mercoledì, 17 Settembre 2025
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Parcheggi deserti: quando le aree di sosta fanno flop / FOTO

Il parcheggio c’è, ma chi lo usa? Un paradosso in una città con 202mila auto, afflitta dalla lotta quotidiana per il posto sotto casa. Eppure è lunga la lista dei parcheggi di struttura che rimangono spesso e volentieri semivuoti. Il multipiano di piazza Alberti, lo scambiatore di viale Europa e il nuovo reparto per motorini sotto la stazione Santa Maria Novella sono solo alcuni dei parking snobbati da automobilisti e scooteristi. Nonostante le decine di milioni di euro servite per realizzarli.

SANTA MARIA NOVELLA. Partiamo dall’ultima creazione di Firenze Parcheggi, la spa che gestisce la sosta in città: l’area sotterranea per le due ruote inaugurata a fine luglio a Santa Maria Novella. È misero il resoconto di un sopralluogo effettuato alle dieci di mattina di un mercoledì d’inverno: dei 181 posti per gli scooter solo 28 sono occupati. A niente, per ora, è valsa la tariffa superscontata di un euro al dì. A niente è valso riservare alle due ruote una strada d’accesso al parcheggio seminterrato. Eppure per realizzarlo sono serviti 50mila euro. “I centauri, non c’è verso, continuano a preferire la sosta abusiva”, allarga le braccia l’ad di FiPark, Marco Carrai.

VIALE EUROPA. Pure peggio in periferia. Tocca il fondo lo scambiatore di viale Europa, che venne inaugurato sei anni fa per consentire ai pendolari di lasciare l’auto e raggiungere il centro con i mezzi pubblici. Prova sul campo: 19 posti occupati su 202 disponibili. Praticamente, lo scambiatore non riesce a riempire nemmeno un decimo della sua capacità. Il suo indice di occupazione è del 20 per cento, secondo la media di FiPark. E sembra una stima che pensa positivo. “Questione culturale”, come dice Carrai? Sta di fatto che il parcheggio non ha mai spopolato. E nel 2011, inesorabile, è arrivato il tracollo da crisi: tra gennaio e settembre incassi in picchiata del 20,3%. Dai 35mila euro del 2010 a 28mila. I bus Ataf 8 e 23 diretti verso il centro sfrecciano davanti allo scambiatore senza fermarsi, tanto di passeggeri nemmeno l’ombra. L’unico che incontriamo è Duccio Cerreti, che torna dalla sua cartoleria in centro: “Ho fatto l’abbonamento, pago solo due euro per 12 ore, è un po’ scomodo ma conviene”.

GUARDA IL NOSTRO REPORTAGE:

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FORTEZZA E ALBERTI. Altro flop il parcheggio di Fortezza Fiera, che tutto sommato tiene dal punto di vista degli incassi (+6% dal 2010 al 2011) ma che riporta un indice medio di occupazione giornaliera poco incoraggiante, pari al 20%. Più scuro che chiaro anche il quadro del multipiano in piazza Alberti. In mattinata, durante il nostro sopralluogo, il piano terra è pieno, gli altri assai meno. Quando si sale sulla terrazza sembra di stare in mezzo alla tundra desolata. Non c’è nemmeno una macchina. Una beffa, considerati i 313 posti disponibili. Il suo indice di occupazione è ballerino, spiega Carrai. Fino al pomeriggio si aggira intorno al 30%. Durante la notte, grazie ai residenti con l’abbonamento, si riempie per l’80%. Ma è insufficiente per non far rimpiangere i 16 milioni di euro in project financing che sono serviti per costruirlo.

BECCARIA E SANT’AMBROGIO. Qualche gioia (economica) per Fipark arriva dalle strutture di piazza Beccaria e Sant’Ambrogio, che insieme al sotterraneo della stazione lavorano a pieno regime. Sono loro che tengono in piedi il bilancio della spa della sosta. Il parcheggio di piazza Beccaria, con un indice di occupazione del 100%, ha incassato 490mila euro tra gennaio e settembre 2011: il 17% in più rispetto all’anno precedente. Sant’Ambrogio, nello stesso periodo, regala a Fipark un tesoretto da 302mila euro (+29%).

