venerdì, 30 Maggio 2025
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Multe salate a chi intralcia i pedoni

Obiettivo: eliminare gli intralci che ogni giorno trasformano lo spazio riservato al transito dei pedoni in percorsi a ostacoli. Ostacoli che diventano quasi insormontabili per i non vedenti e i disabili in generale.

Il primo bilancio dei controlli, che continueranno anche nelle prossime settimane, è stato illustrato questa mattina dall’assessore alla sicurezza e vivibilità urbana e dalla vicecomandante della Polizia Municipale Patrizia Verrusio. Era presente anche Antonio Quatraro presidente dell’Unione Italiana Ciechi.

Proprio da Quatraro, ha spiegato l’assessore, è arrivata la sollecitazione di un intervento mirato della Polizia Municipale sui marciapiedi. L’Unione Italiana Ciechi ha infatti stilato un elenco di zone critiche che sono state oggetto di un controllo specifico della Polizia Municipale.

Ebbene, dal 7 al 15 marzo, gli agenti hanno fatto rimuovere 727 veicoli (tra cui 67 biciclette ) ed elevato 785 multe per sosta sui marciapiedi.

A queste si devono aggiungere anche le 118 contravvenzioni ad altrettanti veicoli parcheggiati sui passaggi pedonali e i 67 verbali per la sosta negli spazi riservati alle fermate dell’Ataf. L’assessore ha ricordato poi i dati relativi alle contravvenzioni elevate ai veicoli sui marciapiedi negli ultimi anni (nel 2004 furono 11.589, nel 2005 8.056, nel 2006 8.068 e nel 2007 invece 9.940) e spiegato che la Polizia Municipale dà la priorità agli interventi che riguardano gli invalidi come le rimozioni degli ostacoli sui marciapiedi e le soste abusive nei posti riservati ai disabili.

Piazza San Marco, via ai lavori

L’intervento, che prenderà il via a partire dalle 9, è stato suddiviso in tre fasi: nella prima (lunedì 7 aprile) si lavorerà sul tratto via Lamarmora-San Marco. Prevista la deviazione delle linee Ataf 10-11-17 e 20 in direzione di piazza San Marco. I bus utilizzeranno il percorso via Fra Bartolomeo/viale Matteotti/piazza Libertà/via Cavour/piazza San Marco.

La seconda fase, programmata per martedì 8 aprile, riguarderà il tratto via Battisti/piazza San Marco su entrambe le direzioni. Anche in questo caso sono previste deviazioni delle linee Ataf. Si tratta della 6-31-32, che circoleranno sull’itinerario alternativo viale Segni-viale Gramsci-piazzale Donatello-via Pier Capponi-via Fra Bartolomeo-via Lamarmora-via La Pira-piazza San Marco, e la linea C per la quale è stato individuato il percorso piazza d’Azeglio-via Giusti-via Capponi-via Venezia-via Lamarmora-via La Pira-piazza San Marco.

Nella terza e ultima fase, che sarà effettuata mercoledì 9 aprile, gli operai saranno al lavoro nel tratto piazza San Marco-via Ricasoli. In questo caso non saranno istituite deviazioni delle linee Ataf, ma sarà spostata la fermata del bus.

Due alberi per i nuovi nati

Altri due alberi nel giardino dei neonati in via del Mezzetta nel quartiere 2 per i nati nel 2007 e nel 2008, rispettivamente un pero a foglia di salice e un gelso nero della famiglia delle moracee.

Le due piante sono state messe a dimora stamani dall’assessore all’ambiente insieme ai ragazzi della prima media (sezione i) della scuola Dino Compagni. Venticinque ragazzi nati del 1996 quando nel giardino è stato piantato il primo leccio e che oggi sono tornati a scuola con un piccolo alberello, una nandina domestica, donata loro dall’assessore perché la possano piantare nel giardino della scuola.

Con i due nuovi arrivati sono in tutto 13 gli alberi messi a dimora nell’area dedicata ai neonati all’interno del giardino del Mezzetta. E’ dal 1996 che l’amministrazione comunale ha deciso di piantare simbolicamente un albero per ogni neonato così come voleva la legge 113 del 1992.

