È un luogo caro ai grandi maestri. Il Dalai Lama ha scelto questa villa dalla torre merlata come “casa” durante il suo ultimo viaggio in Toscana. Due monaci tibetani hanno la loro dimora stabile nella tenuta di 4 ettari tra le colline pisane. Ma non chiamatelo monastero. Il centro buddista di Pomaia, l’Istituto Lama Tzong Khapa, è aperto a tutti: ci sono monache e monaci, laici e semplici visitatori.
Come visitare il centro buddista
Le porte del complesso, una villa padronale di fine Ottocento, si spalancano ogni giorno anche per chi vuole curiosare nei luoghi di meditazione, tra Buddha dorati, bianchi stupa (reliquiari che conservano oggetti sacri) e colorate bandierine delle preghiere. Meglio però, prima di varcare la soglia, spegnere il cellulare, lasciare le sigarette in macchina e usare un tono di voce pacato. La domenica pomeriggio si svolgono visite guidate. Unica eccezione: i periodi in cui si svolgono ritiri meditativi.
Il Dalai Lama a Pomaia
Quest’anno il Dalai Lama è tornato per la quinta volta a Pomaia, per una visita privata al centro, in occasione del suo viaggio in Italia. La prima volta che si affacciò dai colli pisani era l’ottobre del 1982. Poi fece tappa qui nel 1990, sei anni dopo e nel dicembre 2001. L’istituto Lama Tzong Khapa, uno dei più importanti d’Europa per il buddismo tibetano, è visitato periodicamente anche da volti conosciuti, come l’attore Richard Gere e il cantautore Franco Battiato.
Un “master” in buddismo
Come loro, ogni anno migliaia di persone passano da qui per corsi di buddismo, di meditazione e programmi di studio. I masters programs possono arrivare a durare addirittura sei anni, con nove mesi di lezioni ogni dodici. I monaci del tetto del mondo sono arrivati in questa villa, 40 chilometri a sud di Pisa e a poca distanza dal mare, negli anni ’70.
I “gioielli” dell’Istituto Lama Tzong Khapa
La struttura, in passato residenza estiva di una famiglia fiorentina, è stata via via ristrutturata. Accanto alla torre che fa somigliare l’edificio a un castello, ci sono tanti dettagli che portano in oriente: la ruota delle preghiere conserva all’interno di un cilindro milioni di mantra impressi su una micro pellicola; il giardino del tè è a disposizione per rilassarsi; i luoghi per meditare sono un piccolo e colorato gompa (tempio) ricavato in un ex cappella di famiglia e un secondo gompa all’interno dell’edificio principale. Quest’ultimo è stato ricostruito dopo essere stata distrutto da un incendio scoppiato a Pomaia nel 2008.
Il Buddha di Scorsese
Il centro buddista di Pomaia ha anche adottato una statua da film: l’imponente Buddha della compassione, 8 metri di altezza, usato da Martin Scorsese durante le riprese di Kundun. Per un anno e mezzo è stato sottoposto a una “cura ricostituente”, per renderlo resistente alle intemperie e collocarlo all’esterno l’istituto Lama Tzong Khapa.