venerdì, 1 Novembre 2024
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A volte ritornano…

cecchi gori arrestato

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E’ da ieri in isolamento nel carcere romano di Regina Coeli con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Non stupisce la notizia a chi ormai è avvezzo alle sue spavalde acrobazie finanziare e nemmeno la sfacciataggine delle sue dichiarazioni post arresto: “Tranquilli, è solo un disguido!”

Ma torniamo ai fatti: l’ ex di tante cose, era nella sua casa romana quando ha ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Guicla Mulliri e la Guardia di Finanza l’ha arrestato insieme ad altre due persone: Luigi Barone, stretto collaboratore in alcune società del gruppo e Giorgio Ghini, presidente del collegio sindacale della Safin, a cui sono stati assegnati i domiciliari.

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Il fatto non è comunque nuovo. L’ex presidente viola era stato iscritto nel registro degli indagati per questa faccenda già a gennaio e il 15 maggio scorso la procura di Roma aveva chiesto il suo rinvio a giudizio ipotizzando il reato di bancarotta patrimoniale nell’inchiesta di Finmavi.

Questa custodia cautelare fa riferimento invece, come accennato, al fallimento della società Safin Cinematografica. Nell’ordinanza si cita comunque i precedenti crack della Fiorentina e della Finmavi.

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La Safin era l’ultima società dell’ex impero cinematografico ad aver portato i libri in tribunale, ed era stata dichiarata fallita il 20 febbraio con un passivo di circa 25 milioni di euro.

Era la società che gestiva le sale cinematografiche del gruppo in Italia tra cui il cinema Adriano a Roma, fiore all’occhiello della famiglia.

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La procura ha anche disposto il sequestro di quote societarie di diverse imprese riconducibili al gruppo, che detengono la proprietà di immobili di prestigio dal valore di diverse centinaia di milioni di euro, tra cui diverse sale cinematografiche a Roma, Firenze, Genova e Bari.

La decisione è stata presa a garanzia dei creditori. Secondo le Fiamme gialle alcune aziende sarebbero state “deliberatamente condotte al dissesto e svuotate del loro patrimonio in favore di altre società del medesimo gruppo, mediante fittizie operazioni di riorganizzazione societaria, passaggi di quote azionarie e operazioni commerciali simulate, anche con società estere”.

Che aggiungere… e pensare che a Firenze c’è ancora chi lo rimpiange…

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