Nelle prime ore di questa mattina nelle province di Lucca, Livorno, Massa Carrara, Prato ma anche La Spezia, Rimini, Roma e Nuoro, i militari della Guardia di Finanza di Firenze e del Comando Provinciale dei Carabinieri di La Spezia hanno arrestato 14 persone con l’accusa si associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
GLI SPACCIATORI. L’organizzazione era composta da 8 dominicani, 5 italiani e un turco: quest’ultimo, elemento cardine delle operazioni di spaccio, metteva in contatto i primi con un altro gruppo di suoi connazionali per l’importazione di ingenti quantità di cocaina dalla Turchia, dall’Olanda e dalla Spagna.
I TAPPETI. Lo stupefacente, in alcuni casi, veniva introdotto nel nostro Paese all’interno di materiali tessili come tappeti pregiati, e successivamente estratto attraverso un processo di trasformazione chimica.
UN’INDAGINE INTERNAZIONALE. L’indagine, partita nel 2007, si è inizialmente avvalsa anche della collaborazione della polizia inglese e di quella francese, che il 2 giugno del 2008, ad Arles, aveva arrestato 2 cittadini dominicani che dalla Spagna stavano importando in Italia 4,5 kg di cocaina. Durante tutto l’arco delle attività di investigazione sono stati denunciati dall’autorità giudiziaria 35 soggetti di varia nazionalità (italiani, turchi e dominicani), arrestati in flagranza di reato 6 persone e sequestrati 30 kg circa di sostanze stupefacenti, tra eroina e cocaina.
IL MERCATO A FIRENZE. Nel corso della presentazione dei risultati delle indagini, inoltre, il generale Gaetano Mastropierro, Comandante provinciale della Guardia di Finanza, e il colonnello Gennaro Ottaiano, Comandante del Gruppo di Firenze, hanno delineato un quadro piuttosto preoccupante delle attività di spaccio nella nostra città. “Firenze – ha detto Mastropierro – è un mercato dove le organizzazioni convivono senza conflitti”: l’ampiezza della domanda è tale da consentire ai vari gruppi criminali di non dover neppure scontrarsi per la spartizione del territorio. Attualmente, inoltre, il mercato di sostanze stupefacenti – e in particolare di cocaina – è quasi esclusivamente nelle mani di gruppi di nazionalità albanese, mentre il ruolo degli italiani risulta spesso marginale, di collaborazione (deposito, trasporto, ecc.) e non di promozione.