Tutto è iniziato nel luglio scorso, quando, durante uno dei consueti controlli a campione sui transiti nella ztl, gli agenti della polizia municipale fermarono un’auto sulla quale non era esposto nessun permesso, ma soltanto un telepass. L’autista dichiarò che quel telepass era collegato al permesso invalidi di una vicina di casa che lui stesso accudiva. Dagli accertamenti però il telepass risultò intestato ad un invalido residente nel settore “E” e deceduto da oltre tre mesi.
Indagini più approfondite hanno permesso di riscontrare ben 172 transiti in ztl e corsie effettuati con il telepass dell’invalido deceduto e altri 43 con il telepass di un’altra invalida, cieca, lei effettivamente vicina di casa dell’uomo.
Sentita dagli agenti, l’invalida ha detto di non sapere che l’uomo utilizzava regolarmente il suo contrassegno e il telepass collegato, tant’è che spesso lei si trovava al lavoro mentre l’auto – con tanto di scritta “scuola guida” – veniva fotografata e sanzionata mentre transitava in corsie e ztl. L’uomo aveva contestato più di 40 delle multe ricevute dichiarando che in quei momenti si trovava al servizio o in compagnia di uno dei due invalidi. I ricorsi erano tutti accompagnati da dichiarazioni e firme della donna invalida e del deceduto. Molti erano stati già accolti e archiviati dalla prefettura. Si è scoperto anche che in realtà la donna non era nemmeno in grado di firmare, così come, ovviamente, non poteva esserlo il deceduto.