Non solo nel centro storico. Il Comune di Firenze va avanti nella battaglia al cosiddetto “mangificio”, il proliferare incontrollato di ristori, bar, bistrot, paninoteche, kebabbari, street food e via dicendo: lo stop all’apertura di nuovi locali interessa 40 strade. La novità è che il divieto non riguarda soltanto il “salotto buono” della città, la zona Unesco, ma in tre casi anche la periferia. Il piano, per limitare anche l’emorragia di botteghe storiche, è stato annunciato in Consiglio comunale dalla sindaca Sara Funaro, durante l’illustrazione delle linee strategiche dei prossimi 5 anni di mandato. La delibera che dispone queste limitazioni è stata approvata dalla giunta il 15 ottobre ed entra ora in vigore.
Durante l’ultimo Consiglio comunale, tra i tanti argomenti toccati dalla prima cittadina, anche il tema casa (affitti calmierati, social housing, nuovi alloggi popolari), la mobilità (avanti tutta con le tramvie, nuove zone 30, incentivi per l’uso della bici), il sociale (sostegno ai disabili e agli anziani, più posti negli asili e orari fino alle 18.30, ristrutturazione di Sollicciano), la sicurezza (più agenti sul territorio, più illuminazione, un night manager contro la movida molesta) e lo sport (nuovo stadio, ristrutturazione del Padovani, una nuova piscina nel Quartiere 1 in un luogo da individuare). Ma il tema che ha attirato più l’attenzione è proprio il blocco di nuovi esercizi di somministrazione di alimenti.
Addio al trucco del trasloco della licenza
“Continueremo nel solco della dell’esperienza del regolamento Unesco, prevedendo ulteriori limitazioni alle attività di somministrazione e di commercio alimentare – ha spiegato la prima cittadina in aula -. La nostra città si sta trasformando e rischia di perdere la sua identità: noi questo non lo possiamo permettere e per questo abbiamo deciso di intervenire e con misure importanti”. La prima novità è che non sarà più possibile il “trucchetto” dello spostamento di una licenza, finora consentito come nel caso del nuovo Starbucks in via del Corso: nelle nuove 40 strade non sarà consentito trasferire la licenza di un esercizio alimentare chiuso in un’altra zona, traslocandola nell’area off limits per il mangificio.
La seconda novità riguarda la mappa dello stop. In un gruppo più ristretto di aree centrali sarà possibile solo aprire esercizi di pregio, ad esempio librerie gallerie d’arte, antiquari, botteghe di arredamento, design, artigianato artistico, mente in altre strade – per la prima volta anche in periferia – ci sarà il divieto di insediamento di nuovi locali per la somministrazione e il commercio di cibo. Un intervento, ha sottolineato la sindaca, messo a punto anche confrontandosi con le associazioni di categoria.
” Siamo i primi in Italia a intervenire e lo facciamo subito, perché attuare questo piano per tempo potrà prevenire rischi di impoverimento del tessuto commerciale”, ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico e al Turismo Jacopo Vicini.
Dove scatta lo stop all’apertura di nuovi ristoranti, bar e street food a Firenze
In particolare in 19 strade le nuove aperture potranno riguardare solo attività di pregio, come già succede in via Tornabuoni e via Maggio:
- via della Vigna Nuova
- via Rondinelli
- via Strozzi
- piazza Strozzi
- Porta Rossa
- Lungarno Guicciardini
- via di Santo Spirito
- Lungarno Acciaioli
- via Lambertesca
- via del Parione
- via delle Terme
- Borgo Santissimi Apostoli
- via dei Pecori
- via Pellicceria
- via Brunelleschi
- Via Calimala
- via dei Tosinghi
- via Vecchietti
- via Roma
Questa invece la lista delle 21 strade di Firenze dove sarà vietata l’apertura di nuove attività alimentari (ristoranti, bar, street food, ecc.) anche se trasferite da un altro luogo:
- Via Pietrapiana
- Borgo la Croce
- Borgo San Lorenzo
- via Calzaioli
- via del Corso
- via Guicciardini
- via della Spada
- Borgo degli Albizi
- via dei Cerchi
- via dei Tavolini
- via Mazzetta
- via Sant’Agostino
- via delle Caldaie
- via dei Serragli
- via Faenza
- via Ginori
- via Matteo Palmieri
- piazza Salvemini
- via Gioberti
- via Pisana
- via Senese