

I biscotti creati artigianalmente con grani antichi e il formaggio 100% bio. E poi ancora le verdure a km 0 coltivate senza pesticidi chimici, le piantine per un orto in terrazzo biologico e anche l’ecocosmesi. Tutti pazzi per i prodotti green: circa 12mila mila persone in 3 giorni hanno visitato FirenzeBio, il primo salone fiorentino dedicato ai prodotti biologici e biodinamici, che si è svolto dal 23 al 25 marzo alla Fortezza da Basso.
Tante produzioni di eccellenza, ma anche angoli per approfondire temi di attualità legati al settore bio, oltre a cooking show per scoprire tutti i segreti per cucinare al meglio i frutti dell’agricoltura pulita.
La Toscana con i suoi 5mila operatori biologici e 130mila ettari di coltivazioni bio è la prima regione del centro nord per superfici coltivate e numero di operatori. I dati arrivano dalla Coldiretti che durante la mostra mercato fiorentina ha fatto il punto anche sull’agricoltura biodinamica, che nel giro di 10 anni ha raddoppiato il numero di aziende in Italia, con 400 realtà certificate e 12mila ettari coltivati.
Varchi la soglia di Casa Guidi, nel cuore di Firenze, e sembra di aver fatto un viaggio nel tempo. Mobili d’epoca, una libreria con antichi volumi, i busti dei due inquilini “vip”: la poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning e il marito Robert Browning, che qui dal 1847 al 1861 trovarono un nido d’amore, fuggendo dalla loro patria perché il matrimonio tra i due (celebrato in gran segreto) era malvisto dal padre di lei.
L’appartamento si trova al piano nobile di uno storico palazzo affacciato su piazza San Felice, vicino Palazzo Pitti. È una dimora-museo, che fa parte anche dell’associazione nazionale delle Case della Memoria: le tre stanze principali sono aperte al pubblico otto mesi l’anno, mentre l’intera abitazione da 250 metri quadri può essere affittata per una villeggiatura d’altri tempi, rinunciando però a qualche confort moderno.
È possibile entrare nelle tre stanze aperte alle visite da aprile a novembre, tre pomeriggi a settimana: lunedì, mercoledì e venerdì con orario dalle ore 15 alle 18. Non ci sono capolavori da ammirare, ma Casa Guidi è il perfetto esempio di un appartamento arredato secondo il gusto di metà Ottocento, con mobili e quadri acquistati duranti i viaggi in Europa dai coniugi Browning
L’ingresso è libero, non c’è biglietto da pagare e basta suonare il campanello, ad eccezione dei gruppi numerosi per i quali è consigliata la prenotazione ([email protected]).
Una visita o anche un pernottamento. Lo storico alloggio fa parte della rete creata da The Landmark Trust, ente no-profit britannico che valorizza dimore storiche in cinque nazioni e che è specializzato in “vacanze nella storia”. Bastano pochi click sul sito ufficiale per affittare Casa Guidi, ma attenzione: bisogna essere pronti a rinunciare a qualche comodità. Scordatevi le diavolerie moderne come radio, tv e wifi: la vita tra queste mura è rimasta come due secoli fa, com’è nello spirito di Landmark Trust. Una delle poche eccezioni è rappresentata dal microonde.
Il prezzo per un soggiorno in stile Ottocento? Parte da 1080 sterline, circa 1.200 euro al cambio attuale, per sei posti letto e quattro notti.
Proprio in questo appartamento Robert e Elizabeth Barrett Browning scrissero i loro versi migliori, come testimonia anche il poema Casa Guidi Windows (“Le finestre di casa Guidi”), in cui Elizabeth Barrett Browning esprime il suo stato d’animo e le sue reazioni alle proteste di Metà Ottocento a Firenze, che la poetessa osserva dalle finestre della dimora dov’è costretta a rimanere a causa delle condizioni di salute precarie.
Grande affluenza per FirenzeBio, la prima mostra mercato fiorentina dedicata ai prodotti biologici e biodinamici
Cinquanta candeline per MEF nel 2018. Ma non è il numero più importante che l’azienda fiorentina leader nella distribuzione di materiale elettrico ha festeggiato in questi primi mesi dell’anno.
