Due camere, una cucina e un piccolo salotto. Proprio come una vera casa, messa a disposizione gratuitamente per i genitori di bambini malati che devono sottoporsi alle cure dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e che non hanno un luogo dove alloggiare per poter stare vicino al proprio bambino. E’ la prima Casa di accoglienza Tommasino, realizzata dalla Fondazione dedicata al piccolo Tommasino Bacciotti, morto in tenera età per un una grave malattia.
La Casa, situata in Lungarno Ferrucci, è stata inaugurata ieri alla presenza, tra gli altri, dei genitori di Tommasino Paolo e Barbara, dei volontari della Fondazione, del sindaco Matteo Renzi, dell’assessore comunale alle politica socio sanitarie Stefania Saccardi, e del direttore generale del Meyer Tommaso Langiano.
L’appartamento, di proprietà del Comune e messo a disposizione per la Fondazione, sarà in grado di ospitare una famiglia per volta “in modo – ha spiegato Paolo Bacciotti – che anche se lontani dalla vera casa e nella difficoltà di avere un figlio in ospedale, quelle persone possano sentirsi a proprio agio, possano continuare una sorta di normalità”. Presto saranno inaugurati altri cinque appartamenti, in zona Careggi, dove vivranno altre famiglie con bambini ricoverati. A scegliere chi beneficerà di questo tipo di accoglienza saranno i servizi sociali del Meyer, e le famiglie saranno poi aiutate anche dai volontari della Fondazione Bacciotti.
“Il grado di civiltà di una città – ha detto il sindaco Renzi – non si misura solo dalla bellezza culturale o dalle opere d’arte, ma dal modo in cui accoglie le persone in difficoltà: dobbiamo dire grazie ai genitori di Tommasino che con la loro generosità danno l’occasione a Firenze di fare qualcosa in più”. “A fine anno – ha aggiunto – consegneremo a Barbara e Paolo le Chiavi della città, perché tutta Firenze, attraverso questo gesto simbolico, possa esprimere il suo sentito ringraziamento per il lavoro e la dedizione di questi straordinari genitori”.
“Questa casa – ha sottolineato l’assessore Saccardi – è un esempio concreto di cosa pubblico, associazioni e privati possono fare insieme e dimostra che Firenze risponde prontamente a questo tipo di problemi”.