giovedì, 11 Settembre 2025
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Il 29 febbraio a Firenze: ieri e oggi

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L’ultima volta era stato nel 2008. Poi il 29 febbraio era sparito dai calendari, per ripresentarsi puntuale oggi: il 2012, infatti, è un anno bisestile. Un giorno “raro”, che capita – anche se in realtà la regola è un po’ più complicata – una volta ogni quattro anni. Dopo oggi, insomma, se ne riparlerà nel 2016.

PREZZI. E allora ecco cosa era accaduto a Firenze l’ultimo 29 febbraio che – prima di quello odierno – la città aveva vissuto. Palazzo Vecchio aveva annunciato che a Firenze l’inflazione era ancora in crescita. Impennata dei prezzi soprattutto per carburanti, combustibili, pane, pasta, latte, pollame ed oggetti di oreficeria. Anche se nessuno, nemmeno i più pessismisti (c’è da scommetterci) avrebbero mai potuto immaginare che il successivo 29 febbraio il costo della benzina sarebbe arrivato ai livelli attuali.

FIORENTINA. Sempre Palazzo Vecchio convocava nel Salone dei Cinquecento, per il giorno successivo, i 400 nuovi steward della Fiorentina per dare loro l’attestato per aver frequentato, con successo, il corso di formazione, e poter così costituire la “nuova squadra di steward professionisti” per vigilare sulle partite  al Franchi ma anche nelle trasferte in Italia ed in Europa della Fiorentina. Oggi, quattro anni dopo, le trasferte europee viola sembrano soltanto un lontanissimo ricordo.

TRAVOLTI DA UN TRENO. Passando alla cronaca, nella notte tra il 28 e il 29 febbraio un uomo e una donna erano stati travolti da un treno nei pressi della stazione di Sesto Fiorentino.

29 FEBBRAIO 2012. E oggi? Firenze si appresta a vivere un nuovo 29 febbraio. Il consiglio è quello di segnarsi bene tutto quello che succede. Perché poi se ne riparlerà solo tra quattro anni.

DI’ LA TUA. E voi ricordate cosa avete fatto il 29 febbraio 2008 o quelli precedenti? Inviate i vostri ricordi e le vostre storie a [email protected].

La città e le date: L’undici novembre duemilaundici, ore undici e undici, visto da Firenze

Renzi a Ballarò. E Crozza scherza sull’incidente con l’auto elettrica/VIDEO

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Renzi a Ballarò uguale Renzi nel mirino di Crozza.

CROZZA-RENZI. Già in passato, in diverse occasioni, il comico genovese non aveva perso occasione di mettere nel mirino (ironico) il sindaco di Firenze, diventato ben presto uno dei suoi “personaggi” preferiti con il tormentone: “Salve, sono Matteo Renzi, sono così giovane che…”.

L’INCIDENTE CON L’AUTO ELETTRICA. E ieri Crozza non si è certo lasciato sfuggire l’occasione per scherzare sul recente incidente che il primo cittadino fiorentino ha avuto con l’auto elettrica. “Ma rottamare non le avrà preso un po’ la mano…”, ha ironizzato il comico, tra le risate del pubblico. Poi il solito tormentone “Salve, sono Matteo Renzi… sono così giovane che quando mi hanno dato l’auto elettrica ho pianto perché volevo il trenino…”.

IL VIDEO (da Youtube):

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VIA ALLA PUNTATA. Poi la puntata è cominciata, e le risate hanno lasciato spazio al dibattito politico.

I precedenti: ”Salve sono Matteo Renzi”: il rottamatore e le beffe di Crozza /VIDEOCrozza conquista l’Anfi: imitazioni, risate e il Renzi – tormentoneFaccia a faccia (col sorriso) tra Renzi e Crozza , in diretta tv / VIDEO

L’incidente con l’auto elettrica: Piccolo incidente per il sindaco Renzi, tamponamento in centro

Lungo le sponde dell’Arno, tra motorini abbandonati e siringhe

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FOTOREPORTAGE. Le prime belle giornate invitano i fiorentini a uscire e passeggiare. Ma come stanno le rive del fiume? Viaggio da lungarno Colombo a lungarno Santa Rosa, per scoprire che il corso d’acqua non è ancora pronto alla primavera.