Nel giardino del Mezzetta il primo albero piantato è stato un leccio seguito negli anni successivi da un bagolaro, un cipresso, una farnia, un olivo, una quercia rossa, un albero di Giuda, un acero giapponese, un carpino, un acero campestre e un noce bianco.

Ogni albero ha il suo cartello che indica la specie e la data di piantumazione. In questo modo si crea una sorta di percorso didattico che spiega la vita degli alberi e la specie a cui appartengono. Gli alberi piantati quest’anno per i nati nel 2007 e 2008 sono un Pero a foglia di salice e un Gelso nero della famiglia delle Moracee (genere Morus nigra).

Il pero scelto è della famiglia delle Rosacee (genere Pyrus salicifolia pendula)pianta caducifolia piangente, originaria dal Caucaso, con foglie argentate, lucide sulla pagina superiore, con fiori primaverili bianco panna da cui si formano piccoli frutti piriformi marroni persistenti, idoneo per il clima mediterraneo viene coltivato per la forma elegante altamente ornamentale. Il Gelso invece è della famiglia delle moracee (Morus migra) ed è un albero longevo con chioma espansa, foglie coriacee, frutti violacei. Originario dell’Asia occidentale è stato introdotto in Italia già nell’antichità.

Scoprire gli antichi mestieri

L’iniziativa è promossa dal Quartiere 2 e dall’Associazione Regola d’ arte. L’attività artistica, nata dalla pratica artigianale e fatta di tanti saperi diversi e di mestieri, collegati strettamente tra di loro, è da sempre una notevolissima risorsa economica di Firenze. Il programma prevede un percorso cronologico fatto di lezioni, tutte a Villa Arrivabene, in piazza Alberti 1/a, e di itinerari guidati.

PROGRAMMA

Inizio venerdì 4 aprile alle 17 con la conferenza “Arti a confronto: i modelli nelle botteghe orafe”. Seguiranno gli appuntamenti del 10 aprile alle 10 con la visita al museo della Paglia, via degli Alberti 11, a Signa; il 18 aprile alle 17 con la conferenza “Arti e corporazioni: artigiano e artista nelle pratiche della bottega medievale; il 9 maggio alle 17 con la conferenza “Il principe e l’ artigiano: le botteghe granducali nella Firenze dei Medici”; il 14 maggio alle 10 con la visita al Laboratorio dell’ Opificio delle Pietre Dure, via degli Alfani 11; il 17 maggio alle 10 con la visita alla fondazione arte della Seta Lisio, in via B. Fortini 143.

Il tutto si concluderà il 23 maggio alle 17 con la conferenza “Dall’ artigianato all’ industria”e il 26 maggio alle 10 con la visita al Museo Alinari, in piazza Santa Maria Novella. E’ necessaria la prenotazione chiamando i numeri: 3333833673 dalle 11 alle 13 e 3470057608 dalle 17 alle 19.

 

Fi-Pi-Li, riapre un tratto

Inoltre, è stato completato anche il tratto in corrispondenza dello svincolo di Lastra a Signa, cioè fra il km 5+500 e 5+900, sulla carreggiata in direzione Firenze. La riapertura tra Lastra a Signa e Ginestra, inizialmente prevista per il 31 marzo, è stata posticipata di qualche giorno a causa delle cattive condizioni climatiche delle ultime settimane che hanno richiesto qualche breve sospensione dei lavori.

In questo tratto, pertanto, ora sono completati tutti i lavori di adeguamento della Fi-Pi-Li. Adesso gli interventi, in linea con quanto affermato dal presidente della Provincia Matteo Renzi, proseguiranno nel tratto compreso fra Scandicci e Lastra a Signa, dove è stata già completata, in anticipo sui tempi previsti, la carreggiata in direzione Mare. Il termine previsto per la conclusione dei lavori, in questo tratto, è fissato per il giorno 25 aprile, ma i tecnici della Provincia contano di poter chiudere i cantieri con una decina di giorni di anticipo.

