lunedì, 18 Agosto 2025
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L’arcobaleno e la caccia al tesoro

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Pensate a una marachella. Lapo, Cosimo e Beatrice l'avevano fatta. L'ultima volta ne avevano combinata una davvero grossa: con le cere avevano disegnato il ritratto dei loro compagni di classe. Peccato che il bell'affresco l'avessero realizzato sulla facciata di un antico palazzo in San Frediano. Fu così che finirono dritti in punizione chiusi in casa. E ci stettero per un bel po', complice anche un mese di marzo molto piovoso che gli impedì di correre fuori a giocare. Quando il sole tornò a fare capolino, i tre birbanti si ritrovarono in piazza con l'energia di un leone. In sella alle loro biciclette, erano pronti a nuove chiassose scorribande che facevano rimpiangere agli abitanti del quartiere che la scuola non durasse 24 ore al dì.

Mentre inforcava i pedali, Cosimo gridò: “Guardate amici, l'arcobaleno!”. Un grande ponte colorato sovrastava i tetti, risplendendo nel cielo mezzo azzurro e mezzo grigio. “Mio nonno ha detto che dove nasce l'arcobaleno c'è un tesoro prezioso. Andiamo a cercarlo!”, disse. “Sì – gli fece eco Beatrice – così potremo comprarci un sacco di caramelle!”. “Pista!”, partì Lapo. E gli altri due monelli lo seguirono a ruota.

Attraversarono mezza città all'inseguimento dell'arcobaleno, facendo spericolati slalom tra i malcapitati passanti e talvolta sopra i loro piedi. L'ultimo tratto fu il più duro: l'arcobaleno conduceva al Piazzale Michelangelo. I tre amici dovettero alzarsi sui pedali per affrontare la salita. “La nostra fatica sarà ricompensata quando troveremo il tesoro!”, disse Cosimo. E tutti pedalarono più forte. Arrivati in cima alla terrazza, là dove svetta il David, nonostante il fiatone si misero subito a cercare il luogo esatto da cui l'arcobaleno nasceva. Dovevano fare presto però: i colori iniziavano a sbiadire. Come segugi, setacciarono palmo palmo il Giardino dell'Iris, si infilarono nella loggia del Poggi, perlustrarono gli alberi del viale dei Colli e ogni gradino delle Rampe. Niente. Ormai l'arcobaleno era sparito, portando con sé le poche nubi rimaste e il tesoro prezioso.

I tre amici, sconsolati, risalirono sulla terrazza. Stavano per sedersi a riposare ai piedi del David quando Cosimo strillò: “Guardate!”. E indicò il profilo bellissimo che da Fiesole, passando per il Bargello, Palazzo Vecchio e il Duomo, toccava il Ponte Vecchio, Santa Croce e l'Oltrarno. Splendente, nel sole ormai alto. Non seppero dirlo a parole ma lo intuirono: un tesoro più prezioso di quello chissà se sarebbe mai esistito. E da quel giorno, i tre monelli iniziarono a volerle più bene, e a trattarla meglio, la loro città.

Al Meyer l’attesa è un gioco

Tra paesaggi incantati, personaggi fantastici e racconti interattivi, aspettare il proprio turno per una visita medica al Meyer diventa un gioco. Merito de “Le finestre dei sogni”, due enormi schermi e quattro monitor touch-screen in funzione da ieri nella sala di attesa davanti agli ambulatori specialistici e alla radiodiagnostica dell'ospedale pediatrico fiorentino, la porta (o meglio, la finestra) d'ingresso al mondo magico e interrattivo realizzato dal pittore e visual artist Giuseppe Ragazzini.

Una finestra sul mondo (magico)

Le finestre magiche nascono per portare distensione e relax in un momento molto particolare come quello dell’attesa, in cui l’attenzione – soprattutto dei genitori – è concentrata sull’esito della visita medica dei bambini. Le immagini animate, e i delicati effetti sonori e musicali che le accompagnano, sono pensate per favorire il rilassamento e allontanare stress e preoccupazioni, attraverso l’immersione in una narrazione “altra”, fatta della materia dei sogni e della creazione artistica che permette ai bambini di liberare fantasia e creatività mentre aspettano. Così i minuti trascorrono più in fretta e il tempo speso nell’attesa diventa un’esperienza piacevole.

