Oggi si chiamerebbero ‘partecipazioni’, ma in origine erano i “nuptialia”, ovvero “scritti per nozze”. Hanno origine in tempi lontani, probabilmente sono contemporanei alla nascita dell’istituzione del matrimonio e del rito nuziale ed erano usati già nell’antica Grecia e dai Romani.
Domani, 17 novembre alle 10, alla Biblioteca delle Oblate, sarà presentato un volume che ne racconta l’evoluzione, dal titolo ‘Invito a nozze. I nuptialia della Biblioteca delle Oblate’, a cura di Manuela Barducci pubblicato nella collana Carte Scoperte edita dall’Amministrazione comunale.
La Biblioteca delle Oblate conserva una raccolta di 347 nuptialia databili dal XVI secolo ai primi decenni del ‘900 con caratteristiche molto diverse tra loro a seconda dell’epoca a cui risalgono.
Hanno veste tipografica elegante o sfarzosa, i loro contenuti sono componimenti poetici o partiture musicali, testi teatrali, descrizioni di feste, giochi e tornei, studi e ricerche storiche e archivistiche, oltre ad una epistola dedicatoria grazie alla quale si entra un po’ in “intimità” con gli sposi, con le loro vite, le loro famiglie, le loro amicizie, la loro cerchia di conoscenze.
Per questo i nuptialia offrono uno spaccato della storia del costume e della nostra società nel corso di cinque secoli raccontando la storia delle famiglie nobili e della borghesia emergente.