In tal modo verrà presto raggiunto l’obiettivo finale dell’amministrazione provinciale: la ultimazione dei lavori con la chiusura di tutti i cantieri del tratto di competenza dell’ente fiorentino e la conseguente riapertura al traffico prevista per la fine di maggio, salvo un ulteriore anticipo che i tecnici contano di ottenere se le condizioni meteo saranno favorevoli.

Gli interventi di adeguamento e messa in sicurezza della Fi-Pi-Li hanno interessato le pavimentazioni della Sgc, con la stabilizzazione del sottofondo e l’utilizzo del manto di usura drenante e fonoassorbente, materiali che favoriscono l’eliminazione di acqua in caso di pioggia e la riduzione delle emissioni acustiche nelle zone adiacenti la strada. Altre lavorazioni hanno riguardato le barriere di sicurezza che sono state sostituite per adeguare l’arteria alle vigenti normative ed è stato migliorato il sistema di regimazione delle acque con il potenziamento della regolazione idraulica. Infine, è stata predisposta la rete informatica con la posa della fibra ottica.

Scompenso cardiaco, nuovo progetto

Questo progetto sperimentale è una concreta applicazione del modello di cure croniche previsto nel Piano sanitario regionale. Di fatto è stata costruita una metodologia, che può essere applicata anche ad altri settori, basata su una stretta relazione tra ospedale e territorio e sulla collaborazione di un vero e proprio team assistenziale che coinvolge professionalità diverse (medici di medicina generale, specialisti ospedalieri, infermieri). Da segnalare, poi, la promozione del cosiddetto “self-management” attraverso la formazione del paziente e dei familiari e il loro coinvolgimento nel piano di cura.

Obiettivo di questo percorso evitare a pazienti ricoverati per scompenso cardiaco di tornare in ospedale, offrendo loro una assistenza adeguata alle loro necessità sul territorio e un miglioramento della qualità della vita. E non si tratta di poche persone. Si stima infatti che in Italia le persone a rischio scompenso cardiaco sono circa un milione, soprattutto anziani. E tra i pazienti con malattia acclamata, il 30% di quelli dimessi dall’ospedale viene ricoverato nuovamente nel giro di sei mesi. Per quanto riguarda i residenti di Firenze, sulla base dei dati epidemiologici, nel 2006 sono stati quasi mille (per la precisione 988) i fiorentini ricoverati per questa patologia. Questi pazienti hanno effettuato 1.238 ricoveri per scompenso: 811 una sola volta, 130 con due volte e 47 con tre o più ricoveri.

Ma cosa si intende per scompenso cardiaco? Essenzialmente un insieme complesso di sintomi e manifestazioni fisiche causati dall’incapacità del cuore di soddisfare le esigenze dell’organismo. Lo scompenso cardiaco può verificarsi a qualsiasi età e può essere provocato da svariate condizioni; negli adulti le cause più comuni di scompenso sono di origine ischemica, derivano cioè dal restringimento delle arterie che alimentano il muscolo cardiaco (malattia coronarica o cardiopatia ischemica). Fra le cause non ischemiche, le più frequenti sono l’ipertensione arteriosa non curata, il danneggiamento delle valvole cardiache, infezioni, abuso di alcol e droga.

Tornando al progetto, il percorso di assistenza è articolato in due fasi successive: la prima riguarda il periodo di ricovero in ospedale; la seconda invece quello post dimissione, quando cioè il paziente viene preso in carico dalle strutture territoriali.

