mercoledì, 23 Luglio 2025
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Quei mestieri che nessuno vuol più fare

Il lavoro? C’è, basta cercarlo, accontentarsi e “sporcarsi le mani”. La crisi economica, si sa, ha colpito duramente soprattutto il mondo giovanile. In Toscana sono 69mila i ragazzi – tra i 15 e i 34 anni – alla ricerca di una prima occupazione, nonostante vi siano professioni che non riescono a decollare a causa delle difficoltà di reperimento della forza lavoro.

LA CLASSIFICA. Nella “classifica” dei mestieri meno ambiti stilata da Confartigianato Firenze (e per i quali un contratto a tempo indeterminato sarebbe sostanzialmente assicurato) si trova di tutto un po’: pasticceri, gelatai, sarti, macellai, muratori, idraulici, falegnami, operai agricoli, cuochi, panettieri, fabbri e persino igienisti dentali. Risultati che non stupiscono affatto. A quanti di noi è capitato di aver bisogno di un elettricista, di un meccanico o, peggio ancora, di un antennista o di un idraulico senza riuscire a trovarli?

LAVORI TRASCURATI. È il paradosso dei cosiddetti lavori trascurati. “In Italia  – sottolinea il report di Confartigianato – dovrebbero essere valorizzate forme di lavoro in grado di facilitare l’accesso al mercato da parte dei giovani, e favorire quei processi di formazione in azienda che sono indispensabili per ridurre il mismatch (discordanza) tra domanda e offerta rilevata sul segmento giovanile”. Nel 2010, con la flebile ripresa dell’economia, le assunzioni previste dalle imprese e monitorate dal sistema informativo Excelsior 2010 di Unioncamere e Ministero del Lavoro sono tornate a salire, e contemporaneamente è tornata a crescere anche la difficoltà di reperimento di personale non stagionale (+6 per cento rispetto al 2009), che riguarda il 26,7 per cento del totale delle assunzioni programmate dalle imprese. Il rapporto Excelsior 2010 ha inoltre evidenziato che la difficoltà di reperimento del personale è determinata dall’inadeguatezza degli aspiranti (14,3 per cento) e dal ridotto numero di candidati (12,4 per cento). Lo sbaglio dei giovani di oggi sembra dunque essere quello di non volersi orientare al lavoro nelle arti e nei mestieri, cosa che consentirebbe loro interessanti occupazioni prima come apprendisti, poi come lavoratori dipendenti e infine con l’opportunità di diventare un imprenditore in proprio. E lo stesso errore sembrano commetterlo anche i genitori, nel non indirizzare i figli su questa strada, il che, naturalmente, non significa escluderli dall’opportunità di studiare. Insomma, andrebbe cambiata un’intera cultura, pare voler dire il report.

EXTRACOMUNITARI. Nel frattempo, gli extracomunitari rappresentano sempre più una risorsa indispensabile in tanti ambiti della vita economica e sociale del nostro paese. Va ricordato, infatti, come fa notare anche l’Inail, che “quasi il 10 per cento del Pil italiano arriva dagli immigrati e che una famiglia su dieci dipende da una badante straniera. Così come la maggior parte delle fabbriche del Centro–Nord”.

Giovani e lavoro, ”la mia (deprimente) esperienza”

Per i neolaureati italiani trovare un lavoro (e soprattutto un lavoro stabile) è sempre più difficile: lo conferma l’ultimo rapporto di Almalaurea. E lo conferma anche Emanuele, 26enne laureato da 2 anni e mezzo in ”Chimica e tecnologia dei materiali”, che ha deciso di raccontare la sua esperienza a Il Reporter.

