Il seminario è stata la prima iniziativa realizzata in collaborazione dai comitati pari opportunità Arpat ( agenzia regionale protezione ambientale), Comune e Università di Firenze.
«Da alcuni anni – ha sottolineato l’assessore alle pari opportunità Rosa Maria Di Giorgi – nelle pubbliche amministrazioni si presta più attenzione al corretto riconoscimento sociale di ogni persona, ciononostante è ancora in uso un linguaggio che non rispetta la presenza delle donne, ed anche se la legislazione vigente raccomanda l’uso di termini che comprendano o riconoscano la presenza di entrambi, donne e uomini, spesso, troviamo moduli e lettere declinati al maschile, anche se la referente è una donna».
«La lingua – è stato sottolineato ancora durante il seminario – ha le sue regole che vanno rispettate, ma ci offre un’ampia gamma di possibilità e di scelta nell’uso delle parole, sta a noi decidere con quali rappresentare noi stesse e la realtà che ci circonda.
Le parole hanno un genere preciso: maschile o femminile, il neutro non esiste, ogni persona ha la libertà e la responsabilità di decidere se rappresentare un mondo tutto al maschile, mono colore, nascondendo quindi la presenza delle donne, o se dare della realtà la giusta immagine: una miscellanea di colori.
Il linguaggio ha una forte potenzialità comunicativa, deve avere un approccio dinamico nel rappresentare una realtà in continuo mutamento ed essere coerente nella scelta e nell’uso del genere.
La condivisione di esperienze e di saperi diversi ha fatto comprendere come sia importante, partendo dalla riflessione su lingua e genere, arrivare a dare attenzione anche ad altre differenze e alla presenza nella nostra vita di persone straniere e migranti, per le quali la scelta del linguaggio con cui comunicare assume un particolare significato».
A conclusione del seminario sono state individuate «alcune linee di sviluppo dell’iniziativa» tra le quali «una formazione specifica per le dipendenti e i dipendenti degli enti promotori», da «inserire anche nei ‘piani di azioni positive’, un lavoro di rete da allargare ad altri organismi di parità e la realizzazione, con il patrocinio dell’Accademia della Crusca, di interventi specifici da proporre a tutta la cittadinanza» .