Dal punto di vista concreto, per ogni paziente con scompenso cardiaco ricoverato in ospedale in seguito ad un evento acuto viene compilata una specifica cartella, denominata appunto “Scheda scompenso”. Questa, oltre ai dati anagrafici, comprende alcuni parametri clinici, strumentali ed ematici oltre al numero di ricoveri per scompenso cardiaco nei sei mesi precedenti, sulla cui base viene individuato il reparto più adeguato per il paziente. La “Scheda scompenso” segue quindi il paziente nel reparto di trasferimento dove viene completata con ulteriori dati. Duplice l’obiettivo: da un lato identificare parametri condivisi e standardizzati di stabilità e di dimissibilità del paziente; dall’altro condividere le informazioni necessariamente presenti nella relazione di dimissione per il medico di medicina generale. Sulla base della scheda, in fase di pre dimissione, viene quindi calcolato il profilo di rischio del paziente in modo da individuare in quale categoria si posiziona: nel gruppo A (basso profilo di rischio), nel gruppo B (medio profilo di rischio) o nel gruppo C (alto profilo di rischio).

Al momento della dimissione dall’ospedale, quindi, la scheda viene inviata al medico di medicina generale che quindi, sulla base del grado di rischio di ricaduta, decide quale percorso di assistenza attivare. Nel caso di un paziente con basso profilo di rischio, viene attivato un programma di educazione sanitaria per sviluppare le conoscenze sulla malattia e promuovere la capacità di gestione del paziente e dei suoi familiari. Oltre al medico di famiglia, sono coinvolti infermieri e specialisti di alimentazione. Se invece il paziente viene inserito nella categoria di medio rischio, il medico di medicina generale può attivare un programma di monitoraggio infermieristico ambulatoriale (presso il distretto o l’ambulatorio del medico di famiglia) e uno di controlli clinici pianificati da parte del medico di famiglia e del cardiologo. Infine il gruppo a più alto rischio. Per questi pazienti è stato definito un programma di monitoraggio infermieristico domiciliare e di controlli clinici pianificati dal medico di medicina generale. Inoltre è stata prevista una via preferenziale per la consulenza cardiologia telefonica o ambulatoriale d’urgenza e anche la possibilità di effettuare trattamenti infusivi di diuretici a casa del paziente. Terapia che, nella maggior parte dei casi, è sufficiente se eseguita precocemente ad evitare ricadute.

Questo progetto è rivolto ai residenti del Comune di Firenze affetti da scompenso cardiaco cronico che nel 2006 sono stati dimessi dagli ospedali e che hanno, nel corso dell’anno, effettuato uno o più ricoveri; alle persone affette da scompenso cardiaco cronico che nell’anno 2008-2009 saranno dimessi dagli ospedali; e infine ai pazienti con scompenso reclutati direttamente dal medico di medicina generale.

Taxi, aumentano le tariffe

Come previsto dal regolamento comunale, ha spiegato l’assessore alle attività produttive Silvano Gori, l’amministrazione, al termine di una lunga serie di incontri con le organizzazioni sindacali, i rappresentanti di categoria e le cooperative del radio-taxi, ha adeguato il sistema tariffario ai nuovi indici inflazionistici, rimanendo, comunque, ben al di sotto dei rincari registrati nel settore dei trasporti.

Si tratta di un aumento medio, di circa 10 centesimi, che, specificatamente, riguarda le seguenti voci:

Per la Tariffa 1 Urbana Automatica (la tariffa automatica a base multipla si applica a tutte le corse che iniziano nel Comune di Firenze o in uno dei seguenti Comuni: Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa). Il costo per l’inizio della corsa passa da 3,20 a 3,30 euro; il costo al chilometro passa da 0,88 a 0,91 euro; la tariffa fissa oraria passa da 23,20 a 24,00 euro.

Per la Tariffa 2 Extracomunale (la tariffa automatica a base chilometrica si applica a tutte le destinazioni situate oltre il confine dei Comuni di Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa). Il costo al chilometro passa da 1,60 a 1,74 euro; la tariffa fissa oraria passa da 28,80 a 30,00 euro.