Paesaggi, colori e animali d'artista

A creare i contenuti di queste finestre magiche è stata la fantasia di Giuseppe Ragazzini, pittore, scenografo e visual artist non ancora quarantenne, ma già apprezzato a livello internazionale. Nato a Londra nel 1978, si è laureato in filosofia a Firenze e qui ha esposto nelle sue prime mostre collettive. Dal 2002 sperimenta con l'arte digitale e ha collaborato con moltissimi artisti, tra i quali Vinicio Capossela, Avion Travel, Paolo Conte, Ornella Vanoni, Elisa. Nel settembre del 2014 ha realizzato tutte le videoscenografie per l'opening gala della New York Philharmonic Orchestra di New York presso il Lincoln Center: “La Dolce vita, the music of Italian Cinema”.

Il filmato, che al momento dura 30 minuti ma verrà presto ampliato, è diviso in sezioni, ciascuna con un tema conduttore: i colori, la primavera, il mare, i paesaggi, l’abbecedario. I bambini potranno seguire la sfilata degli animali di un circo immaginario, contemplare montagne innevate, tramonti e spiagge deserte bagnate da acque cristalline e restare incantati davanti al mondo sottomarino o allo sbocciare di fiori e colline piene di farfalle variopinte. E grazie ai touch screen, giocare con le lettere e imparare nuove parole.

Sarà Arturo, un personaggio fantastico, a insegnare ai bambini come utilizzare i touch-screen interattivi posizionati ai lati della videoinstallazione, invitandoli al gioco e trasformandoli, da semplici spettatori, in protagonisti. Nella sala d’attesa i piccoli avranno infatti a disposizione quattro schermi tutti per loro, per giocare e divertirsi in modo creativo utilizzando una app che Ragazzini ha creato apposta per il Meyer. La loro fantasia potrà sbizzarrirsi utilizzando e combinando tra loro varie categorie di oggetti, alcuni dei quali provengono da famosi quadri di grandi pittori come Mirò, Rousseau il Doganiere e Duccio di Boninsegna. Con un semplice movimento delle dita, i piccoli potranno scegliere i pezzi preferiti e trasformarli in un nuovo disegno. Grazie a un’etichetta, ogni opera creata dai bambini sarà “firmata” e titolata. Poi potrà essere spedita come cartolina virtuale via mail o condivisa sui social network o, ancora, caricata su una galleria web, accessibile tramite l’applicazione Gallery Art del Meyer, una vera galleria d'arte dove saranno raccolti tutti i capolavori creati dai bambini.

Da sala d'attesa a cinema il passo è breve: presto i maxi schermi saranno utilizzati per una programmazione di proiezioni cinematografiche dedicate ai bambini ricoverati in ospedale ogni domenica pomeriggio. L’allestimento artistico rientra in un progetto sostenuto dalla Fondazione Meyer nell’ambito delle iniziative di umanizzazione e di accoglienza delle cure nell’ospedale pediatrico.

Il Meyer – spiega Alberto Zanobini, Direttore Generale del Meyer – vuole essere molto di più di un ospedale pediatrico: una comunità coesa attorno al diritto alla salute dei bambini e delle bambine. A Primavera abbiamo la gioia di inaugurare una grande opera d' arte contemporanea, che – rifuggendo da ogni tipo di autoreferenzialità – ha anche l’ambizione di coinvolgere i bambini come soggetti attivi dell'espressione artistica e non come semplici spettatori. Innovazione organizzativa e innovazione tecnologica si possono realizzare efficacemente solo se in parallelo si realizza una innovazione culturale. La cultura secondo una concezione olivettiana di àncora, ciò che dà saldezza, introducendo valori umanistici”.

“Una finestra dei sogni – spiega Gianpaolo Donzelli, Presidente della Fondazione Meyer – perché i pensieri del bambino, caratterizzati dalla preoccupazione per essere entrato in ospedale, possano colorarsi anche di momenti di spensieratezza. Questo il senso del progetto realizzato dalla Fondazione Meyer, per corrispondere alla visione globale che ha il Meyer di prendersi cura fin dal primo istante in cui il bambino entra in ospedale”.

