Maxi-schermi interattivi per entrare in un mondo di fiabe e personaggi colorati: con "Le finestre dei sogni" l'attesa della visita al Meyer diventa un gioco
Al Meyer si aprono “Le finestre dei sogni”
Sono i nuovi maxischermi interattivi installati all’ospedale pediatrico di Firenze. Così l’attesa diventa un gioco
Viola spuntati. Ancora un pareggio a Frosinone
Secondo pareggio consecutivo per la Fiorentina che pare aver dimenticato come si fa a vincere le partite. Gli ultimi tre punti risalgono al 21 febbraio contro l’Atalanta. Da allora due sconfitte: col Tottenham e quella, devastante, contro la Roma, e tre pareggi. Anche al “Matusa” tanta sfortuna per i viola ma anche chiari problemi di ritmo e mancanza di quella rabbia agonistica che potrebbe fare la differenza. Il Frosinone guadagna un punto importante per la salvezza ma che non conta molto in classifica, Fiorentina che riesce a riagganciare l’Inter al quarto posto. Paulo Sousa recupera Vecino e lo schiera accanto a Badelj; Gonzalo Rodriguez torna a guidare la difesa. Sulle ali Bernardeschi (fresco di convocazione in Nazionale) e Alonso, mentre in avanti torna il croato Kalinic con Borja Valero e Ilicic alle spalle. Tra i padroni di casa Stellone schiera un inedito tridente con Paganini e Kragl a supporto dell’unica punta Daniel Ciofani.
Primo tempo
Fiorentina padrona del campo fin dai primi minuti. Al 13’ Alonso serve Ilicic che ci prova con una conclusione dal limite dell’area che non crea grattacapi a Leali. Al 27’ si vedono i frusinati con Gucher con una stoccata al volo che Tatarusanu blocca in tuffo. Al 32’ è sempre l’austriaco a farsi vedere con un lancio millimetrico Kragl che spreca. Clamorosa l’occasione per la Fiorentina prima dell’intervallo. Kalinic si gira in un fazzoletto e centra il palo: sul pallone vagante si avventa Borja Valero, che prima spara addosso a Leali e sull’ulteriore respinta del portiere colpisce la traversa ad un metro dalla porta. Si va al riposo sullo 0-0 con la Fiorentina che impreca per la ghiotta occasione sprecata.
Secondo tempo
La Fiorentina anche nella ripresa colleziona occasioni da rete ma non riesce mai a concretizzare la mole di lavoro. Al 55’ Bernardeschi sfila il pallone a Pavlovic e con un mancino velenoso scheggia nuovamente il palo alla sinistra di Leali; sul conseguente corner è lo stesso Leali a superarsi, togliendo dall’angolino un’incornata di Vecino con un prodigioso riflesso. Ancora Leali poco dopo dice di no a Kalinic e Bernardeschi, opponendo i pugni in entrambe le occasioni. 77’ Tatarusanu sbaglia un rinvio, serve Paganini che pesca Tonev. Il bulgaro tira ma il portiere della Fiorentina riesce a parare. All’81 il Frosinone colpisce un palo con Kragl con una conclusione dai 35 metri. E’ l’ultima vera occasione di una gara che finisce con la divisione della posta in palio.
L’allenatore
Paulo Sousa ha commentato così il pareggio a fine gara. “La squadra sul piano della voglia ha dato tutto contro una squadra che ha buttato il cuore oltre l’ostacolo. Il Frosinone vuole la salvezza e oggi l’ha dimostrato conquistando questo punto. Sono soddisfatto per l’atteggiamento messo in campo dalla squadra”. Sulla Champions Sousa sta perdendo fiducia. “Si allontana. I nostri avversari diretti continuano a fare risultato – conclude il tecnico della Fiorentina – e a fornire prestazioni, mentre noi fatichiamo”.