Con 600 fra dipendenti e collaboratori e 114 assunzioni solo nel triennio 2015-2017, 35 punti vendita a livello nazionale, un aumento del fatturato di 11 punti percentuali nel 2017 rispetto all’anno precedente, MEF continua a guardare lontano.
Il 2018 sarà l’anno dello “sbarco” in Lombardia con tre aperture contemporanee nell’hinterland milanese e del rafforzamento della presenza in Lazio, con un nuovo punto vendita a Civitavecchia, e in Emilia Romagna.
Non solo, l’azienda continuerà il suo percorso di specializzazione continua nei settori strategici del futuro: dall’elettrotecnica al risparmio energetico, dalla sicurezza alla domotica e all’automazione.
Se l’orizzonte è nazionale, la testa dell’azienda resta ben salda a Campi Bisenzio, lì dove tutto, mentre correva l’anno 1968, è iniziato.
MEF nasce sotto l’impulso dei soci fondatori, Antonio ed Emilio Giaffreda insieme alle rispettive mogli Vanda e Margherita Picone, con il montaggio delle storiche “circoline” e con la rivendita di piccoli elettrodomestici. Poco meno di mezzo secolo più tardi, precisamente nel 2016, proprio a Campi MEF ha inaugurato il suo centro logistico in un’area di oltre 16mila mq.
“Il Centro Logistico di Campi Bisenzio – spiega il direttore commerciale e marketing di Mef, Daniele Giaffreda – è fondamentale per MEF perché quando si arriva a certe dimensioni e certi livelli di fatturato, una struttura di coordinamento ci dà la possibilità di migliorare il livello del servizio offerto al mercato e contestualmente di recuperare efficienza nella gestione.
Il Centro Logistico rappresenta anche l’investimento più importante della nostra storia e non potevamo non farlo nella nostra città natale. La parola chiave è rispetto: nei confronti del nostro territorio, ma anche e soprattutto nei confronti dei nostri collaboratori.
Oltre il 60% della nostra forza lavoro risiede infatti tra Firenze e Prato ed è stato per mantenerla inalterata che abbiamo deciso di costruire il Centro Logistico proprio a Campi Bisenzio. Edificarlo in un’area più depressa avrebbe voluto dire ottimizzare i costi, ma la nostra etica e i nostri valori ci portano a mettere al centro della scena le persone, in tutte le scelte intraprese”.
L’orto fai da te è una pratica sempre più diffusa e, in mancanza di un giardino o di un appezzamento di terreno a disposizione, sono sempre di più coloro che si cimentano nella realizzazione di un orto casalingo in terrazza o sul balcone.
Ma quali sono gli accorgimenti e le buone pratiche da tenere presenti affinché entusiasmo ecologico e pollice verde non siano vani? Innanzitutto bisogna considerare il microclima del terrazzo, meglio se esposto a sud o sud est e ventilato, in ogni caso deve essere soleggiato per almeno quattro ore al giorno. Il secondo parametro riguarda dimensioni e portata della superficie in modo da scegliere contenitori e impianti di irrigazione adeguati.
A tal proposito si può optare per la progettazione in verticale al posto o insieme a quella classica orizzontale e si può scegliere la coltivazione idroponica, acqua e argilla espansa, al posto della terra.
L’ideale sarebbe mixare le tecniche preparando vasi e fioriere con argilla o ghiaietto sul fondo, terriccio mischiato a sabbia nella percentuale del 10% e concime. In commercio è possibile scegliere tra terricci tradizionali già fertilizzati e terricci bio già concimati.
Per la scelta delle piante da coltivare, il consiglio green è di informarsi sui prodotti di stagione e dotarsi di un calendario delle semine con le fasi lunari. Marzo è un buon mese per la semina ma, soprattutto che per chi è alle prime armi, utilizzare piante già germogliate potrebbe essere la soluzione migliore.
Le piante di più facile gestione e resa sono la maggior parte delle aromatiche, in primis prezzemolo e basilico, e le insalate, dalla lattuga alla rucola. Sono molto adatte alla coltivazione sul balcone anche le zucchine, le bietole, le cipolle, le fragole, i pomodori, i peperoncini,le melanzane e il sedano.
