domenica, 15 Dicembre 2024
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Ludopatia: il Covid non ferma il gioco d’azzardo patologico

Aumentano i giocatori d’azzardo patologici e si temono gli effetti della crisi Covid. Una cura c’è, ma bisogna agire subito

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“Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento esponenziale delle richieste di aiuto, duecento solo nel 2019. Ma sono convinta che è solo una piccola parte di quanti avrebbero bisogno di sostegno”. La dottoressa Adriana Iozzi da tempo si occupa di ludopatia e gioco d’azzardo patologico ed è a capo, per l’area del Comune di Firenze, del Serd, il servizio per le dipendenze dell’azienda Usl che è sempre rimasto attivo, anche durante il lockdown per il Covid.

Scommesse, lotterie, slot machine e gratta e vinci possono diventare una vera e propria droga. “Scatta il desiderio forte e irresistibile di tentare la sorte continuamente – spiega Iozzi – il pensiero fisso diventa quello di procurarsi denaro per giocare. Allo stesso tempo si ha la convinzione, errata, che un’ulteriore possibilità riscatterebbe in un solo momento tutti i soldi perduti”.

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Covid e gioco d’azzardo patologico

A essere seguiti dal team di psicologi, psichiatri, educatori e assistenti sociali del Serd sono soprattutto uomini, alcuni giovani, e in misura minore donne anziane. Molti si sono giocati tutto, pure la loro stessa vita: il conto in rosso, decine di migliaia di euro da restituire, licenziamenti, relazioni allo sfascio. L’illusione di poter sbarcare il lunario in un momento di crisi con un colpo di fortuna, ma anche il senso di noia e di vuoto da riempire con l’azzardo. Oppure la necessità di giocare per non pensare.

A complicare la situazione c’è l’incertezza legata all’emergenza Covid, i cui effetti sulla dipendenza legata dal gioco d’azzardo patologico, dicono gli esperti, si potranno comprendere soltanto sul lungo periodo. A chiedere aiuto in genere sono i familiari – perché spesso i giocatori patologici negano di avere una dipendenza – ma lo fanno troppo tardi, quando il problema è diventato insostenibile e si sono accumulate montagne di debiti. Per questo, proprio come per tutte le altre malattie, è importante agire ai primi segnali d’allarme.

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I campanelli d’allarme della ludopatia e la cura

Soldi, tempo e comportamento: queste le tre parole d’ordine, secondo la dottoressa Iozzi. “Bisogna iniziare a preoccuparsi quando il denaro comincia a sparire, ci sono prelievi ingiustificati dal conto, cresce il tempo passato fuori casa, aumentano le bugie, i sotterfugi per ottenere soldi. E poi il comportamento: più irritabile, più assente dalla vita familiare e lavorativa”.

Il gioco d’azzardo patologico è una malattia cronica con rischio di ricadute. Ma si può curare. A Firenze il Serd offre consulenze (anche legali e finanziarie), lavora insieme ai gruppi di auto-aiuto ed è disponibile a rispondere a dubbi garantendo l’anonimato. Tutto gratuitamente. “Lasciarsi alle spalle questa patologia è possibile – assicura Iozzi – l’importante è creare una rete di sicurezza intorno al giocatore d’azzardo, come quella della famiglia, perché in caso di ricadute sia più facile aiutarlo”.

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Ludopatia: a chi chiedere aiuto, i contatti del Serd di Firenze

Ecco i numeri di telefono e le mail, divisi a seconda del quartiere di Firenze di riferimento, a cui rivolgersi per chiedere una consulenza su problemi legati alle dipendenze, alla ludopatia e al gioco d’azzardo patologico:

La lista completa dei numeri, divisa per Aziende Usl, si trova sul sito della Regione Toscana, sezione “Servizi per le dipendenze”

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