Sciopero e manifestazione: possibili ripercussioni in città
Venerdì 18 marzo è stato indetto lo sciopero generale dai sindacati di base CUB, SI-COBAS e USI-AIT.
il corteo
A partire dalle 9.30 è prevista una manifestazione con corteo che, partendo da piazza Dalmazia, interesserà i viali fino a piazza Adua. Il concentramento dei manifestanti è previsto alle 9.30 in piazza Dalmazia, da qui il corteo si snoderà sul percorso via Corridoni, via del Romito, sottopasso ferrovia verso viale Belfiore, via Guido Monaco, via Alamanni, piazza Stazione, via Valfonda con conclusione in piazza Adua.
mobilità
Per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, la Questura di Firenze ha richiesto agli uffici della mobilità e al comando della Polizia Municipale una serie di provvedimenti: dalle 6 di venerdì divieti di sosta con rimozione forzata in piazza Dalmazia (porzione lato via Reginaldo Giuliani). Alle 7 scatteranno invece i divieti di sosta con rimozione in via Valfonda, piazza Adua e Pratello Orsini.
Previsti inoltre divieti di transito nelle strade interessate dal passaggio del corteo a partire dalle 9.45. Alla luce di questi provvedimenti, sono possibili rallentamenti e interruzioni della circolazione nelle zone interessate dal percorso e sui viali di circonvallazione.
Ecco il calcio per gli over 50: vietato correre
Possono giocarci tutti, uomini e donne, atleti provetti e persone con difficoltà motorie. Unico requisito: aver superato i 50 anni e non aver nessuna intenzione di correre. È il walking football, il calcio camminato, l'ultima novità in fatto di sport per tutti presentata ieri dalla Uisp nell'unico modo possibile: con la prima partita italiana, che ha visto sul campo del Palaeventi di Firenze due squadre capitanate da due giocatori d'eccezione, l'ex giocatore e oggi commentatore Eraldo Pecci e il giornalista Gianni Mura. Con Bruno Pizzul al microfono per la telecronaca.
Palla a terra e corsa vietata
La regola di base è che non si corre: al minimo accenno di corsa l’arbitro ferma il gioco e concede un calcio di punizione agli avversari. Al massimo è ammesso il passo svelto. Rispetto alle regole del calcio ce ne sono alcune studiate ad hoc per evitare infortuni e garantire pari opportunità anche a chi possiede difficoltà motorie, ad esempio la palla non può superare l’altezza della vita e che non si può intervenire sugli avversari con irruenza. Si gioca sul campo da calcetto in due tempi di 20 minuti e con squadre di sei giocatori.
In campo ieri, insieme a Gianni Mura ed Eraldo Pecci, il presidente nazionale Uisp Vincenzo Manco. Per la cronaca, la prima partita di calcio camminato è finita 3-3. Anche Pecci è andato in gol su rigore: “Lui il calcio camminato lo aveva inventato già qualche anno fa ma nessuno se n’era accorto”, ha scherzato Bruno Pizzul al microfono. “Aderisco volentieri a tutto ciò che rallenta – ha detto Gianni Mura –, per questo sono oggi con l’Uisp al battesimo del calcio camminato”. Soddisfatto il presidente Uisp Firenze Mauro Dugheri: “Siamo felice di ospitare a Firenze questo lancio nazionale di una disciplina che è nella nostra filosofia e coniuga la passione per il calcio con le problematiche della salute, in un contesto di divertimento e attività motoria senza traumi. Una pratica per qualsiasi età e per qualsiasi condizione fisica”.
Divertimento senza rischi per il corpo
Il calcio camminato è un’idea nata in Inghilterra, “che noi abbiamo importato ed adattato alla nostra visione di sport sociale e per tutti – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – La novità è questa: si cammina anziché correre, così non si perde il gusto del bel gesto atletico o del tocco di classe e allo stesso tempo non si rischia niente. Né traumi, né stiramenti. Si gioca tutti insieme, gli over 50 sono a casa loro e potranno tornare a calzare gli scarpini”.