Ecco la sua lettera:

“Gentile redazione,

proprio ieri sera ho letto il Vs articolo circa i giovani laureati ed il lavoro e, purtroppo, posso confermare per esperienza diretta, che è la verità. Ma c’è di più. Premetto che ho 26 anni, sono laureato da 2 anni e mezzo in “Chimica e tecnologia dei materiali” con 108 e 2 anni fa ho trovato un lavoro che poco ha a che fare con la mia qualifica e le mie passioni, ma che è pur sempre un buon lavoro. Ovviamente, dopo due contratti a tempo determinato, l’azienda ha deciso di non rinnovare il rapporto di lavoro e adesso mi ritrovo nella condizione di chi, a quasi 3 anni dalla laurea, è ancora in cerca di una occupazione.

Non solo.. sono iscritto al I anno della laurea magistrale in “Ecotossicologia e sostenibilità ambientale”, pur lavorando e questa scelta viene vista dalle aziende alle quali mi propongo per lavorare, come un impedimento, sebbene sia in grado di lavorare e studiare senza particolari problemi. Ma eccoci a ciò che non viene mai detto da nessuno. A fronte dei bei discorsi dei nostri politici, che consigliano di “accontentarsi” (anche se così non è…) di fare qualsiasi tipologia di lavoro e continuare a cercare l’attività per cui si è studiato, devo constatare che qualunque tipo di azienda, sia essa artigianale o meno, non si “abbassa” ad assumere come falegname o idraulico un laureato, come se tale condizione fosse una malattia (“noi i laureati non li vogliamo”, “tanto poi vai via”.. queste sono alcune delle risposte che mi sono sentito dire) e nessuno si pone il pensiero che, probabilmente, chi richiede di poter fare l’idraulico o il falegname o l’imbianchino (anche part time) pur potendo svolgere anche altri lavori, forse è davvero motivato e sicuramente, anche se non ha esperienza, è in grado di imparare alla svelta.

Ma tant’è.. tutti vogliono gente esperta, ma nessuno “perde” tempo ad insegnarci un mestiere..soprattutto se poi, una volta che si torna a casa, ci si rimette a studiare.
Però intanto, le statistiche ci propinano che mancano panettieri, falegnami, idraulici, ecc… E’ una vergogna, tutti che si lamentano ma nessuno che si prende la responsabilità di insegnare a ragazzi che hanno bisogno di lavorare (anche per mantenersi gli studi) un lavoro, confidando nel fatto che chi ha voglia, impara prima! Quello che la gente della mia generazione percepisce è una sorta di “sbarramento” alla possibilità di costruirsi una qualsiasi tipologia di indipendenza (mutui, case.. roba da fantascienza), alla possibilità di imparare un mestiere ed a quella di potersi inventare un lavoro..

Con amarezza,
Emanuele Sbaragli”

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Quesi mestieri che nessuno vuol più fare

Il Maggio in tournée a Tokyo: ”Terremoto, stiamo tutti bene”

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Terremoto a Tokyo, paura e preoccupazione per i componenti della tournée del Maggio, in Giappone per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

RASSICURAZIONI. Ma dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino giungono notizie rassicuranti: “Tutti i componenti della tournée del Maggio Musicale stanno bene”, recita una nota pubblicata sul sito del Maggio. E per i familiari che volessero avere notizie dei loro parenti a Tokyo c’è numero dedicato: 055 2779254.

IL TERREMOTO. Il Giappone è stato colpito da un violentissimo terremoto, che ha causato gravi danni e anche alcune vittime, in un Paese che è comunque preparatissimo ad affrontare queste evenienze.