PORTA AL PRATO. Boom per il posteggio di Porta al Prato, vera sorpresa dell’anno con 42mila euro (+36%). In totale, FiPark è passata da 6,6 milioni di incassi del 2010 a 8,2 nel 2011 (+25%). Merito dell’aumento delle tariffe dal gennaio scorso. E di un aumento degli accessi che, fino a luglio, è stato del 4 per cento.

Violenza sulle donne: fiaccolata a Firenze

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Dodici donne uccise, una ogni due giorni, nel primo mese del 2012. Una ‘strage’ silenziosa denunciata dal comitato ‘Se non ora quando’ che per la giornata di ieri ha organizzato una fiaccolata contro la violenza sulle donne, in tutta Italia.

IL PRESIDIO A FIRENZE. Alla fiaccolata in piazza della Signoria hanno aderito anche l’assessore alle pari opportunità Cristina Giachi, la presidente della commissioni pace e diritti umani Susanna Agostini e la presidente della commissione pari opportunità Maria Federica Giuliani. L’obbiettivo dell’iniziativa è quello di portare all’attenzione di tutti, un fatto che ha, ad oggi, i numeri e le caratteristiche di un’emergenza sociale.

LE VIOLENZE IN NUMERI. Solo nel 2011 le donne uccide in Italia sono state 97 e il numero dei centri di accoglienza a rischio chiusura aumenta continuamente. Secondo i dati Istat, una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata oggetto di violenze da parte di un uomo e nel 63% dei casi alla violenza, hanno assistito i figli. Le più colpite sono le donne pià giovani, tra i 16 e i 24 anni, e nella maggior parte dei casi, le violenze non vengono denunciate. Il 96% delle vittime non parla con nessuno delle violenze subite. I maggiori aggressori sono i partner. Questi numeri, secondo Se non ora quando, testimoniano ”non solo la gravità di un problema, ma l’evidente inadeguatezza delle politiche attuate da tutti i Governi che si sono finora succeduti”. Inoltre, i dati raccolti, sono indegni di un Paese civile.

Continuano le ricerche dei Vigili del Fuoco

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Continua il lavoro dei Vigili del Fuoco a bordo della nave Costa Concordia.

Le città invisibili di Calvino diventano tovagliette. In libreria/FOTO

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Diomira, Fedora, Isidora, Zaira. Saranno loro, le Città invisibili di Italo Calvino, le protagoniste del Brac’s art on Table di febbraio, la ‘mostra orizzontale’ della libreria Brac di Firenze, che ogni mese invita un artista a confrontarsi con i tavoli del caffè letterario realizzando trenta tovagliette a tema.

CITTÀ – TOVAGLIETTE. Stavolta, con un’eccezione alla regola, le opere prodotte saranno 55, tante quante sono le città immaginarie del libro di Calvino, e verranno esposte a rotazione. A disegnarle è Elvira Muntoni, architetto di 33 anni, sarda d’origine e fiorentina d’adozione. Il suo progetto nasce a Barcellona nel 2009 e oggi prende vita con un libro d’artista in copia unica (le tavole originali sono su lucido), in cui le 55 immagini sono organizzate in 11 gruppi tematici di cinque città ciascuno. Con il pallino per i dispositivi elettronici, computer e schede madri (uno dei suoi passatempi preferiti è smontare tastiere di pc), Muntoni sovrappone ai disegni dei circuiti gli elementi fantastici e sognanti delle città calviniane.  Il risultato? Disegni dai ‘destini incrociati’ che ripropongono i ‘balzelli’ cronologici, l’atemporalità, la dimensione onirica delle Città invisibili, in chiave moderna. 