E dalle acque dell’Arno spuntò uno scooter: viaggio lungo le sponde/FOTO

Un televisore, un computer, un motorino. Sarebbe un ottimo ”bottino”, se tutti questi oggetti non fossero fuori uso e abbandonati lungo le sponde dell’Arno. Con le belle giornate e i primi accenni di primavera torna la voglia di farsi una bella passeggiata lungo le sponde del fiume, portare il cane a correre nelle aree in cui è possibile lasciarlo libero e i bambini a giocare tra la natura. Scendendo però verso le sponde del fiume, nelle zone percorribili a piedi, si trova di tutto. Oltre alle ormai ”solite note” bottiglie rotte, sacchi della spazzatura, materassi, mobili.

LUNGARNO COLOMBO… Lungarno Cristoforo Colombo ha una delle aree verdi più vissute e sfruttate. Chi in queste aree viene tutti i giorni ha molto di cui lamentarsi. Niccolò porta spesso il suo boxer lungo l’Arno: “Negli ultimi tempi le condizioni della passeggiata e dei giardini sono migliorate notevolmente – racconta – vorrei però poter dire la stessa cosa delle sponde e degli argini, che rimangono ancora pieni di buste rotte, bottiglie e sporcizia”. Irene porta la sua Guess qui due ore al giorno: “E’ una delle zone più belle della città, soprattutto in queste giornate quasi primaverili – ci spiega – ma fare tutto il percorso da Ponte San Niccolò all’Obihall è diventata un’impresa: passare sotto Ponte da Verrazzano mette sempre un po’ di tensione, la notte qualcuno ci dorme, ci sono mobili rotti, materassi, vestiti, l’incanto che dà l’Arno viene spezzato”.

…E NON SOLO. Passando per lungarno Ferrucci si apre un altro scenario: la passeggiata lungo la riva appare più pulita rispetto quella di lungarno Colombo, ma una macchia rossa tra gli alberi attira l’attenzione dei passanti: un motorino se ne sta lì fermo, incagliato tra qualche roccia. Proseguendo, passiamo ponte San Niccolò: l’area verde e la spiaggetta sono state recentemente ripulite dagli Angeli del Bello e qualche coraggioso prende già il sole. L’area accessibile da lungarno Santa Rosa rimane ancora nelle stesse condizioni del mese scorso, quando andammo a fare un servizio per il nostro mensile: cartelli stradali, siringhe, sacchetti della spazzatura aperti e abbandonati tra gli alberi dell’Arno. Come diceva Montale nell’incipit di ‘Satura’, “i grandi fiumi sono l’immagine del tempo”. L’Arno, se non altro, tra un computer, un televisore e un motorino, è immagine di modernità.

VIAGGIO FOTOGRAFICO LUNGO L’ARNO:

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Da Buffalo Bill a John Wayne. A Firenze il primo museo della massoneria

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C’è anche la scheda di iscrizione dell’attore americano John Wayne nel primo museo italiano di simbologia massonica che aprirà domani, giovedì 1  marzo, in via dell’Orto 7, nel cuore di San Frediano

Italo scalda i motori: ecco gli orari, aspettando il taglio del nastro

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Italo scalda i motori e nell’attesa della data di partenza, che probabilmente sarà fissata per fine mese, ecco gli orari dei treni che viaggeranno da nord a sud.

GLI ORARI. In attesa della partenza, la Ntv ha reso noti gli orari dei treni. Da Firenze Santa Maria Novella si potrà viaggiare su Milano Porta Garibaldi con treni a cadenza oraria partendo dalle 7.45 fino alle 19.45, un convoglio ogni ora che raggiungerà Milano in sole due ore. L’ultimo treno, dopo le 19, è fissato per le 21.15. Per quanto riguarda la tratta inversa, Milano Porta Garibaldi – Firenze Santa Maria Novella, partirà, come nel caso dell’andata, un treno ogni ora dalle 6.19 fino alle 19.19, ultimo orario disponibile per rientrare in città. Al momento, per viaggiare verso Salerno, partendo sempre da Firenze, lo si potrà fare solo tre volte al giorno: alle 8.15, alle 12.15 e alle 17.15 con un viaggio che durerà poco più di tre ore e mezzo. Anche per il ritorno sono disponibili, al momento, solo tre orari di partenza verso Firenze: alle 6.12, alle 13.12 e alle 17.42.