LA TOURNEE. Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, in questo anno di particolare importanza a livello nazionale, per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, è Ambasciatore della lirica nel mondo, attraverso tre tournées, che, in meno di un anno, portano un’istituzione, fra le più prestigiose in Italia, in più di 30 città e 12 Nazioni. Si tratta – spiega il Teatro – di un’iniziativa pressoché unica nel panorama attuale delle fondazioni lirico sinfoniche italiane: tre trasferte che hanno richiesto un grande impegno a livello di progettazione e che, mobilitando più di 300 persone, fra complessi artistici e tecnici, hanno richiesto un immane sforzo organizzativo, in un periodo particolarmente difficile per la cultura in Italia. Si tratta di un’iniziativa che mira a ricordare al mondo le origini italiane del melodramma, nato proprio a Firenze, quattro secoli fa, e poi divenuto un importante veicolo d’emozioni ed ideali durante il Risorgimento, tanto da infiammare gli animi di coloro che poi unirono il Paese. Non a caso nell’imminente tournée, verranno eseguite La Forza del Destino ed il Requiem di Giuseppe Verdi, Tosca di Giacomo Puccini, e, nei numerosi concerti sinfonici, le più celebri ouvertures verdiane. Ogni componente del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino indosserà la spilla delle celebrazioni, dono del Presidente della Repubblica, che ha già fatto avere al pubblico giapponese e al Sovrintendente un suo testo di saluto. La prima tournée ha avuto luogo dal 20 al 30 gennaio, la seconda era in programma dal 7 marzo al 7 aprile 2011, in contemporanea ai festeggiamenti del 17 marzo, la terza dal 6 al 12 novembre 2011.

TOKYO. Proprio il 17 marzo il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino doveva prendere parte alle celebrazioni da Tokyo. Questa seconda tournée avrebbe dovuto attraversare l’Asia dal 7 marzo al 7 aprile (Giappone, Cina, India, Taiwan, Russia e Ungheria), prima dell’inizio del 74° Festival del Maggio Musicale Fiorentino.

DATE. Queste le date e le opere che erano in programma per la  tournée internazionale: 13 marzo – 7 aprile 2011
Giappone: 13 marzo – 23 marzo 2011 8 rappresentazioni: 4 La Forza del Destino di Giuseppe Verdi 3 Tosca di Giacomo Puccini 1 Requiem di Giuseppe Verdi
Direttore Zubin Mehta Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino Coro del Maggio Musicale Fiorentino Tecnici e Produzione del Maggio Musicale Fiorentino
Tosca, Giacomo Puccini, Yokohama, Kanagawa Kenmin Hall 13 marzo 2011, ore 15.00
La Forza del Destino, Giuseppe Verdi, Tokyo, Bunka Kaikan 14 marzo 2011, ore 16.00
La Forza del Destino, Giuseppe Verdi, Tokyo, Bunka Kaikan 16 marzo 2011, ore 18.00
Tosca, Giacomo Puccini, Tokyo, NHK Hall 17 marzo 2011, ore 18.30
Messa da Requiem, Giuseppe Verdi, Tokyo, Bunka Kaikan 18 marzo 2011, ore 19.00
La Forza del Destino, Giuseppe Verdi, Tokyo, Bunka Kaikan 19 marzo 2011, ore 15.00
Tosca, Giacomo Puccini, Tokyo, NHK Hall 20 marzo 2011, ore 15.00
La Forza del Destino, Giuseppe Verdi, Tokyo, Bunka Kaikan 21 marzo 2011, ore 15.00.

A Pisa è già estate. Per la Ryanair

A Pisa l’estate è già arrivata. Almeno per la Ryanair.

VOLI. A partire dal 1° marzo, infatti, Ryanair ha posizionato sulla base di Pisa il quinto aereo Boeing 737-800 da 189 posti, dando così il via in anticipo all’orario estivo della  compagnia, con l’apertura del collegamento Pisa – Rodi (dal 5 marzo) e con l’aumento di frequenza su molte rotte Ryanair da Pisa. In tutto, gli aerei della low cost irlandese basati a Pisa per l’estate 2011 saranno sette, grazie ai quali la compagnia servirà 47 destinazioni da Pisa in un network totale del Galilei di 78 destinazioni (68 internazionali e 10 nazionali).