L’attività potrebbe svolgersi nei mesi più freddi in palestra o al coperto, e nei mesi caldi, all’aperto. Gli incontri saranno diretti da arbitri che verranno formati dall’Uisp, preparati tecnicamente per far rispettare le regole ma anche socialmente e culturalmente. Figure in grado di valorizzare il primo obiettivo: la salute delle persone in campo, privilegiando il divertimento e il movimento rispetto all’agonismo.
Chiuso per due giorni il parco dell’Anconella
Due giorni di chiusura per il parco dell’Anconella. Oggi, mercoledì 16 marzo, e giovedì 17 il parco resterà chiuso: tecnici e operai della direzione ambiente – fanno sapere da Palazzo Vecchio – saranno al lavoro per togliere le ultime ceppaie degli alberi abbattuti dalla tempesta del 1° agosto scorso.
le nuove piante
Si tratta – viene spiegato ancora – di lavori propedeutici, necessari per dare il via al piano di messa a dimora delle nuove piante previsto dall’accordo tra Comune e Legacoop.
Un caffè (letterario) con Jonathan Coe
Un caffè con Jonathan Coe? Strano ma possibile. L'autore inglese ha dato infatti appuntamento a Baret Magarian, giornalista e scrittore anglo-armeno residente a Firenze giovedì 17 alle 18:30 per parlare a quattr'occhi… ops, a molteplici occhi, del suo ultimo romanzo.
Proprio così, l'evento è fissato al Caffè Letterario Le Murate, dove lo scrittore londinese presenterà “Numero 11”, la sua ultima fatica letteraria.
Nel covo dei letterati fiorentini (e non solo)
La presentazione – anteprima assoluta italiana – è stata organizzata dall’Associazione Culturale La Nottola di Minerva, dalla casa editrice Feltrinelli e dal caffè letterario fiorentino, sempre più spesso ritrovo di scrittori e amanti della letteratura.
La storia
Ambientato in Gran Bretagna tra il 2003 e il 2015, Numero 11 è una satira graffiante che racconta la durevole influenza della famiglia Winshaw, protagonista del romanzo più famoso di Coe, sulla vita politica e culturale inglese. Le vicende di Rachel e Alison, ragazze cresciute nell’era dei reality e dei social network, si intrecciano con quelle dei Winshaw sopravvissuti e dei loro eredi. Rachel, appena laureata a Oxford e un po’ frastornata, si trova catapultata nel mondo dei precettori per super-ricchi, mentre i sogni di Alison di diventare un’artista sono barbaramente calpestati da una giornalista piena di livore.
Un romanzo ambientato nei nostri tempi
L’ultimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato che aveva rivelato le bugie di Tony Blair sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. Coe usa tutta il suo ingegno, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.
L’ospedale di Careggi ”Amico dei Bambini”
L’ospedale di Careggi “Amico dei Bambini”. Ieri l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi ha ricevuto dall’Unicef il riconoscimento di “Ospedale Amico dei Bambini per l’allattamento.” Alla cerimonia, che si è svolta nell’Aula della Margherita, hanno partecipato il Direttore Generale della AOU Careggi Monica Calamai, il Direttore Generale dell'Unicef Italia Paolo Rozera, l’Assessore Regionale per il Diritto alla salute, al welfare e all'integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi e il Rettore dell’Università degli Studi di Firenze Luigi Dei.
Con i suoi oltre 3.800 nati ogni anno l’AOU Careggi, nell’ambito del programma dell’Unicef “Ospedali Amici dei bambini” – viene spiegato – è la più grande realtà ospedaliera riconosciuta in Italia e il primo punto nascita universitario.
Durante la cerimonia sono intervenuti tutti gli attori – responsabili, operatori, genitori – che hanno partecipato a questo riconoscimento che rappresenta – viene sottolineato – un traguardo di eccellenza.
