sabato, 21 Dicembre 2024
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I bronzi di San Casciano dei Bagni: “ritrovamento eccezionale”

A 50 anni dai bronzi di Riace una nuova straordinaria scoperta, stavolta in Toscana: 20 statue etrusche e romane sono emerse dal fango e dall'acqua calda di un'antica vasca sacra

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Il ritrovamento di oltre 20 antichi bronzi a San Casciano dei Bagni (Siena) rappresenta una scoperta eccezionale, al pari di quella di Riace: in questa parte di Toscana si trova il più grande deposito di statue bronzee etrusche e romane, mai venuto alla luce nell’Italia antica e uno dei più significativi del Mediterraneo. Le novità sono arrivate dopo la conclusione della sesta campagna di scavi archeologici nel Santuario Ritrovato del Bagno Grande. Il destino ha voluto che questa scoperta straordinaria sia avvenuta a 50 anni dal ritrovamento dei celebri bronzi di Riace, nell’agosto del 1972.

San Casciano dei Bagni come Riace: il ritrovamento di oltre 20 bronzi

Oltre venti statue bronzee, protette per oltre due millenni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre, sono state rinvenute durante gli scavi condotti dal Comune di San Casciano dei Bagni su concessione della Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province del Ministero della Cultura. Le opere raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti.

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La particolarità è data proprio dall’ottimo stato di conservazione: sui manufatti sono addirittura visibili le meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise sulle statue prima della loro realizzazione. La gran parte di questi capolavori dell’antichità è stata realizzata tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo.

Arrivate fino ai giorni nostri per un rito sacro

Secondo le ricostruzioni degli studiosi, i bronzi di San Casciano dei Bagni erano probabilmente posizionati sul bordo esterno della grande vasca sacra del Bagno grande e ancorate sui blocchi in travertino. A più riprese, nel corso del primo secolo dopo Cristo, le statue furono staccate dalla loro collocazione originaria e depositate sul fondo, una sorta di atto rituale che continuò fino al quarto secolo. Successivamente il santuario venne smantellato e chiuso, mentre questo tesoro di statue fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro.

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Lo scavo, coordinato dal professor Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena e diretto sul campo da Emanuele Mariotti per conto del Comune di San Casciano dei Bagni, ha coinvolto durante le 16 settimane di scavo più di 60 studenti e studentesse provenienti da undici università nazionali e internazionali. Questo eccezionale ritrovamento di bronzi nella cittadina termale di San Casciano dei Bagni ” è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana – spiega il  professor Jacopo Tabolli –  La geochimica dell’acqua che ha conservato in modo così eccezionale i capolavori toreutici è essa stessa oggetto della nostra ricerca, perché è proprio la centralità dell’acqua ad aver condizionato l’antica scelta di questo luogo sacro”.

Lo studio sui bronzi di San Casciano dei Bagni

Nei prossimi mesi il team di oltre sessanta studiosi continuerà a lavorare per comprendere la natura dell’antico luogo sacro, i tempi e lo spazio della formazione del deposito e i processi produttivi che sono stati dietro alla creazione dei capolavori. La campagna di scavo dell’anno scorso aveva già portato alla luce migliaia di monete e alcuni bronzetti, per cui ora partirà il restauro. L’opera di recupero sarà estesa alle nuove statue emerse dal fango.

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