RODI. Gli orari del collegamento Pisa – Rodi di Ryanair dal 5 marzo sono i seguenti:

Tratta             Partenza    Arrivo    Frequenza
Pisa –  Rodi     08.05        11.30    Sabato
Pisa – Rodi      09.20        12.45    Lunedì
Rodi – Pisa      12.10        13.35    Sabato
Rodi – Pisa      13.25        14.50    Lunedì

DESTINAZIONI. Con l’arrivo del quinto aereo basato a Pisa, verranno inoltre aumentate le frequenze settimanali dei collegamenti per Dublino (da 2 a 3), Palermo, Girona Barcellona e Parigi Beauvais (da 7 a 9), Brindisi (da 5 voli settimanali a un volo giornaliero) e infine il collegamento per Londra Stansted, che sale da 11 a 16 frequenze settimanali. Il sesto e settimo aeromobile Ryanair saranno basati a Pisa il 27 marzo prossimo.

INFORMAZIONI. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito www.ryanair.com.

Sciopero generale? In città si viaggia regolarmente

”A Firenze il servizio di trasporto pubblico locale offerto da Ataf è svolto regolarmente”: lo annuncia l’azienda, in quello che in molte città italiane si anuncia come un venerdì nero per trasporti e non solo. Nessun problema, dunque, per spostarsi oggi in città con i mezzi pubblici, nonostante in molte altre zone d’Italia non possa dirsi lo stesso. Anzi.

SCIOPERO GENERALE. E’ infatti in programma oggi lo sciopero generale di 24 ore indetto dai sindacati di base Usb, Slai Cobas, Cib Unicobas e Snater, proclamato in difesa dell’occupazione. Come sempre, i disagi maggiori per i cittadini riguarderanno il trasporto locale, e in alcune città non mancano già i primi disagi e le prime difficoltà.

TRASPORTI… Lo sciopero del trasporto pubblico si tiene con modalità e orari diversi da regione a regione. Stop anche ai trasporti marittimi e a quello aereo, dove sono comunque previste due fasce di garanzia (7-10 e 18-21).

…MA NON SOLO. Ma non sarà solo il trasporto pubblico a essere interessato dallo sciopero: coinvolti infatti anche la pubblica amministrazione, i lavoratori della sanità, i vigili del fuoco e il settore privato. Per quanto riguarda il pubblico impiego, interessati dallo sciopero i mondi di università, ricerca, ministeri  enti locali, parastato (Inps, Inail, Inpdap, Aci) e agenzie, a eccezione della scuola.

A Pisa è già estate (per la Ryanair): aumentati i voli

Seminari, mostre e spettacoli: l’Università celebra i 150 anni dell’Unità

Seminari a Scienze Politiche, mostra e apertura straordinaria al Museo di Storia Naturale, a Prato uno spettacolo ispirato alla ricorrenza: 150 anni dell’Unità d’Italia, ecco le iniziative dell’Ateneo fiorentino.

SCIENZE POLITICHE. La Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” ha organizzato un ciclo di seminari – aperto il 9 marzo dalla lezione di Marcello Verga intitolata Sull’Italia e sugli italiani. Discorsi storici – che prevede incontri fino alla fine dell’anno.

PRATO. La Compagnia Teatrale Universitaria “Binario di Scambio” va in scena venerdì 11 marzo al Teatro Magnolfi di Prato (ore 21-22,30) con lo spettacolo Unità vo cercando/primo studio, pensato come un percorso tra le luci e le ombre di alcune scene salienti della storia e della cultura italiana (ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria telefonando allo 0574-608501).

MUSEO DI STORIA NATURALE. Il 17 marzo, in occasione dei festeggiamenti previsti per i 150 anni trascorsi dal giorno della proclamazione del Regno d’Italia, tutte le sezioni del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo saranno aperte con ingresso gratuito (Ore 9-13, ad eccezione della sezione “La Specola” aperta fino alle 16,30). Nella sezione di Antropologia e Etnologia (via del Proconsolo, 12) si inaugurerà, proprio il 17 marzo, la mostra Garibaldi e le donne d’Italia (orario 9-13) aperta fino al 17 giugno. Saranno esposti documenti e immagini del periodo risorgimentale, conservati nell’Archivio del Museo fondato da Paolo Mantegazza nel 1869, durante gli anni in cui la capitale d’Italia fu spostata a Firenze da Torino. L’Unità sarà raccontata anche da un punto di vista femminile, attraverso ritratti, lettere e materiali scritti e custoditi dalla madre di Mantegazza, Laura Solera, amica e sostenitrice appassionata di Garibaldi. Reca la firma del generale una delle lettere in mostra in cui il patriota ringrazia Laura Solera Mantegazza per le cure offerte ai feriti nella battaglia di Luino dell’agosto 1848.