Ritoccati anche alcuni supplementi: quello per la chiamata con il radio taxi passa da 1,90 a 1,96 euro; il notturno passa da 3,20 a 3,30 euro; il festivo passa da 1,90 a 2,00 euro; quello per l’aeroporto da 2,60 a 2,70 euro. Come si vede, non tutte le tariffe e le voci sono state aumentate: ad esempio, sono rimasti invariati il costo per il supplemento bagagli, per il quarto passeggero e per la destinazione extracomunale, le tariffe della corsa minima, del taxi multiplo e quelle per le corse predeterminate, le riduzioni del 15% per le corse dirette verso le aree ospedaliere di Careggi, Meyer, Ponte a Niccheri, Torregalli, I.O.T. e C.T.O., dalle 13,00 alle 15,00 e dalle 19,00 alle 21,00, la riduzione del 10% per le corse utilizzate da donne sole dalle 21,00 alle 2,00 di notte.

Le nuove tariffe adeguate agli indici Istat entreranno in vigore il 1° maggio, nel frattempo saranno tarati i tassametri dei taxi.

Irreparabile l’infestazione da “Processionaria”

“Gli animali già sono scesi a terra dai loro involucri, quindi dai pini, e siamo già in una fase irreparabile. Le stagioni sono anticipate, così sono state anticipate le fioriture, la fioritura dei cipressi è avvenuta un mese prima e giù a ruota, e anche la schiusa delle larve delle processionarie è avvenuta in anticipo. La questione è particolarmente preoccupante perché, oltre al fenomeno specifico, si accompagna con il danno che si sta registrando sui pini. Un’infestazione che sta arrivando dalla costa mediterranea della Francia e sta scendendo giù fin da noi e che mette in serio pericolo la produzione dei pinoli.

Tra l’altro – ha aggiunto Roselli – non c’è più la cura e l’attenzione per i pini per togliere, per tempo, i focolai delle processionarie. C’è una normativa, ora aggiornata, che stabilisce il divieto di utilizzare la fucilata per eliminare il batuffolo della processionaria quindi, le uniche operazioni possibili sono quelle di togliere la ciocca del pino, portarla in luogo idoneo, che l’ARPAT ha autorizzato, e bruciare questi batuffoli. L’operazione di eliminazione è a carico dei proprietari dei pini ed è anche sanzionabile se non viene provveduto a questa operazione. La Provincia, in quelle fasce di proprietà delle strade provinciali, ha già provveduto, per tempo, a togliere tutti i batuffoli lungo i pini che costeggiano la strada. Purtroppo dobbiamo constatare che tutti i boschi di pino sono infestati da questo fenomeno e non ci sono soluzioni se non quelle di provvedimenti troppo pesanti, come l’uso di anticrittogamici”.

Insoddisfatto si è detto Lensi: “Ma non tanto per l’oggettiva situazione del presente, quanto perché ormai è venuto fuori che c’è, effettivamente, una esigenza di coordinamento su quelli che sono i mutamenti climatici, cioè il fatto che alcune stagioni ormai sono anticipate non è una novità. Ormai sono anni che ragioniamo in termini di attenzione e prevenzione su alcuni episodi che colpiscono l’agricoltura e l’erboristeria estetica come nel caso dei pini e dei cipressi. In questo caso siamo di fronte a un danno che è di doppia natura: da una parte c’è il danno ambientale vero e proprio e dall’altra c’è anche il danno per la salute perché questi tipi di polveri, batuffoli, creano difficoltà respiratorie, soprattutto nei soggetti che soffrono di patologie asmatiche. È vero che la Provincia ha la competenza che ha, però un appello oltre che ai privati nei confronti del taglio e bruciatura dei batuffoli fatti in chiave autonoma, ci deve essere per un riordino generale delle competenze su questa materia”.

Pensioni, un terzo sotto 500 euro

“Un terzo dei pensionati fiorentini vive con meno di 500 euro al mese, ma l’aumento che riceveranno nel 2008 sarà di appena 13,4 euro lordi mensili. Due dati che illustrano bene la drammatica situazione dei pensionati in una città come Firenze, in cui il costo della vita è assai elevato”. E’ quanto sostengono Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil di Firenze, che in piazza della Repubblica hanno raccolto firme a sostegno della piattaforma su salari e pensioni varata da Cgil, Cisl e Uil lo scorso 24 novembre a Milano. In piazza erano presenti i segretari provinciali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, Daniele Bettarini, Mauro Scotti e Renzo Cinausero.

