giovedì, 12 Dicembre 2024
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“Sds più vicina ai cittadini”

La Società della salute, un processo di sviluppo e di arricchimento della democrazia e della partecipazione, che ha portato centinaia di migliaia di cittadini a riappropriarsi della sanità. Una esperienza che, senza mettere in discussione il ruolo forte delle Aziende sanitarie, ha cercato di motivare il territorio, affidandogli un ruolo sostanziale per la “lettura” del bisogno di salute e la sua traduzione in atti di programmazione»: è questo secondo il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, il senso profondo del ruolo svolto in questi anni dalle Società della salute nella loro fase sperimentale. E oggi dalla sperimentazione (che ha coinvolto 34 zone-distretto e 168 comuni, per un totale di 2.080.000 cittadini, oltre 60% dei toscani) si passa al consolidamento, con la proposta al consiglio regionale della loro definitiva istituzione, attraverso le modifiche e le integrazioni alla legge 40 del 2005, che disciplina il Servizio sanitario regionale, approvate dalla giunta regionale.

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Una esperienza che, senza mettere in discussione il ruolo forte delle Aziende sanitarie, ha cercato di motivare il territorio, affidandogli un ruolo sostanziale per la “lettura” del bisogno di salute e la sua traduzione in atti di programmazione»:

E’ questo, secondo il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, il senso profondo del ruolo svolto in questi anni dalle Società della salute nella loro fase sperimentale.

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E oggi dalla sperimentazione (che ha coinvolto 34 zone-distretto e 168 comuni, per un totale di 2.080.000 cittadini, oltre 60% dei toscani) si passa al consolidamento, con la proposta al consiglio regionale della loro definitiva istituzione, attraverso le modifiche e le integrazioni alla legge 40 del 2005, che disciplina il Servizio sanitario regionale, approvate dalla giunta regionale.

Sulla base degli esiti positivi della sperimentazione, la proposta di legge introduce questi nuovi organismi nel sistema socio-sanitario, con l’obiettivo di ampliare il coinvolgimento di enti locali, parti sociali e Terzo settore non solo per le funzioni di controllo e programmazione, ma per una “compartecipazione” ad un governo comune del territorio, finalizzato agli obiettivi di salute e alla gestione dei servizi socio-sanitari.

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«Le comunità locali, gli enti e i loro rappresentanti – sottolinea l’assessore per il diritto alla salute, Enrico Rossi – diventano così non solo soggetti attivi ma “alleati” della Regione nella definizione delle strategie che devono consentire il potenziamento e il miglioramento qualitativo dei servizi offerti, nel quadro di definite sostenibilità sociali e finanziarie».

Le energie positive presenti nella società civile, ed in particolare del volontario e del terzo settore, arricchiscono il sistema locale della salute in un quadro di qualità e permettono di aumentare le potenzialità di offerta per settori assistenziali attualmente carenti o non previsti.

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Contribuiscono, inoltre, a definire un sistema di valutazione che abbia a riferimento la qualità della prestazioni, la compatibilità con il progetto assistenziale definito dal soggetto pubblico, la convenienza sotto il profilo del rapporto costo/efficacia, valorizzando i soggetti a carattere no profit radicati nel territorio e nella comunità.

Le SdS rappresentano, dunque, uno strumento per garantire maggiore appropriatezza delle prestazioni, governo effettivo della domanda e dei processi di negoziazione del budget nell’ambito della zona distretto, maggior coinvolgimento e soddisfazione degli operatori e della popolazione.

La SdS è istituita come consorzio per l’esercizio associato di funzioni tra Asl e Comuni. L’integrazione di funzioni sociali e sanitarie è garantita dalla presenza negli organi della SdS degli amministratori comunali e del direttore generale dell’Ausl. La loro istituzione non produce incremento di spesa sul bilancio regionale, ma solo una rideterminazione dei trasferimenti di risorse derivanti dal Fondo sanitario regionale e dal Fondo sociale regionale. Strumenti fondamentali delle SdS sono i Piani integrati di salute e i Piani operativi annuali.

Temi strategici di intervento sono quelli riferiti ai settori della non autosufficienza e della disabilità, che oggi riescono solo in modo parziale a offrire risposte ai bisogni dei cittadini.

 

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