LA PARTENZA. La data ufficiale ancora non è stata resa nota, ma verrà fissata per la fine di marzo-inizi di aprile. La tratta inaugurale sarà la Napoli – Torino che toccherà quindi le stazioni di Roma, Firenze e Milano, nelle cui stazioni probabilmente, il treno si fermerà durante il viaggio inaugurale. Successivamente, verranno aggiunte anche le fermate di Salerno, Bologna, Padova e Venezia e saranno aumentati gli orari di partenza.

I TRENI. Al momento, i treni della Ntv stanno viaggiando con l’equipaggio a bordo che effettua controlli ItaloTreno2sui servizi che verranno offerti ai clienti, per assicurarsi del perfetto funzionamento delle linee e per portare a termine il rodaggio dei convogli. L’intera flotta sarà composta da 25 treni a pieno regime di cui solo 12 sono già pronti, gli stessi che verranno utilizzati nella prima fase del lancio. La partenza verrà effettuata con un numero limitato di treni per garantire il perfetto funzionamento delle linee e per avviare un processo di rodaggio ”soft” e quindi meno impegnativo.

Da Buffalo Bill a John Wayne. A Firenze il primo museo della massoneria/FOTO

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 La scheda di John Wayne, interprete preferito dal regista John Ford, è stata firmata il 24 giugno 1970. La domanda venne presentata e accettata nella loggia numero 56 di Phoenix, capitale dell’Arizona. L’attore fornì le generalità dei genitori, quelle della moglie, dei figli e rispose a domande sul suo stato di salute. In quell’anno, il 1970, John Wayne, fratello di sangue di molte tribù indiane, chiamato Grande soldato dai Navajos, raggiunse il culmine della popolarità vincendo l’unico Premio Oscar della sua carriera con Il Grinta.

BUFFALO BILL E DAVID CROCKETT. Accanto a questo eroe di celluloide – che sulla diligenza di Ombre Rosse ci ha portato lungo i Sentieri Selvaggi, a Forte Apache e ad Alamo e ci ha fatto divertire con Un uomo tranquillo – ci sono le foto dei veri leggendari protagonisti dell’epopea western: David Crockett, Buffalo Bill, Samuel Colt, inventore della pistola a tamburo, il generale Grant e il generale Custer. C’è anche la foto di Kit Carson, non il compagno di Tex Willer, ma il vero uomo della Frontiera: esploratore, cacciatore, guida, agente indiano che si rifiutò di uccidere gli uomini e di catturare le donne. Facevano parte delle prime logge massoniche americane.

LA MASSONERIA IN AMERICA. Quella del Minnesota, per esempio, – il cui stendardo è conservato nel Museo – si chiamava Ordine degli Uomini Rossi ed era nato per tutelare proprio gli indiani. Non a caso sullo stendardo rosso, conservato al Museo, è raffigurato un pellerossa a cavallo. La massoneria negli Stati Uniti ha continuato ad avere una grande tradizione e un enorme seguito. Sulla banconota da un dollaro da un lato c’è l’immagine del Presidente americano George Washington e dall’altro c’è il “Gran Sigillo” simbolo della massoneria. E’ una piramide tronca, in cima alla quale c’è l’occhio di Dio che tutto vede. Quel biglietto verde è pieno di numeri e di simboli. Contiene anche un voluto errore di ortografia. Vi è scritto: “Novus ordo seclorum” invece di “Novus ordo secolorum”.

LA SIMBOLOGIA MASSONICA E IL DOLLARO. Lo sbaglio serve a sottolineare che la frase è composta da 17 lettere, anziché 18 che rappresenta il Perfetto Ordine Celeste. Questo è il primo Museo italiano di Simbologia Massonica. Custodisce oltre diecimila oggetti provenienti da tutto il mondo. Sono abiti, grembiuli, fasce, bicchieri, bottiglie, porcellane, spille, cravatte, timbri, foto, manifesti, documenti, libri, diari, schede di iscrizione, diapositive in vetro, lanterne magiche. L’oggetto più vecchio è un grembiule francese, simbolo principe del lavoro del massone, che risale alla fine del 1700, fu sepolto durante la seconda guerra mondiale per nasconderlo ai nazifascisti. Il nucleo principale è stato raccolto negli Stati Uniti, Canada, Messico, Cile, Cuba, Sud Africa, Francia, Inghilterra, Scozia, Irlanda e , naturalmente, in Italia.

