Secondo la bozza del nuovo decreto legge lavoro il reddito di cittadinanza nel 2023 cambierà nome e si chiamerà “Mia” (sigla di “Misura di inclusione attiva“), con una stretta sui requisiti, sugli importi e sulla durata del pagamento. Una somma più leggera e per un periodo di tempo più limitato. Il governo Meloni sta studiando le modifiche al sussidio, dopo che la legge di bilancio ha già ridotto a 7 mensilità l’Rcd per le persone occupabili. Chi non viene toccato dalla modifica introdotta dalla manovra sono i nuclei familiari con disabili, con minorenni a carico oppure over 60. E proprio su queste categorie sta riflettendo l’esecutivo per le modifiche alla normativa. Al momento circa 1,1 milioni di famiglie ricevono il contributo, per un ammontare medio di 549 euro. Vediamo come cambia il reddito di cittadinanza nel 2023.
La bozza di decreto: fino a quando sarà pagato il reddito di cittadinanza nel 2023
Stando alle indiscrezioni sul nuovo decreto legge lavoro, il “vecchio” reddito di cittadinanza potrà essere richiesto fino al 31 agosto 2023 e comunque potrà essere pagato al massimo fino al termine dell’anno. Gli occupabili potranno percepirlo per un massimo di 7 mesi. Dopo questo periodo, prevede la bozza del provvedimento, il reddito di cittadinanza cambierà e verrà sostituito dalla “carta Mia” (Misura di inclusione attiva) per durare 12 mesi, contro i 18 mesi di oggi. Sono queste le ipotesi al vaglio del governo Meloni.
Il nuovo sussidio contro la povertà prevederà l’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro anche per i minorenni con almeno 16 anni, che abbiano finito la scuola dell’obbligo, se non impegnati in un percorso di studio. Potranno essere esonerati dall’obbligo i componenti delle famiglie con “carichi di cura”, ossia con figli fino ai 3 anni o con disabili gravi.
Importi, Isee e requisiti: come cambia l’Rcd con la “Misura di inclusione attiva”
Secondo le ipotesi contenute sempre nella bozza del decreto, il tetto Isee per ottenere il nuovo reddito di cittadinanza scenderà a 7.200 euro e la soglia massima del reddito familiare sarà fissata a 6.000 euro (moltiplicati per il parametro della scala di equivalenza). Dunque l’esecutivo sta pensando a diverse regole (e a differenti importi) per due diverse tipologie di beneficiari: da una parte le famiglie con over 60, minori e disabili, dall’altra i nuclei familiari di “occupabili”
- 375 euro per un massimo di 12 mesi per gli “occupabili”, ossia chi può lavorare;
- 500 euro per 18 mesi per le persone che non possono lavorare (over 60, minori e disabili) oppure chi ha un reddito molto basso (fino a 3mila euro annui).
Secondo la bozza, i minori saranno esclusi dalla scala di equivalenza e avranno diritto, se usufruiscono dell’assegno unico e universale, a 50 euro al mese. Previste inoltre agevolazioni per i datori di lavoro che assumeranno chi beneficia della Mia.
Quando sarà pubblicato il nuovo decreto legge sul reddito di cittadinanza e sulla Mia
Al momento, è bene specificarlo, si tratta di ipotesi perché il governo Meloni sta ancora scrivendo il decreto legge che riformerà il reddito di cittadinanza e istituirà il nuovo sussidio chiamato “Mia” a partire – presumibilmente – da settembre 2023. Il provvedimento, che conta una dozzina di articoli, dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri entro la fine di marzo. Dopodiché il testo dovrà essere bollinato e firmato dal presidente della Repubblica e infine il decreto legge sul nuovo reddito di cittadinanza sarà pubblicato sul pdf della Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore.
Entro 60 giorni dalla pubblicazione dovrà però essere convertito in legge dalla Camera e dal Senato, dove potrebbero essere introdotti dei correttivi. Insomma il percorso per cambiare il reddito di cittadinanza è solo all’inizio e non basterà un decreto legge per definire le regole dopo il 2023.