L’importante è dedicare cure quotidiane all’orto, provvedere all'innaffiatura giornaliera – possibilmente al tramonto e in estate due volte al giorno, mattina e sera – e gestire correttamente semina, interramento, concimazione. Consiglio ecosostenibile: i fondi del caffè, l’acqua di cottura delle verdure (fredda) e la cenere della legna sono ottimi concimi naturali. Idea originale: erbe aromatiche coltivate in verticale usando un’asse di legno e bottiglie di plastica.
Si è svolto al Museo Piaggio di Pontedera l'incontro di orientamento che ha visto duecento ragazzi delle scuole superiori ascoltare la storia imprenditoriale di un gruppo di relatori coordinati dalla giornalista Rai Maria Concetta Mattei
Sessant’anni d’arte contemporanea in un percorso che raccoglie 100 opere, dagli inizi del Novecento agli anni Sessanta: sculture e dipinti , tra cui figurano firme di tutto rispetto come Picasso, Max Ernst, Andy Warhol, ma anche gli italiani Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Alberto Burri.
Sono i capolavori raccolti in quattro decenni di attività da Roberto Casamonti, fondatore e direttore della galleria Tornabuoni Arte, che ora apre la sua collezione al pubblico.
Dal 25 marzo 2018 questo scrigno d’arte, sarà accessibile al pubblico al piano nobile di Palazzo Bartolini Salimbeni, storico edificio progettato da Baccio d’Agnolo, che si affaccia sul salotto buono di Firenze, tra piazza Santa Trinita e via Tornabuoni. A curare questa collezione permanente è l’Associazione per l'arte e la cultura, nata per iniziativa proprio di Roberto Casamonti.
La mostra permanente “Dagli inizi del XX secolo fino agli anni ’60” è aperta dal 25 marzo 2018. Il biglietto al momento è gratuito, ma è necessario prenotare la visita ([email protected]).
Il percorso è cronologico: la sezione della mostra permanente conta 5 sale, parte da due imponenti sculture di de Chirico e Arnaldo Pomodoro, per poi passare in rassegna la prima parte del Novecento con dipinti di Boccioni, Balla e Soffici fino ad arrivare alle avanguardie del Secolo Breve, con Alberto Burri e Kounellis.
Quali sono i “pezzi” più famosi? “Due piccioni” e “Lotta tra un fauno e un centauro” di Picasso, “Ettore e Andromaca” di de Chirico, “Jackie” di Andy Warhol e i “Concetti spaziali” di Lucio Fontana a cui è dedicata un’intera sala. E poi tante altre opere di Casorati, Guttuso, Max Ernst, Emilio Vedova, Piero Manzoni, Savinio, Klee, Chagall, Kandinsky, Matta, Capogrossi, Castellani.
“La Collezione si appresta a qualificarsi come una delle maggiori raccolte d’arte moderna e contemporanea aperte al pubblico esistenti in Italia – spiega il critico Bruno Corà, curatore scientifico della Collezione – la scelta di offrire questa sua Collezione a fiorentini e turisti si esprime come un autentico gesto mecenatizio, l’atto di riconoscenza di un cultore appassionato d’arte, per la città che lo ha seguito nel corso della sua attività professionale e della sua stessa vita”.
La mostra permanente è aperta dal mercoledì alla domenica dalle 11.30 alle 19.00, su prenotazione. Tutte le informazioni sul sito della Collezione Casamonti.
Turismo esperienziale, con un occhio in particolare agli studenti stranieri, e musica come mezzo per rigenerare luoghi poco conosciuti. Sono i principi che ispirano rispettivamente ‘La Filharmonie’ e ‘Tuscany Wanders’, i progetti vincitori della prima edizione di SmArt and Coop, il bando promosso da Fondazione CR Firenze e Legacoop Toscana per supportare l’avvio di nuove imprese cooperative nel settore del turismo e della cultura.
Riceveranno un contributo di 10 mila euro ciascuno, a fondo perduto, che consentirà ai due team vincitori, tutti under 40, di dare il via alla costituzione vera e propria della cooperativa e di programmarne le prime attività. Il bando prevedeva la designazione di un solo progetto vincitore, ma la giuria, riconoscendo la qualità di entrambi i progetti, ha deciso di assegnare un premio ex aequo.
