I portali di annunci sono un buon indicatore. Da tempo non si trovavano fra le richieste di lavoro le parole “signora italiana” e “badante” o “colf” nella stessa frase. Complice la crisi, invece, oggi, basta una scorsa ai siti più frequentati per scoprire fra tante offerte di ragazze e donne ucraine, rumene e georgiane, un’abbondanza di annunci che suonano come questi due: “Signora 60enne italiana diplomata referenziata cerca lavoro come badante a persona sola con vitto alloggio stipendio massima serietà”, oppure “Signora italiana referenziata, auto munita, abile in cucina e piccoli lavori di sartoria cerca a Firenze lavoro come baby sitter, badante, colf”.
Seguono indirizzi di posta elettronica e numeri di telefono. Non sono quindi signore italiane alla ricerca di un lavoro qualsiasi, ma che tendono a precisare la necessità di uno stipendio (qualcuno tenterà di assumere badanti promettendo solo vitto ed alloggio?) e le competenze, come il saper fare lavori di sartoria che in tempo di crisi non qualificano più. La stessa percezione di una crisi che non guarda in faccia nessuno viene fuori dalle risposte di chi è impiegato nei centri che si occupano di lavoro interinale, che a loro volta sono lavoratori che a causa del sempre minor numero di aziende che cercano personale rischiano a breve di perdere il loro impiego.
Raccontano da un’agenzia che si trova a due passi da piazza della Libertà: “Data la tremenda crisi che stiamo vivendo, quasi tutti (laureati e non) si adattano a far tutto, nella speranza che in futuro la situazione possa migliorare e si possa valutare qualche lavoro più consono ai propri studi”. Continuano dall’agenzia: “Qualche extracomunitario ritorna a casa perché non ce la fa più a vivere nel nostro paese e si vedono sempre più donne italiane e disperate che si adattano davvero a tutto”.
Non si adatta proprio a tutto, ma sicuramente è disposta a scendere a compromessi con la sua storia, la sua formazione e soprattutto le sue aspirazioni V.P., trentatrè anni compiuti da poco e un pensiero fisso: come arrivare alla fine del mese. Per anni ha combinato studi e lavoretti: “Lavoro da quando ho finito il liceo, come commessa per i saldi estivi, piuttosto che come hostess per convegni”. Si è laureata in Scienze Politiche e ha fatto anche un semestre in Erasmus, voleva rimanere nell’ambiente accademico, però i fatti l’hanno costretta a cambiare idea. Ha fatto qualche stage non remunerato e ha avuto contratti dai tre ai sei mesi, tutti per sostituzioni. Oggi quando porta i curriculum alle agenzie interinali non perde tempo a spiegare la sue competenze e chiede “un lavoro qualsiasi, va benissimo un call center e non importano i turni”. Se fra due mesi non avrà trovato niente, però, anche lei si adatterà “a fare da dama di compagnia a qualche nonnetta. No, non voglio dire badante”.