Finestre aperte su un mondo magico al Meyer

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Maxi-schermi interattivi per entrare in un mondo di fiabe e personaggi colorati: con "Le finestre dei sogni" l'attesa della visita al Meyer diventa un gioco

Al Meyer si aprono “Le finestre dei sogni”

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Sono i nuovi maxischermi interattivi installati all’ospedale pediatrico di Firenze. Così l’attesa diventa un gioco

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Viola spuntati. Ancora un pareggio a Frosinone

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Secondo pareggio consecutivo per la Fiorentina che pare aver dimenticato come si fa a vincere le partite. Gli ultimi tre punti risalgono al 21 febbraio contro l’Atalanta. Da allora due sconfitte: col Tottenham e quella, devastante, contro la Roma, e tre pareggi. Anche al “Matusa” tanta sfortuna per i viola ma anche chiari problemi di ritmo e mancanza di quella rabbia agonistica che potrebbe fare la differenza. Il Frosinone guadagna un punto importante per la salvezza ma che non conta molto in classifica, Fiorentina che riesce a riagganciare l’Inter al quarto posto. Paulo Sousa recupera Vecino e lo schiera accanto a Badelj; Gonzalo Rodriguez torna a guidare la difesa. Sulle ali Bernardeschi (fresco di convocazione in Nazionale) e Alonso, mentre in avanti torna il croato Kalinic con Borja Valero e Ilicic alle spalle. Tra i padroni di casa Stellone schiera un inedito tridente con Paganini e Kragl a supporto dell’unica punta Daniel Ciofani.

 

Primo tempo

 

Fiorentina padrona del campo fin dai primi minuti. Al 13’ Alonso serve Ilicic che ci prova con una conclusione dal limite dell’area che non crea grattacapi a Leali. Al 27’ si vedono i frusinati con Gucher con una stoccata al volo che Tatarusanu blocca in tuffo. Al 32’ è sempre l’austriaco a farsi vedere con un lancio millimetrico Kragl che spreca. Clamorosa l’occasione per la Fiorentina prima dell’intervallo. Kalinic si gira in un fazzoletto e centra il palo: sul pallone vagante si avventa Borja Valero, che prima spara addosso a Leali e sull’ulteriore respinta del portiere colpisce la traversa ad un metro dalla porta. Si va al riposo sullo 0-0 con la Fiorentina che impreca per la ghiotta occasione sprecata.

 

Secondo tempo

 

La Fiorentina anche nella ripresa colleziona occasioni da rete ma non riesce mai a concretizzare la mole di lavoro. Al 55’ Bernardeschi sfila il pallone a Pavlovic e con un mancino velenoso scheggia nuovamente il palo alla sinistra di Leali; sul conseguente corner è lo stesso Leali a superarsi, togliendo dall’angolino un’incornata di Vecino con un prodigioso riflesso. Ancora Leali poco dopo dice di no a Kalinic e Bernardeschi, opponendo i pugni in entrambe le occasioni. 77’ Tatarusanu sbaglia un rinvio, serve Paganini che pesca Tonev. Il bulgaro tira ma il portiere della Fiorentina riesce a parare. All’81 il Frosinone colpisce un palo con Kragl con una conclusione dai 35 metri. E’ l’ultima vera occasione di una gara che finisce con la divisione della posta in palio.

 

L’allenatore

 

Paulo Sousa ha commentato così il pareggio a fine gara. “La squadra sul piano della voglia ha dato tutto contro una squadra che ha buttato il cuore oltre l’ostacolo. Il Frosinone vuole la salvezza e oggi l’ha dimostrato conquistando questo punto. Sono soddisfatto per l’atteggiamento messo in campo dalla squadra”. Sulla Champions Sousa sta perdendo fiducia. “Si allontana. I nostri avversari diretti continuano a fare risultato – conclude il tecnico della Fiorentina –  e a fornire prestazioni, mentre noi fatichiamo”.

Sciopero e manifestazione: possibili ripercussioni in città

Venerdì 18 marzo è stato indetto lo sciopero generale dai sindacati di base CUB, SI-COBAS e USI-AIT.

il corteo

A partire dalle 9.30 è prevista una manifestazione con corteo che, partendo da piazza Dalmazia, interesserà i viali fino a piazza Adua. 
Il concentramento dei manifestanti è previsto alle 9.30 in piazza Dalmazia, da qui il corteo si snoderà sul percorso via Corridoni, via del Romito, sottopasso ferrovia verso viale Belfiore, via Guido Monaco, via Alamanni, piazza Stazione, via Valfonda con conclusione in piazza Adua.

mobilità


Per ragioni di sicurezza e ordine pubblico, la Questura di Firenze ha richiesto agli uffici della mobilità e al comando della Polizia Municipale una serie di provvedimenti: dalle 6 di venerdì divieti di sosta con rimozione forzata in piazza Dalmazia (porzione lato via Reginaldo Giuliani). Alle 7 scatteranno invece i divieti di sosta con rimozione in via Valfonda, piazza Adua e Pratello Orsini.