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IL MUSEO FIORENTINO. Al pian terreno del Museo della Simbologia Massonica ci sono immagini e documenti di scrittori, poeti, musicisti, pittori, politici, eroi che hanno combattuto per il proprio paese: dagli artefici della rivoluzione francese ai leggendari pionieri del West, dai protagonisti del nostro Risorgimento fino ai famosi attori del cinema. Al piano superiore sono stati ricostruiti nei minimi dettagli il Gabinetto di Riflessione, luogo dove si inizia a compiere i primi passi, ed una loggia capace di ospitare una quindicina di fratelli.

Neve e gelo, ventidue milioni di euro di danni all’agricoltura Toscana

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L’agricoltura è ”stato confusionale” e ha due volti. Se da una parte abbiamo gli albicocchi già in fiore, dall’altra i danni del maltempo fanno tremare il bilancio della Regione: 22 milioni di euro di danni. Coldiretti ha comunicato il dato, proseguendo l’attività d monitoraggio su tutto il territorio toscano.

ARIA DI PRIMAVERA?. ”Un conto salatissimo – commenta Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana – L’arrivo imprevisto delle temperature già quasi primaverili in particolare nella zona di costa, dopo il prolungato gelo polare, stanno ingannando le piante che già mostrano i primi segni di risveglio. Le piante di albicocco, ciliegio, susino e pesco, ma anche di pero e melo sono stimolate dalle temperature primaverili a preparare le gemme per la fioritura con il risultato di renderle meno resistenti al freddo che tornerà presto, secondo i meteorologi, a farsi sentire”.

IL RISCHIO. ”Il rischio – aggiunge Marcelli – è un crollo delle fioriture e quindi della produzione dei frutti nella prossima primavera-estate che farebbe ulteriormente aumentare il conto dei danni provocato dall’andamento climatico anomalo del 2012 al settore agricolo”. E la conferma che stia succedendo qualcosa di anomalo, arriva dalla costa apuana e dalla Versilia, dove gli albicocchi si preparano già alla fioritura ”in anticipo di qualche settimana, sicuramente un paio”, spiega Paolo Caruso, imprenditore agricolo di Massa. Primavera rimandata, invece, nelle zone interne. A Castelfiorentino il ”Poggio ai Grilli”, azienda agricola specializzata negli alberi da frutto parla di ”presupposti che non ci sono ancora”. ”Le temperature mattutine sono ancora molto rigide – conferma Marco Borghi – mentre quelle pomeridiane sono sicuramente anomale. E’ ancora presto per parlare di primavera”.

I DANNI. Ma se c’è una Toscana in fiore, c’è anche una Toscana che sta ancora contando e sentendo i duri effetti di un inverno anomalo. Orticolo, olivicolo, viticolo e zootecnico i settori più danneggiati dal mix di neve e gelo a cui vanno sommati numerosi crolli di stalle, capannoni, fienili e serre, cali di produzione di latte e uova, e la preoccupazione per la ripresa vegetativa degli olivi come confermato già nelle scorse settimane da Coldiretti. Nel fiorentino, zona Scandicci, l’Ab Agricola Bencini, ha dovuto buttare via interi raccolti di cavolo nero, rape, cicoria e piselli. ”Ho perso tutta la produzione – spiega il titolare Tommaso Bencini che vende ai mercati di Campagna Amica – è stato un inverno molto difficile”. ”Ci sono centinaia di imprese – conclude Marcelli – che sono state costrette a gettare via intere partite di orticoli coltivati in campo aperto con danni calcolabili da centinaia fino a migliaia di euro”.

Fusti tossici, indagini sul pesce. ”Nessun rischio per la salute umana”

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Fusti tossici caduti in mare, “nessun rischio per la salute umana”. A dirlo è l’Istituto Superiore di Sanità, dopo le indagini eseguite sul pesce nell’area dei fusti caduti in mare dalla motonave Eurocargo Venezia lo scorso dicembre. Indagini che “non hanno evidenziato rischi per la salute umana legati all’esposizione agli elementi analizzati attraverso il consumo dei prodotti ittici sottoposti a campionamente”. E’ questo, dunque, il risultato a cui è giunto l’Istituto Superiore di Sanità, in seguito agli esami effettuati sui campioni di specie ittica prelevati  da Arpat una prima volta il 19 gennaio nel tratto Gorgona e poi nella notte tra il 23 e il 24 febbraio nell’area di mare vicina ai fusti ritrovati e in un’area di controllo, e quindi analizzati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale.

