mercoledì, 11 Dicembre 2024
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Cooplat, numeri ancora in crescita

Il fatturato 2014 tocca quota 92 milioni di euro con un utile di esercizio di 600mila. Quasi 3mila gli addetti, comprese le due lavoratrici che hanno completato il percorso di reinserimento per donne vittime di violenza. Presentato il bilancio economico e sociale della cooperativa fiorentina

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Quasi 92 milioni di euro di fatturato e circa tremila addetti. Un patrimonio sociale di oltre 15,5 milioni e 600 mila euro di utile d'esercizio. Sono i numeri di un 2014 di crescita e solidità per la storica cooperativa Cooplat, azienda nata a Firenze 69 anni fa e oggi attiva in 12 regioni di Italia nei settori del Facility management, dell'Ecologia, Energia e Manutenzioni. A scattarne la fotografia sono il Bilancio economico e il Bilancio sociale 2014, presentati stamani nel capoluogo toscano.

Un anno con il segno “più”

Nel dettaglio, i ricavi della cooperativa crescono nel 2014 di circa l'8%: dagli 85,2 milioni di euro del 2013 ai 91,9 milioni dello scorso anno. Il piano industriale della cooperativa, inoltre, da gennaio si è arricchito di nuove attività nei settori dell'Energia e delle Manutenzioni. Questo, insieme all'inizio dell'attività di Cooplat nell'area sud della regione in qualità di partner industriale della società Sei Toscana, gestore unico per l'Ato Sud, consente di mettere a budget per il 2015 un fatturato già in portafoglio di oltre 104 milioni di euro. Uno “sprint” nel comparto Ecologia, che vede salire i ricavi per l'anno in corso da 33 a 49 milioni di euro. L'andamento positivo della cooperativa si riflette nella tenuta dell'occupazione.

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Cooperazione è occupazione

Sfiorano quota tremila gli addetti di Cooplat: sono per la precisione 2980 di cui 1438 soci (992 sono donne), con un incremento rispetto al 2013 di 137 unità. Lo zoccolo duro della forza lavoro e della produzione sono in Toscana, dove si registrano quasi la metà del fatturato totale (oltre 50 milioni di euro così ripartiti: 8,7 milioni nella divisione Ecologia, 39,3 del Facility e 1,9 in Energia e Manutenzione) e 1819 addetti (1319 donne) di cui 1155 soci. Dal punto di vista dell'occupazione, la nostra regione si è mantenuta stabile (gli addetti nel 2013 erano 1816). La crescita più significativa si è ottenuta nelle Marche (da 21 a 145), in Sardegna (da 252 a 324) e soprattutto in Piemonte (da 94 a 219) divenuto ormai la seconda regione in Italia per la presenza di Cooplat (la cooperativa vi registra un fatturato di oltre 13 milioni di euro).

I dati evidenziano inoltre come in Cooplat, anche nel 2014, buona occupazione abbia fatto rima con buona cooperazione: ben 2858 sono infatti i contratti a tempo indeterminato, rispetto ai 119 a tempo determinato e a 3 Co.co.pro. La cooperativa mantiene un carattere multietnico: 383 sono i lavoratori stranieri, di cui 295 provenienti da Paesi extra Cee. Le comunità più numerose sono quelle romena (63), albanese (61) e peruviana (40). Da sottolineare anche i risultati ottenuti sotto il profilo della sicurezza sul luogo di lavoro. Nel giro di due anni, dal 2012 al 2014, gli infortuni passano da 221 a 195, l'indice di frequenza scende da 63,7 a 57,4 e l'indice di gravità da 168,7 a 145,3. Sempre in quest'ambito, sono 1400 gli addetti di Cooplat ad aver frequentato corsi di formazione sulla sicurezza.

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Verso l'uscita dalla crisi

“Arriviamo alla soglia dei 70 anni, che festeggeremo il prossimo febbraio, con segnali di ottimismo e fiducia per il futuro – dice il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi –. Il Bilancio è testimone dei risultati di una cooperativa che sa stare al passo con i tempi e alle richieste del mercato senza dimenticare i valori cooperativistici e di solidarietà da cui nasce. Una cooperativa sana non solo sul fronte dei numeri, riconosciuta come un partner affidabile dagli interlocutori istituzionali, economici, sociali e politici che chiedono al mondo del lavoro di svolgere il proprio ruolo con competenza e nel rispetto della qualità del lavoro e della legalità. Riguardo a quest'ultimo aspetto, teniamo a sottolineare che sosteniamo fortemente l’iniziativa dell’Alleanza delle Cooperative Italiane che ha promosso una raccolta di firme per portare in Parlamento una proposta di legge contro le cosiddette 'false cooperative'. Servono misure più severe e incisive per contrastare chi utilizza in maniera strumentale la forma giuridica della cooperazione per perseguire finalità estranee a quelle mutualistiche”.