Previsti inoltre divieti di transito nelle strade interessate dal passaggio del corteo a partire dalle 9.45. 
Alla luce di questi provvedimenti, sono possibili rallentamenti e interruzioni della circolazione nelle zone interessate dal percorso e sui viali di circonvallazione.

Ecco il calcio per gli over 50: vietato correre

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Possono giocarci tutti, uomini e donne, atleti provetti e persone con difficoltà motorie. Unico requisito: aver superato i 50 anni e non aver nessuna intenzione di correre. È il walking football, il calcio camminato, l'ultima novità in fatto di sport per tutti presentata ieri dalla Uisp nell'unico modo possibile: con la prima partita italiana, che ha visto sul campo del Palaeventi di Firenze due squadre capitanate da due giocatori d'eccezione, l'ex giocatore e oggi commentatore Eraldo Pecci e il giornalista Gianni Mura. Con Bruno Pizzul al microfono per la telecronaca.

Palla a terra e corsa vietata

La regola di base è che non si corre: al minimo accenno di corsa l’arbitro ferma il gioco e concede un calcio di punizione agli avversari. Al massimo è ammesso il passo svelto. Rispetto alle regole del calcio ce ne sono alcune studiate ad hoc per evitare infortuni e garantire pari opportunità anche a chi possiede difficoltà motorie, ad esempio la palla non può superare l’altezza della vita e che non si può intervenire sugli avversari con irruenza. Si gioca sul campo da calcetto in due tempi di 20 minuti e con squadre di sei giocatori.

In campo ieri, insieme a Gianni Mura ed Eraldo Pecci, il presidente nazionale Uisp Vincenzo Manco. Per la cronaca, la prima partita di calcio camminato è finita 3-3. Anche Pecci è andato in gol su rigore: “Lui il calcio camminato lo aveva inventato già qualche anno fa ma nessuno se n’era accorto”, ha scherzato Bruno Pizzul al microfono. “Aderisco volentieri a tutto ciò che rallenta – ha detto Gianni Mura –, per questo sono oggi con l’Uisp al battesimo del calcio camminato”. Soddisfatto il presidente Uisp Firenze Mauro Dugheri: “Siamo felice di ospitare a Firenze questo lancio nazionale di una disciplina che è nella nostra filosofia e coniuga la passione per il calcio con le problematiche della salute, in un contesto di divertimento e attività motoria senza traumi. Una pratica per qualsiasi età e per qualsiasi condizione fisica”.

Divertimento senza rischi per il corpo

Il calcio camminato è un’idea nata in Inghilterra, “che noi abbiamo importato ed adattato alla nostra visione di sport sociale e per tutti – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – La novità è questa: si cammina anziché correre, così non si perde il gusto del bel gesto atletico o del tocco di classe e allo stesso tempo non si rischia niente. Né traumi, né stiramenti. Si gioca tutti insieme, gli over 50 sono a casa loro e potranno tornare a calzare gli scarpini”.

L’attività potrebbe svolgersi nei mesi più freddi in palestra o al coperto, e nei mesi caldi, all’aperto. Gli incontri saranno diretti da arbitri che verranno formati dall’Uisp, preparati tecnicamente per far rispettare le regole ma anche socialmente e culturalmente. Figure in grado di valorizzare il primo obiettivo: la salute delle persone in campo, privilegiando il divertimento e il movimento rispetto all’agonismo.

Chiuso per due giorni il parco dell’Anconella

Due giorni di chiusura per il parco dell’Anconella. Oggi, mercoledì 16 marzo, e giovedì 17 il parco resterà chiuso: tecnici e operai della direzione ambiente – fanno sapere da Palazzo Vecchio – saranno al lavoro per togliere le ultime ceppaie degli alberi abbattuti dalla tempesta del 1° agosto scorso.

le nuove piante

Si tratta – viene spiegato ancora – di lavori propedeutici, necessari per dare il via al piano di messa a dimora delle nuove piante previsto dall’accordo tra Comune e Legacoop.

