venerdì, 19 Aprile 2024
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Terzo Giardino, un labirinto nel verde dove non te l’aspetti

L'area verde della Spiaggetta sull'Arno rinasce anche quest'estate per dare nuovo respiro alla città e una prospettiva originale da cui ammirarla

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È nato un po' per caso e un po' per fortuna, è frequentato un po' da tutti, ma non tutto l'anno, e ogni estate rinasce in una forma diversa. L'area verde della “spiaggetta sull'Arno”, come viene comunemente chiamata l'area sottostante il lungarno Serristori proprio di fronte alla Biblioteca Nazionale, si trasforma per l'Estate Fiorentino 2018 in “Terzo Giardino”, grazie ad un intervento di arte pubblica realizzato dallo Studio ++ promosso dal Comune di Firenze, Le Murate PAC – Progetti di Arte Contemporanea, MUS.E, Regione Toscana e Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno.

Dopo aver assunto le sembianze di un curioso zoo grazie alle sculture in legno recuperato dell'artista urbano Il Sedicente Moradi, la spiaggetta si trasforma quest'anno in un raffinato labirinto nel verde. Questo progetto di riqualifica e di arte urbana si fonda nell'idea del mantenimento della biodiversità della vegetazione spontanea nata sulle rive dell'Arno per renderla fruibile ai cittadini. La città ottiene quindi un nuovo giardino, o meglio un Terzo Giardino, chiamato così per ispirazione al lavoro Gilles Clément, famoso paesaggista francese, che vedeva nella natura nata “dai residui dell'organizzazione razionale dell'uomo” un grande potenziale evolutivo.

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Il Terzo Giardino assume quindi le forme geometriche e regolari del “giardino all'Italiana” e ricalca il modello del Giardino dei Semplici, dove ha sede l'Orto Botanico della sezione del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze. La vegetazione non è tuttavia tanto variegata e ricercata: la scelta di mantenere la vegetazione spontanea nasce da un lato per assicurare il naturale mantenimento degli argini e dall'altro per l'interessante contrasto che offre a confronto con le prospettive della città come spiegano gli artisti del collettivo Studio ++, Fabio Ciavolella, Umberto Daina e Vincenzo Fiore.

Il progetto intende infine portare i cittadini a porre un'attenzione sempre maggiore ad una risorsa importante come l'Arno, ad innovare il discorso artistico ecologico degli anni '60 e '70 e infine contribuisce a dare un nuovo respiro alla città e ai suoi cittadini proponendo nuove prospettive tutte da esplorare.

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