Non solo palestre e piscine. Il Ministero dello sport ha diffuso le linee guida anche per gli allenamenti sportivi degli sport di squadra, per la verità già autorizzati dal 18 maggio. Per il pallone e il contatto fisico è ancora troppo presto. Saranno allenamenti di gruppo diversi dal solito, visto che la regola di base del distanziamento interpersonale resta. Ma è comunque un inizio: ecco quali sono le regole da rispettare.
Le linee guida valgono per tutti gli sport di squadra, che siano discipline olimpiche o meno, e per tutti i livelli, dai professionisti ai dilettanti e gli amatori. È prevista una diversa classificazione, con punteggio da 1 a 8, in base alla potenzialità del contagio. Dove 1 è lo sport svolto dal singolo all’aperto e 8 quello dell’assembramento e del contatto continuo. In parole povere, un maratoneta rischia meno di un rugbista, uno sciatore meno di un lottatore.
Il punto di partenza è quello di un’analisi del rischio generale, una ricognizione sugli spazi, sul numero e sul ruolo delle persone presenti nei centri sportivi. Fondamentale l’analisi dei layout, vale a dire l’organizzazione e la suddivisione degli spazi in base alla loro funzione. Con un piano per separare, quando possibile, ingressi e uscite, oltre a prevedere regole per disciplinare i flussi di persone da un ambiente all’altro.
L’obiettivo è quello di ridurre al minimo il numero di persone presenti contemporaneamente, se possibile dividendo le attività in gruppi. In modo simile a quanto prescritto per le palestre e per l’attività motoria di base.
Distanza sì, mascherina no
Delle misure di prevenzione previste per tutti gli ambiti non sportivi restano valide il distanziamento interpersonale e l’igiene delle mani e delle superfici. Mentre, come precisano le linee guida, l’uso di mascherina e visiere è “di difficile attuazione” durante la pratica dello sport di squadra.
La distanza interpersonale tra gli operatori sportivi (praticanti, insegnanti e allenatori, personale di supporto) deve essere sempre di almeno un metro quando non si stanno svolgendo esercizi sportivi. Tra gli atleti, anche a riposo, è consigliato di mantenere almeno due metri.
Allenamenti di gruppo, ma distanti due metri
Per quanto riguarda la distanza da mantenere durante l’attività sportiva e gli allenamenti di gruppo, gli atleti dovranno essere separati di almeno due metri. Ma questa misura può crescere ancora in base alle caratteristiche di ciascuno sport. Fino al caso limite citato dalle linee guida di due atleti in corsa a una velocità di 14.4 km/h, in scia l’uno dietro l’altro, per i quali, secondo alcuni studi, la distanza di sicurezza è di circa 10 metri.
Resta il divieto di toccarsi occhi, naso e bocca con le mani. Si deve starnutire e tossire in un fazzoletto che va poi immediatamente gettato in un contenitore apposito. Se non si ha a disposizione un fazzoletto, si può starnutire nella piega interna del gomito.
Vietato poi lasciare gli indumenti indossati per l’attività fisica in luoghi condivisi con altre persone. Vanno riposti in zaini o borse personali e, una volta rientrati a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti.
Si deve bere da bicchieri monouso o da bottiglie personali. Non si può consumare cibo negli spogliatoi.
Sanificazione e pulizia negli impianti sportivi
I gestori dovranno redigere un piano di pulizia che riguardi tutti gli ambienti dedicati alla pratica sportiva, le aree comuni, le aree ristoro, i servizi igienici e gli spogliatoi, le docce, gli attrezzi e i macchinari sportivi, le postazioni di lavoro e allenamento ad uso promiscuo, gli ascensori, i distributori di bevande e snack, con particolare attenzione alle superfici toccate più di frequente, le parti esposte dell’impianto di ventilazione.
Pulizia che dovrà avvenire almeno due volte al giorno sulle superfici, alla fine di ogni turno sugli strumenti di lavoro (può essere l’atleta stesso a farla) e a ogni cambio di turno o di utilizzatore sui macchinari, sugli attrezzi e sulle postazioni di allenamento.
Le linee guida prevedono poi una procedura precisa per chi, durante l’attività sportiva, dovesse manifestare sintomi riconducibili a Covid-19.
Sport di squadra, via agli allenamenti di gruppo: le linee guida
Infine, è prevista l’istituzione di un servizio di supporto psicologico. Non obbligatorio, ma “particolarmente necessario” per favorire il rientro, il recupero e il mantenimento dell’attività lavorativa, soprattutto nei casi in cui un lavoratore sia stato a contatto (diretto o indiretto) con casi di positività al virus.
Il testo completo delle linee guida per l’attività sportiva di squadra e gli allenamenti di gruppo sono disponibili a questo indirizzo.