Chissà cosa sarebbe successo se i “promessi sposi” Renzo e Lucia, anziché essere costretti a giocarsi la disperata carta di irrompere in casa di don Abbondio nell’estremo tentativo di unirsi in matrimonio, dopo il divieto del potente don Rodrigo, avessero potuto prendere comodamente un aereo e pronunciare il tanto agognato “sì” in una spiaggia esotica, lontano da prepotenti signorotti locali, “bravi”, peste e tutto quello che ne è seguito.
Il grande Alessandro Manzoni, però, non poteva regalare questa facile soluzione ai due innamorati più famosi della letteratura italiana, e non solo perché allora gli aerei non esistevano. L’usanza di celebrare le nozze in paradisi tropicali, davanti a un mare da sogno e a una vegetazione da cartolina, in Italia (e non solo in quel ramo del lago di Como) è infatti arrivata molto più tardi. Ed è solo da circa un anno che anche a Firenze ha preso campo la moda di andare a giurarsi amore eterno a migliaia di chilometri di distanza dalla parrocchia della propria infanzia o dalla Sala Rossa di Palazzo Vecchio, pur splendido scenario per chi sceglie il rito civile. Ora, nel capoluogo toscano (come già avviene in altre città europee), quella di sposarsi all’estero sta diventando una tendenza sempre più seguita.
Ma come funzionano questi matrimoni esotici? In breve succede questo: si parte con il promesso sposo/a alla volta della meta preferita, accompagnati – al massimo – da testimoni, familiari e amici stretti, si celebra la cerimonia nel posto più bello che riusciate a immaginare (una spiaggia di Caraibi o Seychelles, per esempio), si festeggia e si torna a Firenze, dove poco tempo dopo si riceve l’estratto di matrimonio. Tutto così facile? Non proprio. Non è sempre impresa da poco, infatti, organizzare senza sbavature il più bel giorno della propria vita (o quello che almeno dovrebbe esserlo), così come essere sicuri che un “sì” pronunciato dall’altra parte del mondo abbia poi valore legale anche a casa nostra. Per questo, alcune agenzie di viaggi si stanno specializzando nell’organizzazione di nozze all’estero: una di queste, a Firenze, è “Mirò – L’arte di viaggiare”, che da via Dosio – cuore del quartiere 4 – fa partire futuri sposi alla volta di matrimoni nel mondo.
“Tutto è nato quando mia sorella, nonché mia socia – racconta Jessica Scarpulla, una delle due titolari – ha scelto di sposarsi a Las Vegas. La cosa è venuta talmente bene che abbiamo deciso di investirci”. E i risultati non sono mancati. “In un anno abbiamo organizzato quattro cerimonie – spiega – e in futuro penso che i numeri cresceranno ancora: la voce si è sparsa, quest’usanza sta prendendo campo”. Ma chi è che si sposa all’estero, dove e perché? “Per ora solo una fascia di persone con possibilità economiche medio-alte, senza escludere qualche vip locale, ma credo che presto anche clienti medi potranno farlo – risponde – la classica Las Vegas non è più la meta preferita: ora la gente vuol sposarsi direttamente in spiaggia, in paesi come Zanzibar, Mauritius o Turks e Caicos. I motivi sono tanti: da un crescente anticonformismo alla possibilità di unire matrimonio e viaggio di nozze”.
Oltre a quello economico. Per sposarsi in uno di questi paradisi tropicali, portando con sé una ventina di invitati, ci vogliono circa 20mila euro. E, a conti fatti, tra ville, banchetti e fiori, anche restando in Italia c’è chi riesce a spendere molto di più.