Le onduline contenenti amianto facevano parte della copertura dello stabilimento dove era stata ricavata la discarica, ed erano in un grave stato di degrado, crollate, rotte o lesionate. Questo le rendeva capaci di rilasciare fibre di eternit, molto dannose per la salute umana. All’interno della discarica erano ammassati inoltre inerti da demolizione, refrattari, plastica, ferro e legno oltre ad una cisterna di cemento fuori terra e quattro serbatoi di oli minerali con residui di sostanze petrolifere.
L’alto degrado dell’area pone seri rischi anche per l’inquinamento del suolo e del ruscello Troghi che corre adiacente per poi gettarsi nell’Arno. Da ulteriori accertamenti è emerso che non era mai stato predisposto un piano di bonifica per il risanamento della zona.
I due soggetti responsabili della società proprietaria dell’area sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria di Firenze.