“IL MONITORAGGIO DEVE CONTINUARE”. “Abbiamo fatto bene a procedere alle indagini che oggi ci dicono che non si evidenziano rischi per la salute umana – ha dichiarato il presidente Enrico Rossi – Tuttavia il monitoraggio deve continuare. I fusti tossici sono ancora in fondo al mare e le condizioni dell’acqua e della fauna ittica devono essere costantemente tenute sotto controllo. Con determinazione ancora maggiore, se possibile, vogliamo che si proceda a completare l’individuazione dei fusti e soprattutto alla loro rimozione. Moltissimi sono chiusi e integri, prima vengono ripescati e prima si scongiurano i rischi di inquinamento. Farò di tutto perché questo avvenga in tempi certi, e chiedo che la Capitaneria di porto si adoperi al massimo perché la Grimaldi proceda”. “I risultati degli esami dell’Istituto Superiore di Sanità sono estrememente chiari e confortanti – ha sottolineato l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia nel corso dell’incontro con i giornalisti – Ad oggi non ci sono pericoli per la salute umana. La situazione va comunque tenuta costantemente sotto controllo. E soprattutto, vanno ritrovati rapidamente i circa 50 fusti mancanti, e tutti vanno rimossi in tempi brevi. Cogliamo questa occasione per rinnovare con decisione la richiesta”.

LE ANALISI. Le analisi compiute dalla sezione di Firenze dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale su i campioni  prelevati da Arpat (quelli del 19 gennaio e del 24 febbaraio sono peraltro risultati coerenti tra loro) hanno riguardato la ricerca di Cobalto, Nichel, Molibdeno, Vanadio e Antimonio. Le ultime analisi sono state effettuate su complessivi 9 campioni di pescato, in particolare naselli, scampi, gamberi, totani, rane pescatrici, razze monache e piccoli squali di profondità, provenienti dal tratto di mare in prossimità del relitto disperso dalla motonave Eurocargo, nella  cosiddetta “area fusti”. Altri 8 campionamenti poi hanno riguardato la cosiddetta “zona del bianco” o di controllo, posizionata lontano dell’area di ritrovamenti dei fusti, per i necessari confronti. In merito ai valori di Nichel, Molibdeno e Vanadio, la maggior parte dei campioni presenta valori inferiori al cosiddetto limite di rilevabilità analitica (LOD). E’ necessario precisare che i valori riscontrati si riferiscono ai limiti di rilevabilità dello strumento utilizzato e non sono confrontabili con valori limite stabiliti da leggi o dalla letteratura scientifica, in quanto questi al momento non esistono. Inoltre non si osservano valori significativamente diversi tra l’“area bianco”e l’”area fusti”. Per quanto riguarda il Vanadio sono stati evidenziati superamenti del limite di rilevabilità sia nell’”area fusti” (7 specie su 9) sia nell’”area bianco” (3 su 8), anche se con frequenza lievemente maggiore nel sito di ritrovamento dei fusti. Per quanto riguarda il Nichel nell’area di rinvenimento dei fusti sono stati riscontrati superamenti del LOD in 3 specie su 9, mentre nell’area del “bianco” in 2 specie su 8. Per quanto riguarda il molibdeno sia nell’”area fusti” che nell’”area bianco” è stato riscontrato un solo superamento del LOD. Anche gli altri due parametri campionati, cobalto e antimonio, non mostrano significative differenze tra le due aree. L’ISS sottolinea anche che i metalli sotto osservazione sono “generalmente presenti in diversi gruppi di alimenti anche in concentrazioni più elevate rispetto a quelle riscontrate negli organismi acquatici campionati”. Pertanto  l’influenza che possono aver avuto le sostanze uscite dai fusti sulla catena alimentare “risulterebbe nel complesso poco significativa”.

