Le due regioni utilizzeranno in totale ogni anno 77,7 milioni di metri cubi d’acqua, cioè la metà della capacità dell’invaso, risolvendo così gran parte dei loro problemi di approvvigionamento idrico, riducendo il rischio di esondazioni, garantendo il minimo vitale al Tevere e il recupero del livello del lago Trasimeno. L’invaso di Montedoglio si trova sul fiume Tevere ed è situato in provincia di Arezzo al confine con l’Umbria e ha una capacità di circa 150 milioni di metri cubi, di cui circa 100 utilizzabili.
L’accordo stabilisce anche il monitoraggio degli effetti del protocollo, studio e ricerca per arrivare a una pianificazione ottimale della risorsa idrica, ma prevede anche che venga elevato fino a 20 milioni di metri cubi d’acqua, rispetto agli attuali 14,5 attuali, il volume dell’invaso per accogliere eventuali piene del Tevere così da salvaguardare le zone a valle dal rischio di esondazione.
“L’accordo è la concretizzazione della soluzione che serviva – commenta Martini – ad entrambe le regioni. Per noi avrà effetti positivi non soltanto per la nostra agricoltura, ma soprattutto per il rifornimento ed il sostegno alla rete degli acquedotti che riforniscono una zona delicata come la Val di Chiana sia nel versante aretino che in quello senese”.
“Questa scelta – ha continuato Martini – avrà effetti positivi sui costi della risorsa e porterà sia ad una riduzione delle tariffe a carico dei cittadini, che ad un minor prelievo dalle zone amiatine, da tempo in sofferenza per la diminuzione delle piogge”.