Ecco la lettera scritta dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, a Cesare Prandelli, nel giorno del suo rientro a Firenze dopo la tournée canadese:
“Cesare Prandelli lascia la guida della Fiorentina. Non è ancora ufficiale, credo. Ma ormai è sicuro: sarà il prossimo CT della Nazionale. Con molta franchezza dico che è fisiologico che i cicli finiscano. Un allenatore che rimane sulla stessa panchina cinque anni è già un risultato eccezionale. Trovo dunque naturale che il Mister ci lasci, a maggior ragione se penso che andrà ad occupare la panchina della Nazionale. Nessuna polemica dunque tra prandelliani e non prandelliani, tra tifosi filo allenatore e tifosi filo direttore sportivo. È quasi inutile aggiungere, poi, che ogni polemica oggi è semplicemente stupida. La famiglia Della Valle crede nella Fiorentina e sono sicuro che abbiamo ancora da toglierci tante soddisfazioni insieme. Lo faremo, passo dopo passo, nel reciproco rispetto dei ruoli.
Credo però che sia giusto dire grazie, oltre che ciao, a Cesare Prandelli. Il rapporto tra questa città litigiosa e generosa e il suo allenatore è andato oltre l’aspetto sportivo. Abbiamo vissuto gioie entusiasmanti, abbiamo condiviso momenti di dolore profondi, abbiamo sentito un feeling inusuale per una città guardinga come questa. Abbiamo anche provato a mettere in campo – sulla spinta delle indicazioni della società – un fair play che ci ha reso orgogliosi di essere fiorentini e qualche volta (diciamoci la verità) ci è pure rimasto sul gozzo, non solo per i torti arbitrali. Per noi lo stile significa tanto: del resto siamo quelli che ventotto anni fa, per lenire il dolore di un furto, inventarono una geniale espressione che suona: “Meglio secondi che ladri…”
Abbiamo trascorso un pezzo di strada insieme, significativo ed emozionante. La città di Firenze, del resto, ha riconosciuto la particolarità di questo rapporto con la scelta del Sindaco Domenici di insignire Prandelli della massima onorificenza, il Fiorino d’oro. È stato bello fare questo cammino e incrociare i nostri passi. Oggi che le strade fisiologicamente si dividono è un’intera città che dice grazie, è un’intera città che abbraccia uno dei suoi personaggi più amati. Amati anche da chi di calcio si interessano il giusto.
Mi rimangono in mente alcuni momenti degli incontri con Prandelli. Quello di Reggello, al primo ritiro, a parlare di un mio amico cresciuto con lui nella primavera dell’Atalanta. Un pranzo difficile a San Piero a Sieve in un momento delicato di un ritiro particolare. La gioia per la partecipazione alla Champions con Andrea e Diego della Valle all’Olimpico di Torino dopo la rovesciata vincente di Osvaldo e la gioia impressionante dentro lo Stadio Franchi al rientro da quell’impresa. L’apprensione condivisa per un’amica comune in difficoltà di salute. Le sue battute in aereo verso Liverpool sui miei capelli bianchi dopo l’elezione a Sindaco. Il suo servizio come testimonial dell’Associazione Toscana Tumori guidata da un comune amico, Beppe Spinelli, presentato insieme in Palazzo Medici Riccardi. E tanti altri momenti, piccoli e grandi che oggi preferisco tenere per me.
Buona strada, caro Cesare. Con l’amicizia e la stima che sai”.