Renzo Manetti, esperto di iconologia, nel suo saggio ‘Il velo della Gioconda’ apre una nuova ipotesi sul celebre quadro di Leonardo.
Secondo Manetti infatti all’enigmatico ritratto esposto al Louvre andrebbe affiancata una seconda Gioconda, nuda, che Leonardo avrebbe dipinto con l’intenzione di rendere omaggio ai due volti di una stessa divinità, Venere.
“Anche se il dipinto e’ andato perduto”, spiega Manetti, “esistono almeno una decina tra riproduzioni e opere di analogo soggetto, eseguite da allievi e discepoli, che ci permettono di ricostruire l’originale”.
E’ chiaro il riferimento a dipinti come la Monna Vanna del Salaino, allievo di Leonardo che col maestro dipinse l’opera a quattro mani, come dimostrato da recenti studi spettrografici.
Alla Gioconda Nuda del maestro di Vinci si sarebbe poi ispirato anche Raffaello, che nello stesso periodo ritrasse due figure femminili assai simili tra loro, una coperta da un velo, La Velata, l’altra seminuda, La fornarina.
Tra queste, come tra le due Gioconde di Leonardo, esisterebbe un rapporto preciso: sarebbero rappresentazione delle due Veneri della tradizione neoplatonica, quella “celeste” e quella “volgare”, a loro volta simboli di due diversi aspetti dell’anima umana.