In molti lo davano in partenza, invece lui è rimasto. E ora vuole giocarsi il posto (“senza polemiche”) in un centrocampo, quello viola, che durante l’estate si è rinforzato con l’arrivo di D’Agostino. Marco Donadel parla alla stampa in vista della gara di Lecce, in programma domenica per la seconda giornata di campionato, dopo l’ampia parentesi delle Nazionali.
LA SCELTA. Le sue parole partono proprio da qui, dalla sua mancata partenza. “Durante l’estate ho pensato che andare via da qui sarebbe stato pesante, quindi sono convinto di quello che posso dare e ho deciso di rimanere. Volevo anche mettermi alla prova con un nuovo mister. Per ora mi trovo bene e mi giocherò il posto senza polemiche. Il mio obiettivo è convincere il direttore Corvino a restare qui. A fine anno mi scadrà il contratto, ma io spero che il mio rapporto con la Fiorentina continui”, spiega il biondo centrocampista. Che sul suo futuro, dunque, sembra avere le idee molto chiare.
COMPAGNI. Poi Donadel parla anche di alcuni compagni: “Riccardo Montolivo è una pedina importante, ma non entro nel merito dei rapporti tra società e giocatore. Mutu? Sono sicuro che ci darà tanto”.
OBIETTIVI. Ma quali sono gli obiettivi della Fiorentina? “Vogliamo dimostrare che preparando una gara ogni sei-sette giorni con i giocatori che sono rimasti, campioni che vogliono dare tanto, possiamo fare una grande stagione – risponde – il divario con le grandi c’è sempre, ma secondo me sono proprio le ‘big’ che hanno capito che devono cambiare rotta, dare spazio ai giovani e crescere”.
CARATTERE. Come vede la nuova Fiorentina? “Abbiamo capito che non bisogna mai mollare. Possiamo anche perdere gli scontri diretti per la Champions, ma sono convinto che la classifica rimarrà corta e quindi ogni gara sarà importante per fare punti utili. Abbiamo l’esperienza per andare su qualsiasi campo e giocarsela. Vedo la Proprietà presente e questo dà orgoglio e sicurezza. Molti dei miei compagni sono nel pieno della maturità e sono convinto che potremo fare molto bene. Non abbiamo paura di Milan, Inter o Juve – conclude Donadel – questa è la mentalità giusta”.