Andare a lavoro in barca spostandosi da una sponda all’altra dell’Arno. A Firenze si può ed è un’impresa realizzata. Luciano Casadei ha 55 anni, abita a Compiobbi, fa il fresatore a Vallina e ha scelto un’alternativa sostenibile ed ecologica al classico mezzo di trasporto su strada: tutte le mattine si reca all’officina dove lavora attraversando il fiume.
“Tutto è iniziato due anni fa, quando la ditta si è trasferita da Pontassieve a Vallina – racconta -. La barca era di un amico che me l’ha regalata e insieme ad un gruppo di pensionati del paese l’abbiamo restaurata e resa operativa. Mancavano gli scalmi, ovvero i porta-remi, e li ho realizzati con l’aiuto di mio cognato. È stato un bel lavoro di squadra e il risultato è più che positivo”.
Luciano Casadei: pendolare del fiume
Da quel giorno Luciano infatti usa la barca come mezzo di trasporto spostandosi da una sponda all’altra dell’Arno evitando così i ritardi e lo stress del traffico quotidiano che interessa la zona di via Aretina e dintorni, dove altrimenti sarebbe costretto a transitare per raggiungere il posto di lavoro.
“Ogni mattina alle sette scendo all’attracco con i remi in spalla, navigo fino all’altra sponda e in pochi minuti approdo diladdarno godendomi il silenzio, solo il rumore dell’acqua e la tranquillità della natura. Il tragitto mattutino da casa a lavoro è una sorta di meditazione sull’acqua, quasi un momento di preghiera per me, un’attività utile anche a livello spirituale oltre che salutare” spiega con entusiasmo questo moderno pendolare del fiume, che ha fatto una scelta sana ed ecologica guadagnandone in salute, tempo e serenità.
A pelo d'acqua con il Titanicchè
“Compiobbi dal fiume è bellissima e dal fiume si vedono le cose da un altro punto di vista, per esempio a volte mi affaccio e guardo le auto imbottigliate in fila sulla strada mentre io sono lì a remare godendomi il fiume e la natura in pace e tranquillità.” Luciano Casadei a Compiobbi e dintorni è ormai quasi un’istituzione insieme alla sua barca, che è il suo mezzo di trasporto preferito ed è stata scaramanticamente battezzata “Titanicche’?”. La barca è dotata di specchietti retrovisori e addirittura di un monitor: “E’ il mio sonar” conclude scherzando: “Mi serve a tenere a bada i pesci siluri dell’Arno.”