla Corte Costituzionale contro la parte del decreto del governo che lede le competenze della Regione in materia di dimensionamento scolastico. «
“Rivendicare le proprie prerogative nell’organizzazione della rete – dice l’assessore – è una scelta di principaio ma anche un modo per salvare le piccole scuole montane dalla chiusura“. La regione Toscana, infatti, utilizzando queste competenze, aveva negli anno scorsi operato una razionalizzazione della rete scolastica che, grazie ai risparmi effettuati, consentiva di continuare a investire sulle realtà piccole, mantendole in vita proprio in virtù della loro funzione di presidio socio-culturale.
Fra i temi al centro della manifestazione, anche quello dell’annunciato ritorno del mestro unico. “Una scelta sbagliata non solo nel merito ma anche nel metodo, perchè avvenuta senza che sulla questione si fosse aperto un dibattito sul piano pedagogico o un confronto con il mondo della scuola”. Per quanto riguarda il merito, non convince l’assessore nemmeno la teoria che la figura unica venga meglio accettata dai bambini che escono dal rapporto esclusivo con la mamma.”Non mi pare una osservazione realistica, visto che i bambini non stanno in casa con la mamma prima di entrare alle elementari ma, quasi sempre, frequentano la scuola materna e spesso il nido, dove vige la presenza di due insegnanti. Anche in famiglia, poi, le figure di riferimento sono quasi sempre due o anche di più nel caso, molto frequente, della famiglia allargata”.