giovedì, 12 Dicembre 2024
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Shopping per Natale? 50mila firme contro

Cinquantamila firme contro l'ipotesi di alzare il bandone dei negozi anche per Santo Stefano. Dopo il 1° maggio, un altro muro che cade nella disciplina degli esercizi commerciali. E tra i commessi scoppia la rivolta.

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Cinquantamila firme contro l’ipotesi di alzare il bandone dei negozi anche per Santo Stefano. Dopo il 1° maggio, un altro muro che cade nella disciplina degli esercizi commerciali. E tra i commessi scoppia la rivolta.

FIRME. La raccolta di firme è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil, per “chiedere un modello di commercio all’insegna della cultura e non del consumo, per una maggiore contrattazione a difesa dei piu’ deboli, e per una difesa dei valori civili e religiosi in Toscana”. I segratari di Filcams-Cgil Roberto Betti, Fisascat-Cisl Carlo Di Paola e Uiltucs Pietro Baio consegneranno l’elenco domani al governatore della Toscana Enrico Rossi.

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1° MAGGIO. “La raccolta di firme – spiegano i segretari – è partita tra cittadini e operatori del commercio, sulla scia delle polemiche nate dalla scelta di Firenze e di altri comuni toscani di concedere l’apertura degli esercizi commerciali il primo maggio scorso”. “Non contente le associazioni di categoria stanno già chiedendo anche l’apertura il giorno di Santo Stefano, 26 dicembre”. Come se non bastassero le “aperture domenicali, che condizionano negativamente la vita familiare di lavoratori e le lavoratrici, senza risolvere i veri problemi del commercio e dell’economia della Toscana”. Negli ultimi 3 anni infatti i consumi in Italia sono calati del 7,5%, compresi i beni di prima necessità. “I soldi in tasca alla gente sono quelli che sono – continuano i sindacati – e quelli rimangono anche tenendo aperti i negozi per più giorni”.

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