ARPAT. “Arpat continua a seguire i  monitoraggi svolti da Castalia in base al piano discusso anche  ieri con ISPRA e la Capitaneria di Porto di Livorno – afferma Giovanni Barca direttore di Arpat – Infatti un tecnico dell’agenzia da oggi per tre giorni sarà a bordo del Minerva 1. Proseguiranno altresì i monitoraggi ordinari di Arpat allargati a Cobalto, Nichel, Molibdeno, Vanadio e Antimonio. Nei prossimi giorni infine valuteremo insieme a IZS, ISS e Ausl, l’opportunità di ripetere un campionamento di pesce nelle immediate vicinanze della perdita del carico”.

La ”sorella” della Costa Concordia rimorchiata verso Mahè

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La Costa Allegra, “sorella” della Concordia – naufragata all’isola del Giglio – non sarà rimorchiata fino all’isola più vicina, Desroches, ma a Mahè alle Seychelles. Il cambiamento di rotta è stato effettuato per ragioni di sicurezza. L’Allegra arriverà sull’Isola giovedì, trainata da un peschereccio francese. La nave di Costa Crociere era rimasta alla deriva ieri dopo un incendio in sala macchine.

IL RIMORCHIO. Sono più di mille le persone a bordo della nave, che dovrebbe arrivare all’isola di Desroches domani alle 15 ora italiana (le 12 locali): il rimorchio procede infatti molto lentamente.

A BORDO. Secondo quanto si apprende, a bordo della Costa Allegra i passeggeri stanno comunque tutti bene e non ci sono particolari problemi. Per le prossime 48 ore gli elicotteri garantiranno un collegamento costante con la nave, per portare a bordo ”cibo, generi di conforto e torce elettriche”, lo ha reso noto Costa Crociere, sottolineando che il loro obiettivo è quello di ”rendere il disagio dei passeggeri il piu’ breve possibile”. Disagio per il quale la compagnia ”è sinceramente dispiaciuta”.

DUE VICENDE CHE SI INTRECCIANO. Due vicende molto diverse ma, come spesso accade, le due navi, oltre ad appartenere alla stessa compagnia ed essere state ”protagoniste” di un incidente (il primo molto grave, l’altro meno), hanno in comune anche una storia. E si tratta della storia di due fratelli, James e Rebecca Thomas. Entrambi lavorano per la Costa Crociere come ballerini e negli ultimi tempi ”non hanno dato pace” al padre Mark. Il figlio più giovane, il 19enne James, è difatti scampato al disastro della Concordia, mentre Rebecca, 23 anni, si trova ancora a bordo dell’Allegra. Lo scrive il Daily Mail. “Non potevamo crederci, è incredibile che sia accaduto ancora – ha detto l’uomo -. Almeno James si trovava vicino alla riva, mentre sono preoccupato perché Rebecca è nel mezzo dell’Oceano e non sappiamo esattamente cosa stia accadendo”. James si è guadagnato la ”fama” di eroe per aver aiutato alcuni naufraghi della Concordia a salire su una scialuppa di salvataggio: “Con una mano tenevo la barca, con un piede mi ancoravo, e la gente mi passava sul corpo per salire sulla scialuppa”, ha ricordato James ai media d’oltremanica. A bordo della Allegra ci sono 31 cittadini britannici.

CONCORDIA. Diversa, molto diversa – insomma – la situazione rispetto a quanto accadde a metà gennaio alla Concordia, ma per molti – in particolare all’isola del Giglio – è stato inevitabile collegare i due episodi. Pochi giorni fa sono stati infatti trovati altri corpi, e ci sono ancora dispersi, mentre saranno ancora lunghe le operazioni di recupero del carburante e di rimozione dell’imbarcazione dalle acque davanti all’isola toscana.

LA PROCURA. La procura di Genova ha aperto un fascicolo sull’incidente avvenuto sulla Costa Allegra, lo ha confermato il procuratore capo Michele Di Lecce, precisando che il fascicolo è stato aperto ”per atti non costituenti reato”. ”Non partiamo con ipotesi preconcette – ha detto -. Dalle informative che oggi abbiamo è emerso solo un incendio. Bisogna accertare se sia stato casuale oppure di origine dolosa. Ed è anche da valutare se vi sia stato pericolo per le persone”.

L’incidente: Dopo la Concordia, l’Allegra: un nuovo incidente per le navi Costa / FOTO