Tifone scende in campo. Pardon, in mare.
“CACCIA” AI RELITTI. Battesimo in acqua per il robot realizzato dai Dipartimenti di Ingegneria Industriale e Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze nell’ambito del progetto “Thesaurus” (destinato allo sviluppo di tecnologie per l’indagine archeologica subacquea), guidato dal Centro Interdipartimentale “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa e finanziato dalla Regione Toscana con un milione e 800mila euro. Chiamato appunto Tifone, il robot dovrà rilevare, documentare, censire e monitorare siti archeologici sottomarini, relitti e reperti isolati sommersi fino a trecento metri sotto il mare. Le prove generali, in corso questa settimana nel bacino di Roffia, a San Miniato (Pisa), serviranno a verificare il suo corretto funzionamento: la capacità dei sistemi di bordo di regolare correttamente velocità, inclinazione, rotta e profondità.
IL “BRANCO”. Sotto esame in questi giorni – viene spiegato – anche i sistemi di comunicazione radio (in superficie) e acustico (in immersione) e i sensori per l’acquisizione di immagini ottiche ad acustiche. Nelle missioni future il robot sarà affiancato da due esemplari gemelli, ora in costruzione, con i quali dialogherà attraverso modem a ultrasuoni. I tre veicoli verranno utilizzati per la prima volta “in sciame”, come fossero cioè un branco di pesci, in primavera. Il test sarà effettuato sul relitto dello “Scoglietto” all’Isola d’Elba, a una profondità di ottanta metri, in collaborazione con il Nucleo Operativo Subacqueo della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana.
IN MARE. “Tifone fornirà uno straordinario supporto alla ricerca, monitoraggio e tutela del numeroso patrimonio archeologico – spiega Benedetto Allotta del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze – il robot è in grado di visualizzare con un sonar e con due telecamere la superficie del fondale, di scansionarla in 3D e di renderla fruibile analogamente alle registrazioni di Google Maps e Street View. I modelli tridimensionali dei siti e dei reperti potranno essere utilizzati per una simulazione o una visita virtuale. Inoltre il veicolo è dotato di un ecografo in grado penetrare nei sedimenti e verificare la presenza di un reperto o artefatto archeologico”.
IL ROBOT. Il robot ha una lunghezza di 3,7 metri, un peso di 170 chilogrammi, può superare i 5 nodi di velocità e ha un’autonomia di 8 ore. I costi di produzione – viene spiegato ancora – “sono contenuti e questo aspetto potrebbe agevolarne la commercializzazione”. Tifone è stato realizzato anche in collaborazione con la Scuola Normale di Pisa, che ha curato la parte archeologica, e l’Isticnr (Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione). Un supporto al progetto è stato offerto dalla Provincia di Pistoia e dall’Itts “Silvano Fedi – Enrico Fermi” (Pistoia), che hanno messo a disposizione laboratori e strutture. Per i test in acqua i ricercatori sono stati sostenuti dal Comune di San Miniato e dalle locali associazioni sportive “Canottaggio” e “Canoa”, che hanno messo a disposizione mezzi di assistenza, infrastrutture e servizi. Il progetto Thesarus si concluderà nell’agosto 2013. Nello stesso filone di ricerca è attivo il progetto Arrows, coordinato dall’Università di Firenze, e finanziato dall’Unione Europea con tre milioni di euro fino all’agosto 2015.
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