venerdì, 26 Aprile 2024
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Il mondo che va a piedi: alla scoperta delle aree pedonali più curiose

La più estesa è a Fez, in Marocco. A Friburgo c’è un intero quartiere dove i mezzi non possono entrare, mentre a Supai, in Arizona, si arriva solo a piedi, a cavallo o in elicottero. Pedonalizzazione non è una parola conosciuta soltanto a Firenze: ecco un breve viaggio in lungo e in largo per il globo.

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Aree pedonali nascono (e crescono). E se a Firenze si fa un gran parlare di quanto e se la nuova rivoluzione delle strade del centro servirà, ecco qualche curioso (e funzionante) esempio di aree pedonali sparse al di fuori dei confini di casa nostra.

IN ITALIA. Prima di prendere il largo è meglio parlare del Bel Paese, dove le aree pedonali più famose hanno cominciato a spuntare nel 1980, quando l’allora sindaco della capitale Giulio Carlo Argan decise di restituire ai pedoni l’area intorno al Colosseo, monumento usato fino ad allora come un’enorme rotatoria. Dopo Roma, seguirono a ruota piazza del Plebiscito a Napoli e, udite udite, piazza della Signoria a Firenze, che – ai più giovani sembrerà assurdo – veniva utilizzata dai fiorentini a mo’ di parcheggio.

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LA PIU’ ANTICA. E se le pedonalizzazioni dello Stivale sembrano ormai cosa nota e non fanno più notizia, basta allontanarsi di poco dai confini italiani per trovare subito qualche città più virtuosa delle nostre. Partiamo dal podio: la metropoli europea che vanta il primato della prima area senza auto è Rotterdam, in Olanda, che già nel 1953 decise di restituire ai cittadini la centrale e modernissima Lijinbaan. Subito dopo toccò a Stevenage, nel Regno Unito, che diede vita al primo shopping center a prova di bipede nel lontano 1959. Terza in classifica è Copenaghen: nella capitale danese, dalla strada di Strogen comincia un dedalo di vie che compongono una delle aree pedonali più vaste d’Europa.

LA PIU’ GRANDE. Per andare a recuperare lo scettro dell’area pedonale più vasta al mondo bisogna però attraversare il mar Mediterraneo e arrivare fino a Fez, in Marocco. La medina (nella foto), al centro della città, con i suoi 5.900 vicoli strettissimi rappresenta in assoluto l’area “car free” più grande al mondo. Ma anche Tangeri, Il Cairo e Casablanca si difendono bene. Un discorso a parte lo merita Vauban, quartiere di Friburgo, in Germania, costruito rispettando criteri di ecologia e sostenibilità: case di legno, biciclette dappertutto, verde pubblico a non finire e, ovviamente, nessuna automobile all’orizzonte. Il trucco per realizzare un’isola felice del genere è molto semplice: innanzitutto i mezzi pubblici sono super efficienti, in secondo luogo non sono stati realizzati parcheggi all’interno del quartiere, quindi è letteralmente impossibile posteggiare la propria macchina. Gli unici posti auto sono dei grossi e funzionali parcheggi alle porte del quartiere, che hanno però lo svantaggio di avere costi di affitto esorbitanti, in modo da disincentivare gli abitanti (circa cinquemila residenti) all’uso delle quattro ruote.

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STATI UNITI. Negli Stati Uniti le aree pedonali sono meno diffuse, ma qualche esempio curioso non manca neanche oltreoceano: è il caso di Supai, in Arizona, una comunità interamente car-free all’interno di una riserva indiana. Dista otto miglia dalla strada più vicina e l’unico moda per raggiungerla è a piedi, oppure a cavallo o in elicottero. E’ l’unica località degli States in cui la posta viene ancora consegnata da un postino che viaggia a dorso di mulo.

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