Anche il centro storico di Firenze si adegua alle nuove norme sulle liberalizzazioni del governo Monti: quindi nella cosiddetta area Unesco via libera all’apertura di nuovi bar, ristoranti e locali ma con regole ben precise da rispettare con elevati standard strutturali e qualitativi.
LE NOVITA’. Le principali novità per i locali di nuova apertura, prevedono l’aumento dal 40 al 60% della superficie destinata ad accogliere la clientela, l’aumento dell’area destinata a magazzino, una zona (anche minima) per lo stoccaggio dei rifiuti, vietano la pubblicità di ‘offerte promozionali’ per gli alcolici (per i trasgressori multe fino a 500 euro), limitano l’occupazione del suolo pubblico destinata ai dehors esterni, che per i nuovi esercizi pubblici non potrà superare il 50% dello spazio interno. Inoltre, viene vietata la somministrazione congiunta con altre attività e viene istituito un osservatorio ad hoc per monitorare la situazione.
IL VICESINDACO. “Negli ultimi tre anni e mezzo – spiega a il vicesindaco Dario Nardella – l’apertura di nuovi locali pubblici nel centro storico era stata bloccata con una moratoria, già scaduta e prorogata, che non aveva più ragion d’essere sia perché era inadeguata al nuovo contesto normativo, sia perché nel tempo aveva portato ad una situazione di rendita. D’altro canto, per noi era anche assolutamente doveroso evitare la proliferazione di locali, magari con un effetto ‘movida’: da qui l’individuazione di queste nuove regole, con quello che abbiamo definito il modello Firenze, che permetteranno uno sviluppo governato ed equilibrato dei locali nel centro storico, alle quali si aggiungeranno poi le nuove misure previste dal regolamento edilizio. In pratica, secondo le nostre simulazioni, per aprire un nuovo locale in centro ci vorranno almeno 40 mq di superficie”.
765 LOCALI IN CENTRO, 930 NEL RESTO DELLA CITTA’. Ad oggi, nell’area Unesco si trovano 765 locali pubblici; 930 sono invece quelli nel resto della città. Nello specifico, ecco le modifiche al piano della somministrazione: si prevede di aumentare la percentuale dell’unità immobiliare da destinare a magazzino (7%) per una gestione degli approvvigionamenti che riduca l’impatto in termini di traffico (nella versione precedente l’area di magazzinaggio era almeno pari al 5% della superficie destinata alla produzione, trasformazione, conservazione degli alimenti). Si prevede una percentuale minima (almeno il 3% dell’unità immobiliare) anche per gli esercizi di superficie inferiore ai 250 mq destinata allo stoccaggio dei rifiuti, in modo da limitare l’impatto sull’esterno dell’attività.
NIENTE PIU’ FAST FOOD E SELF SERVICE. Si conferma nell’area Unesco (la cerchia dei viali più l’Oltrarno) quanto già previsto nel Piano del Commercio, ovvero il divieto di nuove attività di somministrazione esercitate, in maniera esclusiva o prevalente, secondo modalità assimilabili al “fast-food” o “self-service” (ad eccezione di quelle ubicate nei locali posti all’interno della Stazione di S.Maria Novella) e il divieto di attività di somministrazione sul Ponte Vecchio.