Un caffè (letterario) con Jonathan Coe

Un caffè con Jonathan Coe? Strano ma possibile. L'autore inglese ha dato infatti appuntamento a Baret Magarian, giornalista e scrittore anglo-armeno residente a Firenze giovedì 17 alle 18:30 per parlare a quattr'occhi… ops, a molteplici occhi, del suo ultimo romanzo.

Proprio così, l'evento è fissato al Caffè Letterario Le Murate, dove lo scrittore londinese presenterà “Numero 11”, la sua ultima fatica letteraria.

Nel covo dei letterati fiorentini (e non solo)

La presentazione  – anteprima assoluta italiana  – è stata organizzata dall’Associazione Culturale La Nottola di Minerva, dalla casa editrice Feltrinelli e dal caffè letterario fiorentino, sempre più spesso ritrovo di scrittori e amanti della letteratura.

La storia

Ambientato in Gran Bretagna tra il 2003 e il 2015, Numero 11 è una satira graffiante che racconta la durevole influenza della famiglia Winshaw, protagonista del romanzo più famoso di Coe, sulla vita politica e culturale inglese. Le vicende di Rachel e Alison, ragazze cresciute nell’era dei reality e dei social network, si intrecciano con quelle dei Winshaw sopravvissuti e dei loro eredi. Rachel, appena laureata a Oxford e un po’ frastornata, si trova catapultata nel mondo dei precettori per super-ricchi, mentre i sogni di Alison di diventare un’artista sono barbaramente calpestati da una giornalista piena di livore.

Un romanzo ambientato nei nostri tempi

L’ultimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato che aveva rivelato le bugie di Tony Blair sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi. Coe usa tutta il suo ingegno, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.

L’ospedale di Careggi ”Amico dei Bambini”

L’ospedale di Careggi “Amico dei Bambini”. Ieri l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi ha ricevuto dall’Unicef il riconoscimento di “Ospedale Amico dei Bambini per l’allattamento.” Alla cerimonia, che si è svolta nell’Aula della Margherita, hanno partecipato il Direttore Generale della AOU Careggi Monica Calamai, il Direttore Generale dell'Unicef Italia Paolo Rozera, l’Assessore Regionale per il Diritto alla salute, al welfare e all'integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi e il Rettore dell’Università degli Studi di Firenze Luigi Dei.

Con i suoi oltre 3.800 nati ogni anno l’AOU Careggi, nell’ambito del programma dell’Unicef “Ospedali Amici dei bambini” – viene spiegato – è la più grande realtà ospedaliera riconosciuta in Italia e il primo punto nascita universitario.

Durante la cerimonia sono intervenuti tutti gli attori – responsabili, operatori, genitori – che hanno partecipato a questo riconoscimento che rappresenta – viene sottolineato – un traguardo di eccellenza.

Gli ospedali “Amici dei Bambini”

Gli ospedali “Amici dei Bambini” riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unicef sono oltre 23.000 in più di 150 paesi, 25 in Italia. L’AOU Careggi – viene spiegato – ha implementato l'assistenza alle mamme e ai bambini nel punto nascita, applicando i “Dieci passi per la promozione, la protezione ed il sostegno dell'allattamento materno”, le Cure Amiche della Madre e il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno.

Negli “Ospedali Amici dei Bambini” le donne che, per scelta o ragioni mediche, non allattano al seno, vengono sostenute nella loro decisione e ricevono informazioni basate sulle più recenti evidenze scientifiche, per favorire una corretta alimentazione del loro bambino.

“Insieme per l’Allattamento”

Obiettivo essenziale del programma dell’Unicef Italia “Insieme per l’Allattamento” – viene spiegato ancora – è creare una “cultura dell’allattamento” nel contesto di una cultura dei diritti dell’infanzia. Questa iniziativa si abbina a quella delle “Comunità Amiche dei Bambini”, che ha visto già 6 aziende sanitarie italiane riconosciute dall’Unicef. Nell’ambito del programma Comunità Amiche, l’Unicef ha lanciato l’iniziativa dei “Baby Pit Stop”, per promuovere la creazione di ambienti dedicati all’allattamento al seno, all’interno dei quali le mamme possono allattare liberamente o cambiare il pannolino. I Baby Pit Stop promossi dall’Unicef in Italia sono oltre 300.