martedì, 10 Dicembre 2024
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Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

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La giornata di campionato nel pomeriggio già aveva riservato non poche sorprese.

Tutte le big fermate sul pari e il tonfo pesante del Milan in casa ad opera del neopromosso Bologna lanciavano i sogni viola in alto, ma anche quelli bianconeri: tre punti per balzare su e lasciare già le rivali alle spalle…

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A pensarla alle otto e venticinque della sera pareva una partita aperta ad ogni risultato e del resto, era ben chiaro a tutti che, come sempre, questa partita che capiti in agosto o a gennaio è per Firenze sempre “la partita”.

Lo spirito gagliardo delle due squadre e l’entusiasmo comune di essersi appena appuntate sul petto la qualificazione ai gironi Champions, con annesso stato di preparazione più avanti rispetto alle altre squadre, facevano presagire che sarebbe stata una partita vera, sospinta dall’urlo assordante dei 40mila del Franchi.

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E il match non ha deluso già dal pronti via. La gamba viola c’era, l’entusiasmo, la voglia di fare e il carattere pure.

Una Fiorentina battagliera, forse un po’ troppo precipitosa ed arruffona, ha dato vita ad un primo tempo in cui ha sempre tenuto il pallino del gioco stretto fra i suoi piedi, anche se ad onor del vero, l’avversario non ha fatto certo la parte del comprimario mettendo del suo con capovolgimenti di fronte pericolosi che facevano tremare i polsi

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fiorentini.


Ma la spinta viola per quanto generosa era sterile e su un azione più causale che voluta l’higlander Pavel Nedved la buttava in rete alle spalle di Frey dopo un incursione sulla fascia del connazionale Grygera.

Mancavano pochi minuti alla fine dei primi 45′ minuti e sul Franchi stordito, per un attimo è calato il silenzio.


Il secondo tempo vedeva però tornare in campo una viola tutt’altro che demoralizzata, ma anzi, impegnata a testa bassa e tanto fiato a cercare il pari. L’ingresso in campo del baby fenomeno slavo Jovetic pirma e di Pazzo Pazzini poi rivitalizzavano la squadra e facevano capire che la Fiorentina c’era e ce la poteva davvero fare a raddrizzare la gara anche se si trovava di fronte una difesa arcigna e in grande spolvero che sapeva chiudere bene ogni spazio.

Molti tentativi, di cui alcuni di punizione fino all’esaurirsi della spinta viola verso la mezz’ora. Cala il ritmo, il ginocchi sono molli e la squadra di Torino con un pizzico di presunzione pensa di aver portato a casa il risultato quando arriva la sciagurata espulsione di Melo.


Manca un quarto d’ora alla fine, siamo in 10 contro 11 a dover recuperare lo svantaggio. Chi ci spera?

A quel punto solo i più inguaribili ottimisti potevano pensare che arrivasse il colpo di genio di uno dei tanti solisti viola in campo.


Il miracolo avviene. Da un lancione di Kroldrup senza troppe pretese Pazzini sale in cielo a spizzicare di testa una palla che si prolunga avanti, là dove c’è in agguato Gilardino uno contro uno con Le Grottaglie. Il Gila, ci crede, prende il tempo all’avversario e con la velocità di un cobra difende e controlla, si gira, colpisce ed insacca.

E’ 1 – 1 e tutti a casa felici e contenti. Rimane in testa solo la domanda: ma il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?


Le Pagelle


Frey – pochi interventi, ma da par suo. La fascia di capitano lo esalta quando strozza per due volte l’urlo di gioia del gol a Del Piero con autentiche paratone (una per tempo): Nulla può sul gol di Nedved. Inossidabile. Voto: 7,5


Zauri – da lui il Mister vuole il compitino e lui lo esegue da buon scolaretto con disciplina e senza grossi picchi: nè in alto nè in basso. Sufficiente. Voto: 6


Vargas – il potenziale c’è tutto e si sapeva. Quando sale fa tanta paura, ma lo fa anche quando deve star dietro a coprire anche perchè dalle sue circola un tale Camoranesi. Ha sul groppone una palla persa banalmente che poteva diventare assassina. Velenoso. Voto: 5,5


Kroldrup – preferito a ben donde al posto di Dainelli al centro della difesa dove si aggira quell’Amauri di palermitana memoria che a Firenze ancora ricordiamo bene. Lo controlla con disciplina prendendole sempre quasi tutte di testa e le amnesie sono poche. Voto: 6


Gamberini – col compagno di reparto suddetto si spartisce il controllo dello spauracchio Amauri, ma in due si dimenticano in due occasioni di tal Del Piero. Lui gioca sempre come sa, d’anticipo. Granitico: Voto 6,5


Donadel – il peggiore in campo. Dispiace dirlo perchè merita grande rispetto per il suo gran cuore. Ma non è lui, non trova bene la posizione ne l’intesa coi compagni. Arruffa più del solito anche nel pressing, la sua arma vincente. Confuso. Voto: 5


Felipe Melo – l’avevamo intuito e sinistramente predetto, ahinoi, già fin dal match amichevole contro il Barcellona. Grande carattere sì questo ragazzo, ma fin troppo. Tanta irruenza che nel nostro torneo lo porterà a collezionare cartellini rossi. Eccolo! Za, alla prima rosso sacrosanto sotto il naso! Da disciplinare. Voto: 4,5


Almiron – In campo a sorpresa è a sorpresa anche uno dei migliori. Contro la sua ex squadra ci mette tanto come voglia e carattere compreso un bel tirone da fuori. Tampona, chiude gli spazi, rilancia e si fa trovare sempre libero dai compagni per le sovrapposizioni. Rigenerato. Voto: 7


Santana – l’esterno di fascia preferito dal Mister gioca benino, ma non incide come potrebbe. Dalle sue parti ci potrebbe essere la chiave di volta del match perchè quando prova l’uno contro uno, manda sempre in tilt Molinaro. Peccato che ci provi poco. Irritante. Voto: 6


Gilardino – il bomber vero che mancava! Timbra puntuale e velenoso il cartellino alla prima e corre a far lo Stradivari sotto la curva Fiesole. Gol fantastico di tecnica, equilibrio e rapina. Voto: 8


Osvaldo – era dato in grande spolvero e ben responsabilizzato dal non dover far rimpiangere Mutu ed ha perso un occasione. Abulico, evanescente, fumoso, sempre fuori posizione e lontano dal gioco. Anonimo. Voto: 5


Jovetic – il giovane serbo entra in campo e prova subito a dar il gerovital al match, riuscendoci in parte. Si posiziona coi suoi riccioloni sulla fascia e ci mette carattere e classe acerba ma sopraffina. Virtuoso. Voto: 6,5


Pazzini – liberato dal fantasma di Toni sulle sue spalle pare un altro. Più sicuro di se, più preciso, più disposto a lottare, più disincantato. La sua spizzicata di festa innesca Gilardino. Decisivo. Voto: 7


Kuzmanovic – pochi minuti, ma dei suoi. Voto: s.v.


Prandelli – il mago di Orzinuovi come sempre azzecca tutto. Sceglie dietro Kroldrup al posto di Dainelli ed ha ragione da vendere perchè Amauri la vede poco. manda in campo al centro a sorpresa Almiron e trova nell’ex uno degli uomini più importanti del match. Azzecca, come quasi sempre i cambi, cosa si vuole di più? Il gioco arriverà. Voto: 8


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