mercoledì, 5 Febbraio 2025
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Mafie in Toscana, ”situazione grave. Un fatturato da 15 miliardi”

Da quella russa a quella cinese, passando per le ''nostre'' 'ndrangheta, camorra e cosa nostra: il rapporto 2011 della Fondazione Caponnetto ''quest'anno inquieta''. Prostituzione e traffici di droga, ma anche di badanti.

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Mafie in Toscana, presentato il rapporto 2011 della Fondazione Antonino Caponnetto. Ed è un rapporto che “quest’anno inquieta. Inquieta molto – spiega il documento – in quanto certifica una presenza mafiosa imponente in un territorio non mafioso e pone una domanda: all’incirca quanto può essere il fatturato delle mafie in tutte le sue forme che viene prodotto in Toscana? Non è una domanda facile cui rispondere come non è semplice avere dati precisi ma è comunque possibile dare una stima plausibile: la Fondazione Caponnetto stima intorno ai 15 miliardi di euro”.

“NON ABBASSARE LA GUARDIA”. “La Toscana – conclude il rapporto – ha comunque una fortuna: è una terra attenta. Ha la Prefettura di Firenze sempre all’erta che ha creato un gruppo di coordinamento con le altre prefetture ed il cui gruppo interforze monitorizza gli appalti. La Toscana ha la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la DIA e la DDA attente oltre ad una classe politica che si accorge man mano del problema. Occorre però non abbassare la guardia in alcun modo in quanto la situazione è grave, ma non è irreparabile in quanto la Toscana è per fortuna una terra sana… Ma fino a quando?”.

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IL RAPPORTO. Ecco alcune delle mafie presenti in Toscana secondo il rapporto 2011: 

MAFIA RUSSA. “Rispetto ai rapporti precedenti – spiega il rapporto – la situazione rimane stabile e non bisogna dimenticare che la mafia russa è presente in Toscana da diversi anni. Le zone a maggior rischio rimangono oltre alle coste, Forte dei Marmi, l’Isola D’Elba, Montecatini e la città di Firenze”.

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MAFIA CINESE. “La mafia cinese è presente in modo significativo, stabile e variegato nel nostro territorio. Esistono tre tipologie criminali presenti: triadi, gang, nuova mafia economica”. Anche per il 2011, la Fondazione Caponnetto “considera la mafia cinese un’organizzazione molto forte in grado di controllare il territorio. Siamo quindi davanti ad un qualcosa di nuovo e temibile per la nostra regione”.

MAFIA ALBANESE. “In Toscana – afferma il rapporto – sono sicuramente presenti gruppi organizzati di mafia albanese dediti a rapine e sfruttamento della prostituzione oltre che al traffico di droga internazionale. La malavita albanese si è distinta per la ferocia nei regolamenti di conti interni che hanno portato anche ad alcuni omicidi e desta soprattutto preoccupazione per l’elevata violenza ed efferatezza delle azioni di cui si macchia rispetto ad altre forme criminali. E’ una forma mafiosa da considerarsi oramai stabilizzata”.

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MAFIA AFRICANA. “Risultano presenti numerosi soggetti criminali nordafricani provenienti dalla Tunisia, dal Marocco e dall’Algeria dediti, in modo più o meno organizzato, soprattutto alla vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti di vario tipo. Risulta presente la mafia nigeriana dedita essenzialmente, in accordo con gli albanesi, allo sfruttamento della prostituzione ed al traffico di droga connesso a quello dei clandestini”.

MAFIA RUMENA E SLAVA. Secondo la Fondazione caponnetto, ci sono “alcuni segnali che fanno ritenere probabile la presenza di una mafia slava che transita nei campi nomadi e che si sta specializzando in vari traffici. La mafia rumena secondo studi recenti è un fenomeno criminale in forte espansione con interessi nella prostituzione e nel traffico di clandestini. Recentemente è nata anche una forma di mafia rumena specializzata nel traffico di badanti e nelle truffe e rapine utilizzanti la tecnologia. L’entrata in Europa della Romania deve far aumentare l’attenzione verso tale forma di criminalità. La tendenza di tale organizzazione è quella di gestire tutte le possibili forme di racket dall’elemosina all’utilizzo degli invalidi, ai minori che si prostituiscono, ai borseggi fino ai furti mirati”.

BULGARI. “Anche criminali provenienti dalla Bulgaria si stanno affacciando sempre di più nella nostra regione”, avverte la Fondazione, che “considera per il 2011/2012 le suddette forme di criminalità forti e radicate e pertanto da non sottovalutare”.

‘NDRANGHETA. Passando alle mafie di casa nostra, “la forma italiana di mafia più forte in questo momento è l’ndrangheta presente da diverso tempo in Toscana come si evince dall’estratto dell’ultimo rapporto della Commissione Antimafia”, spiega la Fondazione, che “ritiene che esce un quadro molto preoccupante che fa vedere la forza dell’ndrangheta”.

CAMORRA. La Toscana – continua il rapporto – è purtroppo una terra in cui la camorra è presente. I segnali in tal senso sono numerosi e la situazione è di una certa gravità. I clan dei casalesi risultano molto attivi in questo tipo di traffico ed attualmente rappresentano il gruppo più forte di tale tipo all’interno della nostra regione”. La Fondazione Caponnetto “ritiene per il 2011/2012 la camorra un’organizzazione mafiosa ben radicata ed in grado fortemente di nuocere all’economia toscana”.COSA NOSTRA. “‘Cosa Nostra ha degli accertati collegamenti in altre regioni d’Italia, come Lombardia, Veneto e Toscana, per quello che mi risulta, ci sono investimenti e anche scambi di ditte, imprese siciliane che ottengono appalti in queste regioni e imprese di queste regioni che ottengono appalti in Sicilia. Sembra quasi che ciò possa essere coordinato da un’unica mente che accentra tutto’. Lo ha detto il neo Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso in un intervista a TV 7-RAI UNO nell’ottobre 2005”: comincia così il capitolo dedicato a Cosa Nostra nel rapporto 2011 della Fondazione Caponnetto, che continua a ritenere l’organizzazione “altamente pericolosa per il 2011/2012”.

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