sabato, 27 Luglio 2024
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Sollicciano, telemedicina per i detenuti malati di cuore

Potrebbe sembrare una normalissima valigetta 24 ore, invece potrebbe salvare la vita ai detenuti di Sollicciano che soffrono di problemi cardiaci. Si tratta del kit per il monitoraggio cardiaco portatile che, a breve, sarà sperimentato, per la prima volta in Italia in un istituto penitenziario.

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Il progetto, sperimentale, è stato presentato oggi dall’assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Stefania Saccardi, dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Firenze Luigi Marroni, dal direttore del carcere di Sollicciano Oreste Cacurri e dal direttore dell’Asp Montedomini Anna Laura Abbamondi.

“Questo progetto è importante perché applica la telemedicina a un contesto peculiare come un carcere dove vigono, per ovvie ragioni, particolari standard di sicurezza – ha esordito l’assessore Saccardi –. Si tratta di una sperimentazione che non ha eguali nel nostro paese e che consentirà di monitorare e, quando serve, curare le patologie cardiache dei detenuti in tempo reale superando quindi le difficoltà proprie della situazione carceraria”.

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Anche il direttore di Sollicciano Cacurri ha sottolineato la peculiarità del progetto che, oltre ad essere all’avanguardia, consentirà un intervento sanitario più efficace e tempestivo e un risparmio a livello di risorse.

Obiettivo del progetto, infatti, è ridurre gli spostamenti di pazienti detenuti con patologie cardiache presso le strutture ospedaliere esterne.

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Con l’ausilio della telemedicina, infatti, è possibile rilevare l’elettrocardiogramma direttamente in carcere, inviarlo a una centrale di refertazione abilitata ed ottenere il referto ricevendo un file in PDF. In questo modo il medico del carcere può valutare la necessità del ricovero del paziente sulla base di un effettivo referto elettrocardiografico e, se necessario, con l’ausilio del collega dell’ospedale.

Il sistema è stato appositamente sviluppato e progettato sulla base delle specifiche esigenze del carcere di Sollicciano e risponde a precise direttive di sicurezza. Non vengono infatti attivate linee telefoniche: tutto avviene attraverso schede Sim GSM dedicate e reti private per la trasmissione dei dati.

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Il progetto viene finanziato dalla Società della Salute (costo 11-12mila euro) si inserisce in quello più complesso della telemedicina e telecare già in funzione a Firenze. In particolare si tratta di una estensione del monitoraggio sperimentale già attivo (in collaborazione con l’Asp Montedomini e i quattro presidi ospedalieri cittadini) per quanto riguarda lo scompenso cardiaco. Utilizza quindi la piattaforma già in funzione a Montedomini modificata per far fronte alle esigenze di sicurezza del carcere.

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