Il Ministero delle politiche agricole e forestali si confronterà il prossimo 10 settembre, a Perugia, con imprenditori, organizzazioni di categoria ed enti locali per discutere le modifiche al disciplinare di produzione dell’Indicazione Geografica Protetta Igp “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”, un punto di riferimento importante per tutti i consumatori italiani negli anni in cui, per le varie emergenze sanitarie, la carne è stata vista con timore.
La proposta di modifica, presentata dal Consorzio di Tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” di Ponte San Giovanni (Perugia), verte essenzialmente sull’allargamento dell’area di produzione a quei territori dell’Italia Centrale che hanno mantenuto l’allevamento delle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola nei 10 anni di riconoscimento della Igp (includendo per la Toscana anche il territorio pistoiese), e nuove garanzie di tracciabilità e chiarezza nei confronti dei consumatori sulla provenienza dei vitelloni.
L’Igp del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale è costituita da una rete di allevamenti che hanno mantenuto il rapporto tradizionale con il territorio e che allo stesso tempo hanno saputo rinnovarsi per offrire ai consumatori garanzie e qualità senza pari.