Gli ospedali “Amici dei Bambini”
Gli ospedali “Amici dei Bambini” riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unicef sono oltre 23.000 in più di 150 paesi, 25 in Italia. L’AOU Careggi – viene spiegato – ha implementato l'assistenza alle mamme e ai bambini nel punto nascita, applicando i “Dieci passi per la promozione, la protezione ed il sostegno dell'allattamento materno”, le Cure Amiche della Madre e il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno.
Negli “Ospedali Amici dei Bambini” le donne che, per scelta o ragioni mediche, non allattano al seno, vengono sostenute nella loro decisione e ricevono informazioni basate sulle più recenti evidenze scientifiche, per favorire una corretta alimentazione del loro bambino.
“Insieme per l’Allattamento”
Obiettivo essenziale del programma dell’Unicef Italia “Insieme per l’Allattamento” – viene spiegato ancora – è creare una “cultura dell’allattamento” nel contesto di una cultura dei diritti dell’infanzia. Questa iniziativa si abbina a quella delle “Comunità Amiche dei Bambini”, che ha visto già 6 aziende sanitarie italiane riconosciute dall’Unicef. Nell’ambito del programma Comunità Amiche, l’Unicef ha lanciato l’iniziativa dei “Baby Pit Stop”, per promuovere la creazione di ambienti dedicati all’allattamento al seno, all’interno dei quali le mamme possono allattare liberamente o cambiare il pannolino. I Baby Pit Stop promossi dall’Unicef in Italia sono oltre 300.
Lavori all’Anconella, possibili mancanze d’acqua
A causa di alcuni lavori agli impianti elettrici dell'impianto di potabilizzazione dell'Anconella, dalle 23 di stasera, lunedì 14 marzo, alle 5 di domani, sono previsti forti abbassamenti di pressione e mancanze d'acqua in tutto il comune di Firenze, in particolare nella zona ovest (comprese le zone di Castello e Il Sodo) e nelle abitazioni prive di autoclave. A comunicarlo è Publiacqua.
i disagi
I tecnici – viene spiegato – metteranno in atto tutte le misure utili a limitare al massimo i disagi ma abbassamenti di pressione si potranno registrare anche nei comuni di Bagno a Ripoli, Impruneta (capoluogo), loc. Strada in Chianti (Greve in Chianti), Sesto Fiorentino, Signa, Lastra a Signa, Campi Bisenzio, Poggio a Caiano, Sesto Fiorentino, Calenzano, Prato, Quarrata, Montemurlo, Agliana.
Nelle zone più vicine all’intervento – viene spiegato ancora – potranno inoltre verificarsi al termine del lavoro temporanei fenomeni di torbidità. Publiacqua si scusa con i cittadini per i disagi.
Cooplat compie settant’anni
Il 1 febbraio 1946, in una Firenze ancora ferita dalla guerra, nove ex partigiani si costituiscono in cooperativa per iniziare un'attività “autonoma, senza padroni” nel settore delle pulizie. Cinquecento lire di capitale sociale, racimolate con grande fatica in tempi di carestia: nasce la “Lavoratori ausiliari del traffico”: L.a.t., poi meglio conosciuta come Cooplat. Settant'anni dopo, quell'azienda conta quasi tremila addetti di cui oltre 1.400 soci, attivi in 12 regioni d'Italia nei settori del facility management e dell'ecologia, delle manutenzioni e dell'energia. Un'impresa cooperativa che ogni anno fattura, con una crescita continua, circa 100 milioni di euro. Stamani Cooplat ha festeggiato il suo 70° compleanno con un a cerimonia al Teatro del Sale.
Erano presenti, tra gli altri, il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti e il governatore della Toscana Enrico Rossi, per rendere omaggio ad una lunga storia di lavoro, impegno e solidarietà.
