Si è conclusa la 15esima edizione di Pitti Fragranze, il Salone evento che ha portato alla Stazione Leopolda di Firenze la migliore profumeria artistica con la presenza di 220 marchi internazionali.
Il tema di quest'anno era “Blooming Newforms”, ovvero il passaggio dal bocciolo alla fioritura capace di trasformare ciò che ancora è incerto ad uno stato compiuto e perfetto: una metafora questa, che richiama il lavoro artigianale di chi, partendo da vaghe sensazioni, riesce a creare prodotti eccellenti, ma difficili da definire a parole, come i profumi.
L'allestimento
Questo concetto ha preso forma anche nell'allestimento, curato dall'architetto Alessandro Moradei, insieme ai giochi grafici realizzati dal designer Diego Soprana, in cui si è voluto portare il mondo del profumo in una dimensione digitale, trasformando il vapore in pixel e le forme in sfumature, traducendo così l'impalpabilità delle fragranze.
Fragranze, che ovviamente avvolgono il visitatore appena varcata la soglia dell'ingresso, trasportandolo in una dimensione quasi incantata e lontana. Sì perché annusando i bastoncini di carta o le campane di vetro, è necessario chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare nei viaggi che quei profumi ricordano.
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Le novità di Pitti Fragranze
C'è infatti chi ha voluto ricreare l'essenza di un preciso luogo italiano, come ad esempio l'odore che si respira su una terrazza di un famoso hotel di Positano, in cui un soffio d'incenso si mischia ai giardini d'agrumi e alla macchia mediterranea. Ma c'è anche chi ha riportato in aroma un'esperienza nel deserto dell'Egitto combinando la noce moscata e il limone con la cannella e lo zafferano, oppure chi ha voluto ricreare un profumo magico, ipnotico ed incantevole grazie ad un mix di bergamotto, mele Granny Smith, frutto della passione, semi di cedro ed ambra che riportano chi lo indossa nel ricco e lussuoso mondo degli Emirati Arabi.
Fragranze di… cucina
Uscendo invece dalle “canoniche” fragranze si entra in cucina, dove un “naso” – termine con cui si indica il mastro profumiere – è riuscito a ricreare l'odore del pomodoro affettato sul tagliere vicino ad un po' di basilico fresco.
Non sono mancate però neanche installazioni particolari e suggestive per far vivere al visitatore un'esperienza a 360 gradi: sognatrice ed incantata quella di “Insomnia in Florence” in cui si respira l'aria del tubero che prende forma durante la notte, mentre decisamente gotica e conturbante quella di Unum in cui l'odore dell'incenso richiama il mistero che si cela tra le vesti sacerdotali, il tutto di fronte ad una sorta di “presepe pagano” colorato di nero.