INIZIATIVE. Alla sezione “La Specola” (via Romana 17) inoltre è prevista l’apertura straordinaria del Torrino astronomico che potrà essere visitato ogni mezz’ora gratuitamente (dalle 9,30 alle 16,30). Alle 11 e alle 15 in programma due visite guidate della sezione su prenotazione. Negli stessi orari, i ragazzi dagli 8 ai 14 anni potranno partecipare a due laboratori per scoprire come lavoravano ricercatori e collezionisti 150 anni fa (per prenotarsi, telefonare allo 055-2346760).

Neolaureati, a Firenze va (un po’) meglio

Neolaureati, a Firenze va (un po’) meglio. Lo dice l’ultimo rapporto di AlmaLaurea, un’indagine che ha coinvolto a livello nazionale 400mila laureati. Tra questi, 10.163 laureati dell’Ateneo fiorentino: 5.564 laureati triennali e 2.220 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Firenze nel 2009 e intervistati dopo un anno; 1.094 laureati specialistici biennali usciti dall’Università di Firenze nel 2007, intervistati dopo tre anni; 1.285 laureati pre-riforma del 2005, intervistati dopo cinque anni.

LAUREE TRIENNALI. Il tasso di occupazione dei neolaureati triennali fiorentini è pari al 52%, un valore superiore alla media nazionale (46%). L’occupazione tiene per i laureati di Firenze di primo livello. Tra gli occupati triennali, il 34% è dedito esclusivamente al lavoro, il 17,5% coniuga la laurea specialistica con il lavoro. Chi continua gli studi con la laurea specialistica è il 53,5%: il 36% è impegnato esclusivamente nella laurea specialistica, mentre, come si è detto, il 17,5% studia e lavora. Nove laureati triennali di Firenze su cento (non lavorando e non essendo iscritti alla laurea specialistica), si dichiarano alla ricerca di lavoro.

LAVORO. Il lavoro stabile (contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo) coinvolge, a un anno dalla laurea, 36 laureati su cento di primo livello di Firenze (la media nazionale è del 39%). Il lavoro atipico (contratti a tempo determinato, collaborazioni, ecc.) coinvolge 47 laureati su cento di Firenze; la media nazionale è del 43%. 

STIPENDI. Il guadagno (sintesi tra chi lavora esclusivamente, la maggioranza, e chi studia e lavora) si attesta su valori di poco inferiori alla media nazionale: a un anno dalla laurea i laureati di primo livello di Firenze guadagnano 925 euro mensili netti; la media nazionale è di 982 euro. L’analisi deve tenere conto che si tratta di giovani che nella maggioranza dei casi continuanp gli studi, rimandando cioè al post-laurea di tipo specialistico il vero ingresso nel mondo del lavoro.

LAUREE SPECIALISTICHE. Per quel che riguarda i laureati specialistici, a un anno dalla laurea risulta occupato il 60% dei laureati specialistici dell’Università di Firenze; un valore superiore alla media nazionale del 55,7%. Ma c’è anche il 17% dei laureati che continua la formazione (è il 16% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 24% dei laureati specialistici di Firenze, contro il 28,5% del totale laureati. A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per il 37% dei laureati fiorentini (è il 35% nella media nazionale). Il lavoro atipico coinvolge il 46% dei laureati specialistici di Firenze, come nel complesso degli specialistici biennali.

