domenica, 15 Dicembre 2024
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Recensione: Planet Funk- The Great Shake

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Recentemente sono passati anche da Firenze dove, in occasione del Nextech Festival di Musica Elettronica, si sono esibiti alla Stazione Leopolda. Loro sono i Planet Funk e il quarto album di inediti che hanno creato, dopo un’attesa durata cinque anni si chiama The Great Shake.
Il disco è stato preceduto dal singolo Another Sunrise, un pezzo estivo in rotazione musicale dallo scorso giugno, promosso subito a spot della Hyundai e presentato dal coinvolgente video  di David Gallo.
Un tuffo da un elicottero mostra i componenti della band che si incontrano e planano nei cieli con immagini che raccontano il volo e annunciano l’inizio di  “un’altra alba” (Another Sunrise).
Già, poiché nonostante questo gruppo sia di formazione basic italiana (due fiorentini e due napoletani), ha sempre preferito esprimersi nel codice internazionale ritenendosi di vocazione europea e soltanto quest’anno, ha composto il suo primo pezzo in lingua madre.
Lo spunto è nato da una collaborazione con Giuliano Sangiorgi che attratto dal loro genere musicale, ha composto il brano Ora il mondo è perfetto, passando dal rock melodico al pianeta funk con un testo in pieno stile Negroamaro su base prettamente elettronica (Marco Baroni).
Oltre all’inedita partecipazione del rocker salentino (esperimento già collaudato in Static con Jovanotti), troviamo una nuova voce tra le fila dei Planet Funk a sostituire l’ex cantante Dan Black: il vocalist Alexander Uhlmann.
Le nove tracce di The Great Shake si muovono su linee dance- elettroniche (funk), onde sonore lontane dai ritmi dell’house più rigida e robotica ma che cavalcano la melodia.
All’interno della loro proposta musicale carica di una “malinconia propositiva”, come hanno recentemente dichiarato in un’intervista al magazine Rolling Stone, avanzano evidenti tutti gli influssi degli anni 80’ fin dal primo brano, la piacevole All your love.   
Tra gli altri pezzi, oltre alla title track che evoca un’affascinante dimensione sotterranea, attraente è anche The other side. L’altro lato raccontato è quella zona di Berlino separata dal muro nel periodo della guerra fredda e che oggi riporta il nostro immaginario a quella metropoli divenuta scena dell’ elettronica negli ultimi anni. Uno dei pezzi che si fermano maggiormente nella memoria, forte di una notevole spinta propulsiva, è Live it up, energico e incoraggiante, mentre i restanti brani non sembrano provocare la stessa “Grande Scossa” annunciata, ma rimanere più nell’ombra.
Un album che se tuttavia non provoca forti rotture creative è comunque formalmente ben realizzato e lodevole anche per il suo low cost, aspetto privilegiato dai P. F., musicisti sempre ben attenti alle esigenze sociali dei loro ascoltatori.
In attesa del loro imminente tour (dal 28 ottobre) qui sotto il video di Another Sunrise.

 

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http://www.youtube.com/watch?v=oRC6Ru7uXqk 

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