‘La Filharmonie’ e ‘Tuscany Wanders’ sono risultati vincitori tra i quattro progetti che, nello scorso agosto, erano stati selezionati tra tutte le proposte pervenute (oltre 100 candidati organizzati in 22 team). A partire da settembre, i quattro team hanno seguito un percorso di accelerazione verso la costituzione dell’impresa cooperativa, che ha previsto un programma formativo di 276 ore presso l’Istituto Europeo di Design di Firenze, incentrato su didattica frontale, laboratorio di creazione d’impresa, testimonianze di casi di successo, esperienze sul campo e visite a realtà produttive.
Ciascun team ha inoltre beneficiato di un periodo di tre mesi presso Impact Hub Firenze usufruendo dello spazio di co-working e di un percorso di mentoring per la definizione del progetto di impresa cooperativa. Ciascun membro del team ha ricevuto inoltre una borsa di studio di 3.000 euro.
Il progetto di ‘La Filharmonie’ mira a creare una cooperativa di musicisti a Campi Bisenzio che diventi poi itinerante sul territorio fiorentino. Attorno all’Orchestra Filharmonie, nata all’inizio del 2016, con sede al Teatrodante Carlo Monni e composta prevalentemente da musicisti under 35, si vuole aggregare un gruppo di artisti più ampio per mettere in atto l’iniziativa della ‘Mappa sonora’, vale a dire una rete di esibizioni musicali in luoghi non tradizionalmente legati a questo genere di esperienza. L’intento è di innovare il turismo e offrire una visione a tutto tondo della cultura e dell’arte, unendoli alla rigenerazione di luoghi poco conosciuti o in disuso e includendovi le aree della provincia non coperte da un'adeguata offerta artistico-musicale e dal tradizionale turismo culturale.
Il progetto di ‘Tuscany Wanders’ è proposto da un gruppo di cinque guide ambientali escursionistiche e si rivolge alle scuole internazionali della città metropolitana di Firenze. Si colloca nel settore, in crescita, del turismo esperienziale, proponendo visite guidate che mirano a connettere i flussi turistici urbani con le comunità del territorio regionale. Vengono proposti percorsi turistici diversificati (FOOD – raccolta olive, vendemmia, marroni, zafferano con escursione; WILD – natura, entroterra toscana, borghi; WEEKEND – integrazione delle tipologie precedenti) di una o due giornate, rivolti a gruppi, a piedi o in bicicletta.
La proclamazione dei due progetti vincitori è avvenuta nei giorni scorsi a Villa Bardini alla presenza di Gabriele Gori, direttore della Fondazione CR Firenze, e di Roberto Negrini, presidente di Legacoop Toscana, che stamani li hanno presentati ai media. In quella occasione, a Villa Bardini, Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze, ha portato un contributo sul tema “Cooperazione e cultura”. Nel corso dell’incontro è stato annunciato che, visto il successo del bando, è già in cantiere la seconda edizione.
“Lo spirito di cooperazione è al centro delle riflessioni e degli impegni della Fondazione – ha osservato il direttore di Fondazione CR Firenze Gabriele Gori – per cui non abbiamo esitato a farci promotori di un bando, che viene incontro a questo nostro intento di crescere insieme. Ancora più importante il fatto che esso ha riguardato giovani under 40, presso i quali la cultura della cooperazione e dell’aiuto reciproco deve essere necessariamente promosso. L’augurio è che il lavoro si inizi nel migliore dei modi e che corrisponda in pieno alle nostre aspettative. Ne siamo così convinti da avere già pianificato la seconda edizione del bando, che è in corso di definizione”.
“Quella di oggi è la tappa conclusiva di un percorso nato con l’obiettivo di premiare idee imprenditoriali provenienti dal basso, per valorizzare e rilanciare il settore del turismo e della cultura – ha dichiarato il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini –. Vogliamo proporre ai giovani un modello diverso: ‘creare’ il proprio lavoro, scommettendo sull’autoimprenditorialità in forma cooperativa. In realtà, per questi neo-cooperatori comincia adesso la vera sfida: l’avvio dell’impresa cooperativa, la capacità di misurarsi con il mercato a partire da uno specifico dna e sistema di valori. Da parte nostra, non li lasceremo soli ma continueremo a accompagnarli in questo percorso anche attraverso le varie iniziative di consulenza, formazione e confronto, che Legacoop organizza a sostegno delle startup cooperative”.