LAVORO NERO. Un campanello d’allarme è dato, a livello nazionale, dalla robusta crescita del lavoro nero tra i laureati del 2007 a quelli del 2009. I laureati occupati, nel loro complesso, senza contratto, a un anno, raddoppiano nel collettivo degli specialistici biennali raggiungendo il 7%. I laureati specialistici biennali di Firenze senza contratto sono l’8,5%. Il guadagno è sostanzialmente in linea con la media nazionale: 1.044 euro mensili netti, contro i 1.078 del complesso dei laureati specialistici.

TRE ANNI DOPO. Per la prima volta, nel XIII Rapporto, vengono indagati i laureati biennali specialistici di Firenze a tre anni dal titolo: sono 1.094 quelli coinvolti nell’indagine, con un tasso di risposta dell’87%. Il 75% è occupato, come nel complesso dei laureati specialistici a tre anni. Il 13% risulta ancora impegnato nella formazione. Chi cerca lavoro è il 12%. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente (di 29 punti percentuali) tra uno e tre anni dal titolo, raggiungendo il 66% degli occupati (la media nazionale è del 62%). Spariscono sostanzialmente i senza contratto. Le retribuzioni nominali arrivano, a tre anni, a 1.358 euro mensili netti (è di 1.313 a livello nazionale). Le condizioni di lavoro migliorano ancora nel tempo: i laureati di Firenze del 2005 (sono 1.285 laureati pre-riforma quelli indagati, con un tasso di risposta del 77%), intervistati dopo cinque anni raggiungono un tasso di occupazione dell’84%. Migliora la stabilità (che coinvolge il 76% dei laureati), non il guadagno che è di 1.244 euro mensili netti; a livello nazionale è di 1.321 euro.

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La dura vita dei (neo)laureati: su la disoccupazione, giù gli stipendi

Giovani e lavoro: i sogni e le speranze dei fiorentini / VIDEODa Firenze a New York, per sei mesi di studioDisoccupazione da record: un giovane su tre non ha lavoro

Seminari, mostre e spettacoli: l’Università celebra i 150 dell’Unità d’Italia

Ataf, Bagno a Ripoli insorge contro il taglio del 33

 

E il 33 sparì come per magia. Da sabato scorso Bagno a Ripoli è rimasto orfano del servizio “di punta” dell’Ataf, la linea che dalla Stazione di Smn portava direttamente alla Fonte. Ed è rivolta da una settimana.

RIMPIAZZI. Dall’oggi al domani, tempo di attaccare qualche avviso alle fermate, la linea 33 è scomparsa dalla circolazione. A sostituire il tratto fino a via Roma ci ha pensato l’8, prolungato rispetto al tradizionale capolinea di piazza Francia, a Firenze sud. Ma il tratto superiore, fino alla Fonte, è stato rimpiazzato solo dalla linea 24, che secondo i cittadini non basta.

PROTESTE. Di fronte alle proteste l’amministrazione cittadina ha avviato un percorso partecipativo con 6 assemblee sul territorio ripolese, con il presidente Ataf Bonaccorsi e l’assessore alla mobilità della provincia Giorgetti. L’indirizzo politico è stato quello di mantenere e cercare dove possibile di migliorare i collegamenti tra le frazioni del Comune e dall’altra parte intercettare le linee forti nel Comune di Firenze dell’8, 23 e 14. La prossima puntata si terrà il 15 marzo. Ma nel mentre i residenti della Fonte si sono auto-organizzati e presentati direttamente in municipio. Un centinaio, muniti di cartelli di protesta, si sono presentati sotto le stanze del sindaco (che però non c’era). A fronteggiare la folla inferocita solo il capogruppo Pd in consiglio comunale, Enrico Minelli, riuscito a placare gli animi dopo qualche battibecco. “Ci sono margini per migliorare il servizio -fa sapere il gruppo Pd in consiglio comunale – e crediamo che il metodo per affrontare concretamente i problemi e risolverli sia quello del confronto e del dialogo. Con dispiacere, tuttavia,  registriamo che alcuni manifestanti, tra cui gli organizzatori dello scorso incontro, hanno cercato di inasprire i toni e creare un clima meno favorevole alla soluzione dei problemi, ad esempio organizzando questa manifestazione proprio in un orario in cui sapevano dell’assenza del sindaco, precedentemente loro comunicata”. In ogni caso si va avanti: il prossimo appuntamento è fissato per martedì 15 marzo al Circolo La Fonte alle 21.30.