“È molto positivo il Bilancio presentato da Cooplat, sia dal punto di vista dei risultati economici che del rapporto con il territorio e sotto il profilo dei valori trasmessi – commenta il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti -. È una ulteriore testimonianza di come in questo momento il mondo della cooperazione stia resistendo alla crisi. Il settore dei servizi, in particolare, cresce e cresce bene, il saldo è positivo. Per consolidare tale crescita è strategica l'Alleanza tra tutti i cooperatori che riunisce Legacoop, Agci e Confcooperative. Una Alleanza che al suo primo banco di prova, ossia la presentazione di una Legge di iniziativa popolare contro le false cooperative, sta avendo un esito estremamente positivo. Siamo vicini, infatti, alle trentamila firme raccolte. Il rilievo, anche politico, di tale iniziativa, è averla presentata insieme, uniti. Un segno della forza del mondo cooperativistico per il cambiamento del Paese”.

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“All’interno del settore dei servizi – dice il presidente di Legacoop Servizi Toscana Angelo Migliarini – alcune delle nostre imprese, Cooplat tra queste, hanno realizzato il loro miglior risultato all’interno del peggiore periodo storico. È la dimostrazione che visione, fatica e impegno pagano, che le risposte performanti, prestazionali si conquistano con la consapevolezza e con l’impegno di tutto il corpo sociale. Come settore siamo andati , dunque, al di là della resilienza, piuttosto siamo stati portatori sani di un mercato moderno, tutt’altro che maturo, ricco di opportunità. Si aprono spazi, occasioni, mercati nuovi per chi li saprà occupare, non esistono driver di sviluppo che non prevedano una nostra funzione”.

Cooplat e Artemisia, un lavoro contro la violenza

Tra i nuovi assunti del 2014 compaiono anche due lavoratrici segnalate dall’Associazione “Artemisia – Centro donne contro la violenza Catia Franci”, sulla base dell'accordo per il reinserimento lavorativo delle donne che subiscono maltrattamenti siglato tra i due enti il giugno scorso. Entrambe sono straniere, sui quarant'anni e con figli a carico. Tutte e due hanno alle spalle trascorsi familiari molto difficili e storie di violenza domestica che nei mesi passati le hanno portate ad aderire al percorso di protezione di Artemisia. Assunte nei cantieri fiorentini della cooperativa con contratti a tempo determinato, l'occupazione in Cooplat ha permesso loro di trovare una casa in affitto in cui vivere con i propri figli, potendo contare su una nuova autonomia, anche economica, che le ha rese di nuovo padrone della loro vita.

“Molte donne – spiega Franca Alacevich, membro del direttivo di Artemisia – non riescono a staccarsi dall'ambiente domestico in cui subiscono violenza perché prive di un lavoro che le renda indipendenti. L'intesa con Cooplat punta proprio a garantire questa autonomia, a restituire alle donne che hanno subito maltrattamenti una prospettiva di futuro. Nel caso specifico delle due donne assunte in cooperativa, il contratto di lavoro è anche il presupposto per il permesso di soggiorno. Senza contare che ha consentito loro di uscire dal percorso di protezione e trovare una casa. Da questo punto di vista accordi come quello siglato con Cooplat contribuiscono enormemente ad abbattere i costi del fenomeno della violenza di genere. Per questo auspichiamo che tante altre aziende si dicano disponibili a seguire il buon esempio di Cooplat sul territorio fiorentino”. “Sia chiaro – aggiunge il presidente Frizzi – che non si tratta di un'intesa assistenzialistica. Ci siamo trovati di fronte persone serie, concentrate, che hanno dato una risposta all'azienda di assoluta validità. Ci auguriamo pertanto che si trovino le condizioni per poter rendere ancor più duraturi questi rapporti di lavoro”.

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