La Regione Toscana risulta seconda in Italia, sul piano della sostenibilità grazie soprattutto al livello di salute dei suoi cittadini e alle sue risorse naturali. Sono queste le due principali leve che le hanno permesso di conquistare la posizione immediatamente dopo il capofila Trentino AltoAdige.
E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall‘Università di Pisa e dalla Fondazione Toscana sostenibile.
”Siamo soddisfatti dei risultati – ha commentato il presidente della Regione, Claudio Martini -. Dalla ricerca emerge la fotografia di una realta’ che si posiziona nelle zone alte in molti dei settori presi in esame: come dire che il nostro secondo posto non e’ il frutto di isolate eccellenze, quanto la risultante di un benessere diffuso’‘.
Pero’, ha aggiunto Martini, ”siamo secondi in Italia, ma l’Italia e’ tra gli ultimi posti tra i Paesi del G20”. Per questo, ha concluso, serve ”un grande sforzo nazionale sui temi della sostenibilita”’.
Tra i dati migliori spiccano l’alta percentuale di auto euro 4 e euro 5, il basso livello di occupazione irregolare e la altrettanto bassa quota di permessi a costruire concessi, indice di un ridotto uso del suolo a fini edilizi, con una media regionale inferiore di un terzo rispetto a quella nazionale.
Tra i punti di debolezza figurano quelli legati agli indicatori demografici, che descrivono una regione con una popolazione anziana e con un livello di nascite ancora basso, l’alto numero di veicoli circolanti (88 ogni 100 abitanti) che ci pone al terzultimo posto in Italia ed una ancora non soddisfacente quota (il 17%) di utenti del trasporto pubblico sul totale di coloro che si spostano.
La Toscana risul ta infine “fanalino di coda” in Italia per due indicatori: la produzione di rifiuti urbani, che nel 2007 risultava di 694 chili per abitante all’anno e la popolazione (29%) servita da trattamento completo di depurazione.