Le zone dove la sicurezza ”vacilla”. Ma le Cascine si preparano a rinascere

Le zone dove la sicurezza ”vacilla”

Sono numeri e spesso (un po’ come accade per la temperatura reale e quella percepita, quando fa caldissimo e dicono che è “solo” colpa dell’umidità) non rispecchiano del tutto la percezione e la sensibilità delle persone. I dati relativi al 2010 resi noti dalla Questura di Firenze (che Il Reporter aveva pubblicato sul numero di febbraio) dipingevano un quadro positivo della sicurezza in città e registravano una diminuzione del numero dei furti, delle rapine e delle truffe. Questi dati – li ricordiamo velocemente – parlavano infatti di una flessione del numero totale dei delitti, in tutta la provincia (-14,35 per cento) e nella città di Firenze (-11,83 per cento), mentre in 365 giorni le persone denunciate in stato di libertà erano state 3.895 e gli arrestati 1.397. Significative apparivano poi le diminuzioni di alcune tipologie di reato, quali le rapine, i furti, gli scippi e le truffe e frodi informatiche. In controtendenza i furti in abitazione, passati da 1.174 nel 2009 a 1.356 nel 2010 (+15,5 per cento), e gli omicidi volontari, passati dai 5 del 2009 ai 9 del 2010. Soddisfacenti invece i risultati sul fronte della lotta a traffico e spaccio di sostanze stupefacenti: per questa tipologia di reato erano state arrestate 251 persone e denunciate in stato di libertà 69.

PIAZZE. La sicurezza percepita, quindi, in base ai numeri dovrebbe essere aumentata, ma in realtà sono ancora numerose le “zone buie” della città dove i residenti continuano ad aver paura a uscire di sera, e la tranquillità resta spesso un miraggio. Molto spesso, infatti, non è solo il rischio-rapina a pesare sulla percezione dei fiorentini, ma sono anche il disturbo della quiete pubblica, i rumori, il traffico indisciplinato e pericoloso a causare insicurezza e malessere. Spesso, infine, le zone a più alta densità di vita notturna si confermano quelle giudicate più pericolose. La (poco ambita) palma dell’insicurezza resta in centro, nella zona di San Lorenzo, sia per la vicinanza alla stazione centrale di Santa Maria Novella – che fa da naturale ricettacolo per i traffici meno leciti – sia per l’abbondanza di locali che offrono tanto alcol a poco prezzo. Altre questione irrisolta è quella dell’Oltrarno, e in particolare quella di piazza Santo Spirito, zona storicamente frequentata da punkabbestia e teatro, negli scorsi mesi, anche di una violenta aggressione al presidente dei giovani industriali di Firenze. Anche Santa Croce non permette sonni tranquilli agli abitanti della zona, fra schiamazzi, spaccio e cattive compagnie che si incontrano sul sagrato della chiesa per poi spostarsi nelle più riservate stradine a lato. Infine, a voler elencare le zone dove la percezione di sicurezza la notte può vacillare, fuori dal centro è da segnalare piazza Dalmazia, dove – a due passi dal cinema – c’è un dormitorio a cielo aperto, negli spazi che la mattina sono occupati dal mercato.

