sabato, 16 Agosto 2025
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Batterio killer, in provincia di Firenze crollano le vendite di cetrioli

La psicosi per il batterio ''ha avuto gravi ripercussioni nelle vendite di questo ortaggio, che viene venduto solo in estate'': a denunciarlo è la Cooperativa Agricola di Legnaia, che si è fatta portavoce delle aziende del territorio. Lanciato un appello.

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Batterio killer, crollano le vendite dei cetrioli nella provincia di Firenze.

GRAVI RIPERCUSSIONI. “La psicosi di questi giorni, dovuta al ‘batterio killer E.coli’ (Escherichia coli), ha avuto gravi ripercussioni nelle vendite di questo ortaggio, che viene venduto solo in estate. E’ infatti il danno agli agricoltori uno dei pochi dati certi di questa vicenda, che subiscono incolpevolmente un calo sensibile delle vendite, in seguito ad una situazione gestita nel completo caos tra errori e dannose approssimazioni soprattutto a livello europeo”: ad affermarlo è la Cooperativa Agricola di Legnaia, che si è fatta portavoce delle aziende orticole della provincia di Firenze, denunciando un allarme ingiustificato tra i cittadini, che ha invece portato solo a un preoccupante picco negativo di consumi dei cetrioli in tutta la Toscana con gravi perdite economiche nel settore dell’ortofrutta locale.

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COLPO ALL’ECONOMIA. “Ci siamo recati stamani da agricoltori di un’azienda orticola fiorentina che serve la maggior parte dei mercati della zona – ha raccontato Antonio Lanzi, agronomo che segue i soci della Cooperativa Legnaia – e ci hanno riferito che, da quando è venuto fuori il caso del batterio ‘E.coli’, stanno perdendo ogni giorno dai 30 ai 35 quintali di prodotto: centinaia di casse di cetrioli vengono riposte nelle celle frigorifere, ma dopo qualche giorno devono essere gettate al macero. Infatti delle 300 casse che mediamente venivano richieste dai rispettivi mercati locali, oggi ne richiedono a malapena 30. Ogni azienda, in questi giorni, arriva a perdere fino a 2.500 euro il giorno e questo è molto grave per l’economia agricola locale”.

FILIERA CORTA. “I nostri prodotti sono a filiera corta – ha spiegato Simone Tofani responsabile tecnico della Cooperativa Legnaia – e sono quotidianamente controllati sul posto, proprio perché provengono da campi che si trovano nelle nostre zone. Questa psicosi, provocata anche da una generale disinformazione, ha comportato una diffidenza nell’acquisto da parte dei cittadini di prodotti super controllati, e quindi un vertiginoso ribasso delle vendite del prodotto nel mercato locale dell’ ortofrutta fresca. Ricordiamo ai cittadini di non farsi prendere da queste paure ingiustificate, perché basta semplicemente acquistare verdura a filiera corta e lavarla accuratamente, e anche il tanto temutissimo cetriolo potrà rimanere nei nostri piatti”.

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Novoli, maxisequestro di cetrioli

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