Tornato in Emilia gli insegnanti se ne accorgono e, dopo aver convocato i genitori, decidono di rimandare le lampade a Firenze a spese degli alunni, accompagnate da una lettera del dirigente scolastico al sindaco Domenici.
Una “riparazione di un atto di inciviltà” con cui si augura che “l’occasione sia servita per far meglio comprendere agli alunni la necessità di comportamenti che rispettino la cosa pubblica e la tutela dell’incolumità dei cittadini“.
Domenici ha apprezzato il gesto ed ha risposto ringraziando la scuola: “con la restituzione delle cose sottratte si afferma un principio su cui si fonda la civile convivenza: il rispetto dei luoghi nei quali si studia, si lavora o che, come in questo caso, ci si trova a visitare. Per ricordare a tutti noi il significato autentico del concetto di cittadinanza“.