sabato, 27 Aprile 2024
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Ecomafia, la mano dei Casalesi si allunga in Toscana

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La mano dei Casalesi si allunga sempre di più in Toscana. I suoi tentacoli minacciano l’ambiente della regione, insinuandosi con attività illecite nei settori del cemento, dei rifiuti e della ristorazione.  A lanciare l’allarme è Legambiente, sulla base della relazione annuale sulle ecomafie stesa dalla Direzione nazionale antimafia e presentata al festival di Festambiente, in corso a Rispescia.

BOOM DI REATI.  I crimini contro l’ambiente sono in forte aumento in tutta la regione. Tanto da collocare la Toscana in settima posizione in Italia per numero di reati: se ne consumano almeno sei di media ogni giorno, per un totale di  2.187 infrazioni accertate ogni anno. E’ boom, inoltre, di  persone denunciate e arrestate (1.951, +8 rispetto lo scorso anno) e di sequestri (678, +9% rispetto lo scorso anno).

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I SETTORI. Cemento, rifiuti e ristorazione i settori in cui l’attività criminale si concentra maggiormente. Per le illegalità ambientali nel ciclo del cemento  la maglia nera va alla Provincia di Lucca  con 117 infrazioni, raddoppiate rispetto allo scorso anno, 119 persone denunciate e 12 sequestri. Per i rifiuti la provincia di Firenze è in testa con 87 infrazioni accertate (erano 68 lo scorso anno), 116 persone denunciate o arrestate  e 20 sequestri.

LA LONGA MANUS DEI CASALESI. Dietro ai numeri si cela l’infiltrazione sempre più massiccia delle organizzazioni criminali, in particolare dei clan dei Casalesi. L’ultima relazione annuale della Direzione nazionale antimafia fotografa un’attività della camorra in crescita “nel riciclaggio di denaro in varie parti della Toscana” a partire da settori d’investimento come “l’edilizia, ristoranti e alberghi e  scommesse clandestine”. 

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