Un’iniziativa in occasione della giornata nazionale di mobilitazione decisa dai sindacati pensionati. A Firenze sono già 30mila le firme raccolte finora a sostegno della piattaforma. Intanto sono sempre di più i pensionati fiorentini sotto o al limite della soglia di povertà, “per causa di pensioni che negli ultimi 10 anni hanno perso il 30% del loro potere di acquisto e di un carovita, determinato da prezzi, tasse e tariffe, che falcidia i già magri bilanci familiari della terza età”, spiega una nota.

A Firenze si contano 183.318 pensioni da lavoro Inps (cioè pensioni per le quali sono stati versati i contributi e quindi non assistenziali), con una livello medio mensile di 838 euro lordi. Di questi 121.476 non raggiungono i mille euro al mese, mentre 59.356 sono inferiori a 500 Euro. L’aumento relativo alla perequazione automatica delle pensioni per l’anno 2008 è stato, secondo l’Istat, dell’1,6%. Ciò significa che l’aumento medio per i pensionati di Firenze, a partire dal 1° gennaio 2008, è di 13,40 euro lordi mensili.

“Dati che sottolineano tutta la drammaticità della situazione ed evidenziano la necessità di un immediato confronto con il prossimo governo, qualunque esso sia, a partire dalla piattaforma varata dai sindacati”, continua la nota iffusa dopo l’iniziativa di stamani in pizza della Repubblica. Sul fronte pensioni i punti principali della piattaforma riguardano la difesa del potere di acquisto di tutte le pensioni, proseguendo l’azione di miglioramento iniziata a luglio dello scorso anno; la revisione delle aliquote fiscali e difesa dei redditi più bassi; l’incremento del Fondo per la non autosufficienza e rapida approvazione della legge delega; un nuovo paniere ISTAT per pensionati per adeguare il calcolo del costo della vita; l’eliminazione delle differenze tra lavoratori e pensionati per i redditi esenti da IRPEF; l’attivazione del tavolo di confronto tra Governo e Sindacati dei Pensionati finalizzato alla risoluzione di tali priorità come stabilito dal Decreto Ministeriale del dicembre scorso.

 

Al Bargello i bronzi del Battistero

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Grazie alla disponibilità dell’Opera di Santa Maria del Fiore, questo gruppo monumentale, restaurato sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre Dure, costituisce il fulcro dell’esposizione, che è perciò intitolata: I grandi bronzi del Battistero. L’arte di Vincenzo Danti, discepolo di Michelangelo.
Contemporaneo del Giambologna, ma morto assai giovane, come lui Danti, perugino, ma trapiantato a Firenze, lavorò a lungo al servizio dei Medici. Gran parte delle opere che realizzò per Cosimo I sono oggi conservate al Museo Nazionale del Bargello, che è dunque la sede privilegiata per richiamare l’attenzione del pubblico su questo straordinario scultore del Cinquecento, particolarmente attento alla lezione di Michelangelo.
Nonostante Danti non sia stato né un allievo né un collaboratore diretto del Buonarroti, ne fu tuttavia tra i più originali e importanti seguaci. Il suo rapporto con Michelangelo, di cui può ritenersi un ideale “discepolo”, si basò infatti su una libera elezione delle opere del maestro come modelli normativi: studiandole lungamente e da vicino, egli ne condivise in profondità non solo gli ideali formali, ma anche la tecnica e il metodo di lavoro. Peraltro, il suo ‘michelangiolismo’ è diverso da quello dei seguaci fiorentini del Buonarroti, legati alle opere giovanili del maestro presenti a Firenze. Danti porta invece nella città dei Medici il linguaggio formale del Michelangelo romano e dei molti suoi discepoli – scultori e pittori – dal 1550 in poi.
Museo Nazionale del Bargello Via del Proconsolo Firenze

Dal 16.04 al 07.09.2008