GUARDA LA “MOSTRA ORIZZONTALE”:

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L’ARTISTA. Elvira Muntoni nasce in un piccolo paese della Sardegna nel 1979. Studia architettura a Firenze, dove si laurea nel 2005. Vive quattro anni a Barcellona, lavorando come architetto. Qui partecipa alla III edizione del Festival del libro d’arista con un’interpretazione de le Città invisibili di Italo Calvino, illustrate su circuiti di tastiere. Dalla Spagana, approda a New York, dove frequenta laboratori di serigrafia e incisione coltivando il suo interesse per la grafica. Lavora per  Tom Sachs, con il quale apprende nuove tecniche e metodi di lavoro. Con il nome di E4 produce oggetti fashion, stampe e illustrazioni.

Spaccia droga a 15 anni, voleva truccare il motorino

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Un pratese di 15 anni avrebbe iniziato a spacciare droga per ‘accumulare’ i soldi che gli servivano per truccare il motorino.

LA SCOPERTA. Il baby spacciatore è stato scoperto quando i poliziotti di Prato hanno bloccato in un giardino pubblico un magrebino 25enne che aveva addosso una decna di grammi di hashish. Durante l’interrogatorio ha fatto il nome del ragazzino che gli aveva procurato la droga da vendere. Sentito anche il 15enne che ha spiegato che gli servivano soldi per truccare il motorino. Entrambi sono stati denunciati.

Isola del Giglio, il mare restituisce una chitarra elettrica

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Il mare dell’Isola del Giglio sta iniziando a restituire gli oggetti appartenuti ai passeggeri della Concordia. Proprio ieri, ad arrivare sulla spiaggia delle Cannelle, è stata una chitarra elettrica.

LA CHITARRA. Antonio, il bagnino della spiaggia delle Cannelle all’Isola del Giglio,  ha trovato arenata tra i granelli di sabbia, una chitarra elettrica di marca Ion. Adesso vuol ritrovare il suo proprietario: ”Voglio restituirla a lui, non voglio finisca nel calderone degli oggetti che Costa sicuramente raccoglierà per poi buttare via”. La chitarra intanto è su Facebook, pronta a fare il giro del mondo alla ricerca del suo ‘padrone’, grazie ad un muratore che l’ha fotografata mentre stava lavorando nella casa del bagnino.

La mostra degli ospiti dell’Oda. Boom di presenze a Monsummano

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UNA TRASFERTA FORTUNATA. La mostra sul Tricolore, realizzata con opere dei disabili ospiti della Fondazione Opera Diocesana di Assistenza di Firenze ha davvero registrato grandi numeri anche nella “trasferta” a Monsummano, al Museo della Città e del Territorio, organizzata dopo la prima tappa fiorentina.

LA MOSTRA. A visitare la mostra, “Speranza, pace, passione: Tricolore è solidarietà” sono state scolaresche, associazioni e cittadini. La mostra era articolata in diverse sale e alle opere degli artisti disabili si affiancavano degli scatti fotografici realizzati con la fotografa Chiara Benelli, e i quadri degli artisti dell’associazione Colori del Levante Fiorentino.

UNA NUOVA COLLABORAZIONE. Da questa bella esperienza è nata la proposta di una collaborazione tra il centro disabili e il Comune di Monsummano: si lavora a progetti nuovi anche per il futuro. “Una vera esperienza di inclusione e partecipazione sociale – ha commentato il dottor Stefano Lassi, psichiatra responsabile specialista del Centro di Diacceto – la sensibilità ed il sincero interesse dimostrato dal Comune di Monsummano e dai suoi cittadini hanno permesso di evidenziare i valori sui quali si fonda il nostro Paese, primo fra tutti la solidarietà”.

Due mesi di immagini: torna Seravezza Fotografia. Con Romano Cagnoni

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Prenderà il via sabato 28 gennaio la nona edizione di “Seravezza Fotografia” in programma nel Comune di Seravezza in Versilia (Lucca), fino al 9 aprile 2012. Una manifestazione di respiro nazionale che ogni anno coniuga con successo i grandi nomi della fotografia internazionale con il mondo amatoriale, organizzata dalla Fondazione Terre Medicee, dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Seravezza con il patrocinio della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e la direzione artistica di Ivo Balderi. Stamani si è svolta la presentazione del programma nella sede del Consiglio Regionale a Firenze alla presenza del sindaco di Seravezza e presidente della Fondazione Terre Medicee Ettore Neri, del direttore artistico Ivo Balderi, del consigliere regionale Eugenio Giani e di Romano Cagnoni.