Ma le Cascine si preparano a rinascere

Polemiche sui costi e sulla correttezza delle procedure di appalto a parte, il parco della Musica è in arrivo a Firenze, e con lui un nuovo corso per la città e, soprattutto, per la zona delle Cascine. Si tratta infatti di uno dei punti di Firenze più toccato dalle novità, prima con l’avvento della tramvia, che l’attraversa per collegare le due sponde dell’Arno, e ora con il nuovo centro musicale, che prenderà il posto del vecchio Teatro Comunale. Ma come reagisce il polmone verde della città a queste continue “rivoluzioni”? Che piani ha Palazzo Vecchio per un’area che è sempre stata a rischio sfruttamento e che da anni sembra vivere una crisi di identità profonda? Per i presidenti delle commissioni urbanistica e cultura del Comune, Elisabetta Meucci e Leonardo Bieber, il focus è sul nuovo teatro, che rappresenterà “un’opera pubblica di alto livello internazionale e una grande occasione per la crescita culturale della nostra città, oltre al modo per restituire alla cittadinanza una vastissima area che riconnette anche il centro storico con il parco delle Cascine.”

CENTO LUOGHI. Del resto, di interventi forti sulla zona delle Cascine si parla da tempo, e una delle ultime occasioni è stata l’iniziativa dei “cento luoghi”, voluta dal sindaco Renzi a fine settembre per aprire la discussione sui luoghi simbolo della città che l’amministrazione vuole restituire ai fiorentini entro fine mandato. E proprio le Cascine sono state il luogo prescelto dal primo cittadino per per ascoltare personalmente le proposte degli abitanti e formulare le proprie promesse, fra cui quella di farle diventare il più grande parco urbano d’Europa: un’area che, a lavori ultimati, dovrebbe coprire ben 300 ettari e comprendere l’Argingrosso, i lungarni del Pignoncino e dei Pioppi, la zona del Podere la Trave-Il Barco e il nuovo polo musicale con il nuovo teatro del Maggio. Il tutto per un totale di diversi milioni di euro, di cui però 13 milioni e 691mila sono già stati finanziati.

ALTRE PROSPETTIVE. Fra le altre prospettive per il parco ci sono una nuova passerella esclusivamente ciclopedonale, che sorgerà a metà strada tra l’Indiano e la passerella dell’Isolotto, collegando il parco delle Cascine con quello dell’Argingrosso, un nuovo centro dell’arte e dello spettacolo nei locali ex Fabbri ed ex Scuderie e spazi per nuovi servizi per il parco, o un locale legato alla tradizione culinaria, nell’ex discoteca Meccanò. Resta invece per il momento insoluta la “disputa” Renzi-Zeffirelli su dove finirà l’archivio storico della carriera del grande regista, diviso fra l’amore per la sua città e il richiamo della capitale. Ad ogni modo, i tempi per la presentazione del progetto sono stati fissati a inizio giugno: non resta dunque che pazientare qualche mese.

Il popolo delle pentole torna in piazza. Con tanto di ”striscioni umani”

Il popolo delle pentole torna in piazza per chiedere le dimissioni del premier. Niente bandiere di partito, ma mestoli, coperchi e “striscioni umani” in difesa della scuola pubblica.

CORTEO. La manifestazione, organizzata a livello nazionale da Libertà e Giustizia, Articolo 21 e Valigia Blu, è in programma per sabato prossimo a partire dalle 14. Sant’Ambrogio rimane il punto di ritrovo, da cui il corteo si dipanerà per le principali vie del centro fino a piazza Santa Croce, a suon di pentole e coperchi, condito da enormi scritte composte da “manifestanti-sandwich”.

5MILA IN PIAZZA. Circa 5mila i partecipanti attesi “in difesa della Costituzione”. “Temi portanti dell’evento – spiega Rossana Casu della Cigl – saranno la tutela della scuola pubblica, devastata da anni di tagli governativi, e l’invito a dimettersi per tutto il governo Berlusconi”.

CHI C’E’. A scendere in piazza insieme alla Cgil e al gruppo Cacerolazo ci saranno Arci, Rete a Sinistra e alcuni collettivi studenteschi, mentre hanno aderito anche alcuni partiti come Pd, Idv e Sel.