giovedì, 28 Marzo 2024
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Sarà la Monna Lisa? Aperta una nuova tomba a Sant’Orsola / FOTO

È stata aperta oggi la quarta tomba trovata dietro all'altare francescano. Documenti e indizi fanno sperare che i resti appartengano a Lisa Gherardini, la nobildonna che ispirò Leonardo per dipingere la Gioconda. Ecco le foto degli scavi.

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Alla ricerca della Monna Lisa: aperta nell’ex convento di Sant’Orsola la quarta sepoltura.

L’APERTURA. È stata aperta oggi la quarta sepoltura trovata dietro all’altare francescano nell’ex convento di Sant’Orsola. Silvano Vinceti, responsabile del comitato per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali, presente durante l’apertura, ha fatto sapere che questa è la fase più significativa degli scavi, perché i resti trovati potrebbero essere davvero quelli di Lisa Gherardini, nobildonna fiorentina che si dice abbia ispirato Leonardo.

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LE RICERCHE. Gli scavi sono iniziati all’inizio dell’anno scorso. A luglio la prima grande scoperta: una altare francescano risalente alla fine del Quattrocento. Da luglio sono state poi scoperte altre tre sepolture. Adesso la quarta, che potrebbe contenere i resti della Monna Lisa.

NESSUN DOCUMENTO. Purtroppo i documenti questa volta non aiutano: dalle carte si sa che dal 1300 alla metà del 1400 il convento di Sant’Orsola era abitato dalle monache benedettine. Queste vennero poi sostituite dalle francescane che però hanno lasciato un vuoto nella documentazione dei libri mastri riguardo al periodo che va dal 1530 al 1590. Grazie all’atto di morte reso noto da Giuseppe Pallanti si sa però che Lisa Gherardini venne sepolta nel 1542 proprio all’interno del convento dove morì. Bisognava solo capire dove e adesso, forse, ci siamo arrivati.

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GLI INDIZI. Il libro mastro delle badesse francescane dice solo che sotto l’altare, ritrovato a luglio, venne sicuramente sepolta agli inizi del 1600 un’altra nobildonna fiorentina, Maria del Riccio.  Si sa che intorno il 1622 sempre nel convento morì anche la nobile Antinori. Ciò che accomuna queste due donne con la Gherardini, oltre alla loro nobiltà, è l’aver trascorso gli ultimi mesi della loro vita nel convento di Sant’Orsola, donando contributi a sostegno di esso. Visto i punti in comune e il sistema edilizio sepolcrale dell’epoca si sospetta che le tre nobili siano state sepolte vicine tra loro. E se Maria del Riccio è dietro l’altare, come è scritto nei documenti, allora presumibilmente potrebbe esserci anche la Monna Lisa.

LE TOMBE. Inoltre si sa che la sepoltura di persone laiche nell’ordine delle francescane non avveniva nel grande chiostro del convento, riservato a una fossa comune dove venivano poste le monache, e nemmeno venivano seppellite a terra, come era usanza presso le benedettine. Bensì si utilizzavano delle strutture a castello, con una tomba messa sopra all’altra. Il terreno molle e la profondità di quasi due metri dal punto in cui si sta scavando, fanno presumere che sotto alla quarta sepoltura ce ne sia forse anche un’altra.

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LE FASI. Gli scavi e la prima fase archeologica terminerà a ottobre. Da novembre poi inizierà la seconda fase in collaborazione con quattro università italiane che si occuperanno dei vari esami per scoprire l’identità dei resti. Lo scheletro verrà inizialmente mandato al dipartimento della conversazione dei beni culturali di Bologna, con sede a Ravenna. Sarà il professor Gruppioni a coordinare gli esami dei metalli pesanti.

GLI ESAMI. Poi inizieranno le collaborazioni con le università dell’Aquila, di Pisa e l’università del Salento: gli esami che verranno effettuati sono quelli per determinare l’età, la datazione attraverso il metodo del carbonio 14 e infine l’esame del Dna come prova definitiva per l’identificazione. Dopo un periodo di circa sei mesi, necessari per compiere tutti gli esami, solo ad aprile del prossimo anno si potrà sapere con certezza se questi resti appartengono o meno alla Gioconda.

IL TESCHIO. Se l’esame de Dna darà esiti positivi e quindi si accerterà che lo scheletro appartenga davvero a Lisa Gherardini, si procederà con la ricostruzione del viso della donna partendo dal teschio. Questa operazione, che verrà eseguita a Toronto, è già stata sperimentata con i resti di Poliziano, anche se ancora il risultato non è stato presentato al pubblico.

LA GIOCONDA A FIRENZE. Ad ottobre Vinceti si recherà a Parigi per una conferenza davanti al Louvre per presentare gli scavi e la scoperta. In quell’occasione il responsabile del comitato ha detto che non si lascerà sfuggire l’occasione per chiedere ufficialmente di far rincasare la Gioconda di Leonardo a dicembre. Si chiederà ai francesi non un rientro permanente del quadro, ma che questo possa essere portato l’anno prossimo a Firenze per circa venti giorni in occasione della presentazione al pubblico dei resti.

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