Il futuro che viene da lontano
“Festeggiamo un traguardo importante – dice il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi – e sapere che non ci sono in Italia molte aziende così longeve con la stessa ragione sociale, ci carica di grande responsabilità. Dal '46 ad oggi è cambiato il mondo, ma Cooplat ha saputo rendersi protagonista nel cambiamento: è riuscita ad innovarsi, espandersi, diversificare la sua attività. Lo ha fatto senza mai tradire i valori delle origini. Intergenerazionalità, solidarietà, legalità e partecipazione sono i fari che seguiamo da sempre. E la buona cooperazione genera buona impresa, che nella realtà delle cose si traduce in qualità del lavoro e del servizio offerto. La continua innovazione di un’organizzazione solidale per natura, flessibile per scelta, competitiva per qualità e orgogliosa della propria libertà, può rappresentare un valore aggiunto sia per l’economia che per la dinamica sociale del Paese. Un traino nella crisi economica, finanziaria e per certi versi anche morale di questi ultimi anni”.
“Siete un bell'esempio – ha detto il presidente Rossi –, una realtà d'eccellenza che brilla in Toscana e che deve rappresentare un punto di riferimento per molti. Faccio i miei complimenti ai dirigenti e se possiamo considerare finita la stagione delle ideologie, non dobbiamo fare lo stesso con i valori e con la centralità del lavoro, perché se c'è arretramento sul fronte dei diritti sul lavoro, su questo voi e il movimento cooperativo state facendo e potete fare ancora molto, con un'azione importante di bonifica e di ristabilimento della legalità”.
L'alluvione e la rinascita
La storia di Cooplat è da sempre strettamente legata a quella di Firenze, la città in cui è nata. Nel 1965 ad esempio Cooplat perse l'appalto con Ferrovie che per quasi venti anni ne aveva caratterizzato l'attività. Un periodo davvero buio per i soci lavoratori, a cui da lì a breve avrebbe fatto seguito la terribile alluvione del 4 novembre '66. Ma è proprio da quel drammatico frangente che Cooplat riuscì a rinascere. I soci della cooperativa, da alcuni mesi senza lavoro, si presero cura fin da subito dei volumi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze gravemente danneggiati, prima come “angeli del fango” volontari, poi con un incarico specifico: dopo essere stati formati da esperti nazionali e internazionali, nel 1967 dettero vita al Laboratorio di restauro del libro, ancora oggi riconosciuto come uno dei maggiori al mondo, che nel 1976 divenne un organismo permanente della Biblioteca.
Da lì in poi inizia il percorso di crescita della cooperativa, che acquisisce negli anni una importante serie di appalti, dagli Uffizi alle Poste fino alla Regione Toscana, e si espande con la sua attività fuori dal territorio fiorentino. Prima a Siena, dove approda grazie all'assorbimento di Pulicoop, un piccola cooperativa di sole donne impegnata nelle pulizie, poi sulla Costa e a Grosseto, dove si avvicina al settore socio – sanitario vincendo un appalto al locale Ospedale. Nel 1975 Cooplat muove i primi passi fuori dai confini regionali, acquisendo un importante appalto in Liguria presso l'Arsenale della Marina Militare. Dalla fine degli anni '70, inoltre, una scelta strategica nuova e che in seguito risulterà vincente: la diversificazione delle attività. Se fino a quel momento la cooperativa si era sempre occupata di pulizie, movimentazione merci e restauro, dal 1978 in poi si cimenta nel settore delle manutenzioni, dell'ecologia, della gestione dei rifiuti urbani e del verde, ampliando le proprie competenze e la competitività.