IL PROGRAMMA. Anche quest’anno il programma si presenta con eventi di grande spessore e qualità ad iniziare dalla mostra personale del grande fotografo toscano Romano Cagnoni dal titolo “Memorie sovvertite – Upside down memories” che aprirà la rassegna sabato 28 gennaio alle ore 17 nel Palazzo Mediceo, sede principale della manifestazione, e che rimarrà aperta per tutta la durata della manifestazione. Una raccolta di oltre cento fotografie che comprendono le immagini di 50 anni di guerre di cui Cagnoni è stato testimone, dal Biafra, al Vietnam, dalla ex Jugoslavia fino alla Cecenia, ma anche i suoi ultimi lavori dedicati alla Versilia, sua terra d’origine. Una serie di grandi immagini a colori, vere e proprie “Memorie sovvertite”  che raccontano il degrado dell’ambiente e della natura. “Ho voluto rappresentare la mia terra in un modo che definirei surrealista – ha spiegato Cagnoni – perché ho avvertito un senso di smarrimento. Dove prima c’’erano dei campi oggi ci sono solo strutture architettoniche banali e da li è partita la mia ricerca usando solo La macchina fotografica senza in nessun modo alterare le immagini con il ritocco digitale”.

GLI EVENTI COLLATERALI. La manifestazione prevede anche tre mostre nelle Scuderie Granducali adiacenti al Palazzo Mediceo. Quella di Enrico Genovesi dal titolo “Femina Rea” dal 28 gennaio al 19 febbraio. Un fotoreportage sulla carcerazione femminile nel contesto di più penitenziari italiani. Un singolare spaccato di vita che, benché molto vicina, raramente trova in tutti noi momenti di riflessione. Livio Senigalliesi espone dal 21 febbraio al 18 marzo con “Sguardo incrociato. Immagini di tragedie vicine e lontane da noi”. Una serie di scatti sulle vittime delle guerre degli ultimi decenni e la dura condizione umana degli immigrati in Italia: due percorsi paralleli che impegnano Senigalliesi da anni nel segno della fotografia come strumento di denuncia. Infine l’antologica di Enrico Cei un fotografo dalle forti potenzialità di indagine nelle problematiche sociali e umanitarie dal titolo “Qui, oggi” dal 20 marzo al 9 aprile. Una giovane promessa Francesco Vignozzi, espone nella birreria “La casa sul fiume” dal 28 gennaio al 9 aprile con “Qualcosa di strano a Lampedusa”. Sempre ispirato alla cronaca la mostra di Stefano Morelli, altro giovane fotografo promettente che presenta i suoi scatti nella Cappellina Medicea dedicati alla tragedia ferroviaria di Viareggio e agli abitanti di via Ponchielli.

Scomparso Franco Pacini. Addio al padre fiorentino delle stelle

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E’ scomparso questa mattina a Firenze Franco Pacini, tra i più importanti astrofisici italiani e “padre” delle stelle di neutroni, le pulsar. Nato nel 1939 nella città del giglio, Pacini è stato a lungo il direttore dell’Osservatorio di Arcetri.

IL LAVORO. E’ stato anche presidente dell’Unione Astronomica Internazionale ed ha a lungo lavorato come ‘cacciatore’ di pianeti esterni al Sistema Solare,  contribuendo alla costruzione del Large Binocular Telescope, il più grande telescopio ottico su montatura unica mai realizzato al mondo, che si trova in piena Arizona, all’Osservatorio del Monte Graham.

I DOLORE DI MARGHERITA HACK. Cordoglio nel mondo della scienza che ha appreso con dolore della scomparsa dell’esimio collega, per molti anche un caro amico. Come per la scienziata e concittadina Margherita Hack, raggiunta dalla notizia stamattina nella sua casa di Trieste. “Sono profondamente addolorata, Franco era un collega bravissimo – ha detto l’atrofisica – abbiamo lavorato insieme fin da giovani e il suo lavoro sulle pulsar è stato determinante per i progressi fatti negli ultimi anni”.