Si presero a male parole: lui, l’assessore alla cultura di Firenze Giuliano Da Empoli parlò di una ”marchetta”; lei, l’artista romana Rabarama, al secolo Paola Epifani, lo definì maschilista, paragonandolo a Strauss-Kahn. Adesso la creatrice delle sculture posizionate nel centro di Firenze, ha invitato l’assessore all’inaugurazione della sua mostra. Un gesto distensivo o un modo per continuare questo singolare botta e risposta?
L’INVITO. “Gentile assessore Giuliano Da Empoli, giovedì 9 giugno inauguro la mia mostra e mettendo da parte le polemiche sarei lieta di averla come ospite – si legge nell’invito dell’artista – suppongo che lei si consideri assessore alla cultura non solo della città di Firenze, intesa come istituzione, ma anche di tutti i suoi abitanti. Compresi i moltissimi fiorentini, la stragrande maggioranza stando ai giornali, che non sentendosi minimamente offesi dalle mie sculture, dichiarano anzi di apprezzarle e non poco. La sua presenza sarebbe dunque un gesto di riconciliazione sia con me, in quanto ‘marchetta’ non più tale, che con la gran parte dei suoi amministrati”.
LA VICENDA. Nelle settimane scorse erano scoppiate le polemiche. Da Empoli dichiarò che Rabarama era arrivata a Firenze dopo una serie di raccomandazioni, parlando di “marchetta”. Lei rispose rimandando al mittente le critiche. E adesso la tanta contestata mostra “Anticonforme” prende il via: da venerdì prossimo sarà aperta al pubbico. Allestita tra piazza Pitti, Giardino di Boboli, parco dell’Istituto d’Arte di Porta Romana e complesso delle Pagliere, la rassegna presenta oltre 30 sculture monumentali e una serie di dipinti.
IL CRITICO. “L’invito è ovviamente esteso al critico Francesco Bonami – prosegue Rabarama – che, a suo modo, ha lanciato la feroce Fatwa nei miei confronti e, attraverso di me, contro le Soprintendenze fiorentine accusate di avermi concesso i loro spazi”.