Gli anni della crescita
Cooplat continua a crescere negli anni '80 e '90. Crescono i cantieri e il fatturato ma soprattutto la forza lavoro, la base sociale della cooperativa. Che acquisterà piano piano alcuni tratti salienti che ancora oggi mantiene. Innanzitutto la presenza di un'alta, prevalente componente femminile. Oggi, su circa tremila addetti in totale tra soci e lavoratori, quasi 2.000 sono donne (di cui un migliaio socie). Consistente, inoltre, la presenza di personale straniero, pari al dicembre 2014 a 383 persone, di cui 295 provenienti da Paesi extra Cee. Una cooperativa “in rosa” e multietnica che da sempre ha messo in campo misure e progetti a sostegno del suo corpo sociale variegato ed eterogeneo. A partire dalla ricerca sul personale straniero affidata nel 2011 al Ceuriss fino a quella sulle donne immigrate impiegate in Cooplat presentata nel 2014 dall'Istituto Dirpolis della Scuola Sant'Anna di Pisa. Finalizzate ad accrescere le occasioni di integrazione del corpo sociale, entrambe fanno emergere il senso di appartenenza alla cooperativa sviluppato dal personale immigrato, che nel lavoro in Cooplat – seppur duro, umile e faticoso – rintraccia prima di tutto uno strumento di inclusione sociale.
A testimoniare l'importanza accordata da Cooplat alla qualità del lavoro, non c'è solo l'alto tasso di contratti a tempo indeterminato (su un totale di circa tremila, sono poco più di un centinaio i contratti a tempo determinato e soli 3 i Co.co.pro). Il riconoscimento del lavoro come sinonimo di dignità e occasione per il riscatto sociale si riflette anche nel protocollo di intesa raggiunto nel giugno 2014 con il Centro antiviolenza di Firenze “Artemisia” per l'inserimento lavorativo delle donne vittime di maltrattamenti. Un'intesa fortemente voluta dai soci della sezione fiorentina della cooperativa che ha condotto all'assunzione di alcune donne precedentemente accolte nelle case rifugio di Artemisia che con il lavoro in cooperativa hanno potuto riacquistare una autonomia precedentemente perduta.
Qualità del lavoro è la parola d'ordine anche sul fronte della sicurezza. Dal 2012 al 2014, gli infortuni in Cooplat passano da 221 a 195, l'indice di frequenza scende da 63,7 a 57,4 e l'indice di gravità da 168,7 a 145,3, ben sotto la media nazionale degli infortuni nei settori di riferimento. A chiusura dell'iniziativa per i 70 anni una tavola rotonda dedicata al tema “C'è futuro nella cooperazione”.
“All’inizio – dice il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti – c’erano 9 ex partigiani, oggi Cooplat conta 1.400 soci che in 12 regioni danno lavoro quasi a 3mila persone: i numeri raccontano che in questi 70 anni la cooperativa ha saputo fare bene il proprio mestiere, ma dicono anche che lo ha fatto senza perdere per strada i propri valori, perché qui si realizzano le pari opportunità con 2 occupati su 3 che sono donne, si fa integrazione con il 12% dei lavoratori stranieri e si assicura buon lavoro, con il 95% delle persone assunte a tempo indeterminato. Questa capacità di trasformare i valori nei binari su cui far correre l’impresa è l’essenza della cooperazione e il fatto che voi lo continuiate a fare, ogni giorno, è una buona notizia per il nostro Paese”.
“Cooplat – è il commento dell'assessore al Lavoro del Comune di Firenze Federico Gianassi – rappresenta una realtà fiorentina di successo che può guardare al futuro con fiducia e ottimismo. È significativo il fatto che la cooperativa abbia scommesso su formazione, qualità del lavoro e sicurezza, parole chiave per tutte quelle imprese che oggi vogliono stare sul mercato ed essere competitive”.
“La cooperazione – dice il professor Luca Bagnoli, docente di Economia aziendale all'Università di Firenze – nasce come aristocrazia del lavoro, dove i più avveduti si organizzano per fare impresa, ed è tanto più attuale quanto più ha presente da dove viene. È questo il valore aggiunto di questo tipo di impresa, finché sta sul mercato ma riesce a mantenere un forte legame coi suoi soci, ha raggiunto il suo obiettivo più grande”.