venerdì, 26 Aprile 2024
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Tre ragazze disabili vanno a vivere da sole

Assistite dall’Oda (opera della Diocesi di Firenze che assiste i disabili), da ieri si sono trasferite in una casa popolare alle Piagge, e hanno iniziato un percorso verso l’autonomia abitativa. Per loro stanze colorate, piante da curare e l’inserimento nella vita del quartiere.

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Ivana, Elena e Francesca. Sono tre donne con disabilità intellettiva che da oggi “vanno a vivere da sole”. Per loro è pronto un appartamento alle Piagge: c’è una stanza lilla, una stanza azzurra, una cucina colorata di verde e dipinta con i papaveri.

In quella casa prima viveva il padre di Ivana, e quando è venuto a mancare il Comune ha accettato di lasciarla a lei: in questo modo non è stata costretta ad affrontare una nuova separazione e oggi comincia il cammino verso l’autonomia abitativa.

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Ivana, Elena e Francesca, assistite dall’Opera Diocesana di Assistenza, in un primo momento frequenteranno l’appartamento solo di giorno, per iniziare a familiarizzare con l’ambiente e a sviluppare le autonomie domestiche di base. Cucineranno (lo sanno già fare molto bene), si occuperanno della pulizia della loro casetta e del mantenimento delle piante.

In un secondo momento quella delle Piagge diventerà la loro residenza a tutti gli effetti, naturalmente con la supervisione di un’assistente e degli educatori dell’Oda. Ci sarà anche un “diario di bordo” dove verranno registrati i progressi e l’andamento del progetto: l’obiettivo è quello di arrivare ad un inserimento a tutto tondo nella vita sociale del palazzo e del quartiere.

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“Riabilitazione significa anche reinserimento del soggetto nella comunità-spiega la dottoressa Giovanna Sorrentino, direttrice sanitaria di Villa San Luigi, struttura dell’Oda – Questo nell’ottica di una deistituzionalizzazione dei ragazzi con disabilità lieve: è questa la missione che l’Oda si è data negli ultimi anni”.

Alla festa di inaugurazione hanno partecipato anche altri ragazzi assistiti dall’Oda, il presidente Don Vasco, gli educatori e tutte le persone che hanno dato una mano alla realizzazione del progetto, muratori e mobilieri inclusi. A preparare il buffet ci hanno pensato le inquiline con il sostegno degli altri ragazzi dell’Oda.

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