La rivincita dei vinili, anche a Firenze. Ironia della sorte: una volta era il cd a volerlo mandare in pensione, oggi è lui, il caro e vecchio disco LP, ad avere la meglio sui compact disc. Loro sì che stanno lentamente scomparendo per effetto della musica online. Ciò che il web non può offrire è il suono analogico e caldo del 33 giri, resuscitati negli ultimi anni conquistandosi un fedele pubblico di nicchia, come fedeli sono i clienti dei piccoli negozi di buona musica.
Dentro lo “Yellow”
“Quasi la metà delle vendite è rappresentata da vinili”, dice Iacopo, 44 anni e venti passati dentro “Yellow Record”, lo storico negozio di dischi dell’Isolotto, nato come evoluzione di una sala per flipper e jukebox degli anni Sessanta.
“Dal 2015 siamo passati da 90 metri quadrati a 28”, racconta Iacopo: gli scaffali pieni di dischi e cd hanno lasciato il grande locale di via Torcicoda, per traslocare dietro l’angolo, verso via Sernesi. “Aveva poco senso rimanere in uno spazio così grande, anche per la quantità di dischi, ma a dire il vero questo nuovo negozio, più raccolto, mi piace: è più a mia misura”.
I vinili a Firenze? “Roba da appassionati”
Intorno al bancone c’è una selezione di dischi, classici e novità, cd, ma anche magliette delle band, libri dedicati alle star del rock. A frequentare lo “Yellow” è soprattutto una clientela fissa che arriva pure da fuori Firenze, in larga parte over 35: i millennials sembrano ignorare l’esistenza dei vinili, “è roba da appassionati e romantici”, fa notare Iacopo.
La concorrenza di Amazon
Gli affari vanno avanti, anche se con fatica. “Il problema si chiama Amazon – spiega senza mezzi termini – è impossibile fare concorrenza a chi paga le tasse in un altro Paese: non è una competizione alla pari”. Ma un sogno per il futuro rimane: “Vedere rientrare tanta gente in negozio per poter consigliare buona musica”.