domenica, 15 Dicembre 2024
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Sette anni ”in bianco”, la Cassazione dà ragione al marito

La Cassazione ha dato ragione ad un marito fiorentino che dopo sette anni senza rapporti sessuali ha deciso di separarsi dalla moglie con addebito. L'ormai ex-moglie dovrà pagare sia l'addebito che le spese processuali.

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La Cassazione ha detto la sua: l’assenza di sesso tra marito e moglie può spezzare il matrimonio.

IL CASO. Dopo sette anni senza sesso, un fiorentino ha deciso di divorziare dalla moglie e, dopo altri sette anni, è riuscito a dimostrare che la colpa è tutta dell’ex dolce metà: per questo, la donna è stata condannata a pagare sia l’addebito che le spese processuali. Dopo la nascita della figlia la moglie si è sempre rifiutata di avere rapporti intimi con il proprio marito, tanto che negli ultimi anni l’uomo sarebbe stato obbligato a dormire in una camera separata, così da risparmiare alla moglie i tentativi del marito. Oltre all’assenza di rapporti intimi si aggiungeva alla già precaria situazione matrimoniale anche la totale incuria con cui la moglie gestiva la vita domestica, sopratutto nelle faccende di tutti i giorni.

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LA SENTENZA. Dopo un primo pronunciamento contrario da parte del Tribunale di Firenze nel 2005, sia la Corte d’Appello nel 2007 che la Cassazione adesso hanno invece dato ragione al marito, individuando nel continuo rifiuto della moglie il punto centrale della rottura del matrimonio. Come si legge nel giudizio della Cassazione, “il persistente rifiuto di intrattenere rapporti affettivi e sessuali con il coniuge – poiché, provocando oggettivamente frustrazione e disagio e, non di rado, irreversibili danni sul piano dell’equilibrio psicofisico, costituisce gravissima offesa alla dignità e alla personalità del partner – configura e integra violazione dell’inderogabile dovere di assistenza morale sancito dall’art. 143 c.c., che ricomprende tutti gli aspetti di sostegno nei quali si estrinseca il concetto di comunione coniugale”. Un simile comportamento, si legge nella sentenza della Cassazione, non può: “in alcun modo essere giustificato […] e legittima pienamente l’addebitamento della separazione, in quanto rende impossibile al coniuge il soddisfacimento delle proprie esigenze affettive e sessuali e impedisce l’esplicarsi della comunione di vita nel suo profondo significato”.

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